Lessico

sm. [sec. XIII; latino hamus].

1) Strumento per la pesca costituito da un uncino d'acciaio la cui branca più lunga (gambo) termina con un occhiello o una paletta per fissarvi il setale; la branca più breve (punta) termina con un dardo (o lancia) munito di ardiglione (o aletta) destinato a trattenere il pesce che abbia abboccato; la curva di raccordo tra le due branche (collo) può avere forme diverse, secondo il tipo di pesca cui l'amo è destinato. Si hanno ami a più punte (2, 3, 4) detti ancorette o grappini. A seconda della grandezza gli ami sono numerati da 1 a 24.

2) Fig., lusinga: “l'amo de l'antico avversaro a sé vi tira” (Dante); gettar l'amo, tendere un inganno; abboccare all'amo, cadere in un tranello. Per estensione, punta uncinata: l'amo della freccia.

Cenni storici

I primi ami risalgono al Paleolitico superiore: avevano forma rettilinea a punta o doppia punta (dall'Aurignaziano) o a gancio (dal Mesolitico) ed erano realizzati in osso, corno o avorio; ami a punta con bordo dentellato sono ancora in uso tra i Fuegini (oggi praticamente estinti) e gli Australiani. L'amo uncinato era pressoché sconosciuto in Africa, fatta eccezione per l'Africa settentrionale; altrove (Oceania) sono usati ami composti con gambo in legno e dardi in osso, spine acuminate, frammenti di madreperla.

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