amebìasi

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sf. [da ameba+-asi].

1) Malattia infettiva, endemica in alcuni Paesi, provocata da un protozoo, l'Entamoeba histolytica, che si localizza dapprima nell'intestino, per diffondersi poi in altri organi, in particolare nel fegato. L'amebiasi può essere trasmessa con le feci che contengono il parassita, sia nella forma vegetativa (trofozoita) sia in quella cistica. Il trofozoita vive all'interno dell'intestino e si nutre della flora batterica e dei tessuti mucosi, ma non è in grado di sopravvivere all'esterno, se non in forma cistica, che è la forma dormiente. Quando il parassita assume la forma cistica, in genere scompaiono i sintomi, in particolare la diarrea. Le cisti vengono disperse nell'ambiente attraverso le feci formate. La sintomatologia acuta è caratterizzata da dispepsia, stipsi alternata con diarrea (dissenteria amebica), dolori addominali e, nei casi più gravi, anche da emissione di feci miste a pus e sangue. L'infezione cronica mima comunemente una malattia infiammatoria dell'intestino con diarrea intermittente, dolore addominale e perdita di peso. La forma metastatica può coinvolgere qualsiasi organo anche se la più comune colpisce il fegato, dove si formano ascessi amebici. La diagnosi nella forma acuta si fa attraverso la biopsia della mucosa del colon, nel quale si riscontrano i trofozoiti, oppure con esami ripetuti delle feci per l'individuazione dei parassiti o delle cisti. Nel caso della forma metastatica è possibile effettuare test sierologici di emoagglutinazione indiretta oppure test ELISA per la determinazione degli anticorpi. Tali test sono positivi in oltre l'80% cento dei pazienti con malattia attiva, ma solo nel 10% dei portatori sani. Si può ricorrere anche alla TAC o alla risonanza magnetica. La terapia è chemioterapica specifica, igienico-dietetica e sintomatica (vedi anche antiamebico).

2) In veterinaria, rispetto a quella umana, l'amebiasi è una parassitologia che interessa meno. Anche negli altri Mammiferi l'agente eziologico è Entamoeba histolytica, il cui ospite naturale è l'uomo; talvolta il protozoo può essere reperito anche nell'intestino di varie specie animali tra cui i Primati, i Carnivori e il suino. L'infestazione, generalmente sostenuta dalle cisti che rappresentano la forma di resistenza del parassita all'ambiente esterno, si verifica per assunzione di acqua o cibi contaminati. La sintomatologia, derivante dall'azione istolitica del protozoo a livello intestinale, comprende enterite, diarrea spesso emorragica, dimagramento. Talvolta nel cane si hanno colonizzazioni metastatiche del fegato (ascesso epatico). Sono descritte forme croniche e asintomatiche.

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