anatèma

(meno com. anàtema), sm. lett. (pl. -i) [sec. XIV; dal greco classico anáthēma, offerta dedicatoria, e più tardi anáthema, oggetto di maledizione]. Scomunica in forma grave e solenne: lanciare, fulminare l'anatema contro qualcuno. Per estensione, maledizione; condanna intransigente: sembra colpito da un anatema; “scagliar l'anatema contro la frivolezza del giornalismo” (Tenca). § Originariamente era l'ex voto appeso nei templi. Questo significato si riscontra in alcuni passi biblici (Giuditta, 9, 19; II Maccabei, 9, 16), mentre nella versione dei Settanta assume il significato di cosa o persona destinata da Dio alla distruzione. A ciò sono legati i significati che anatema ha nel Nuovo Testamento (I Corinti, 12, 3: persona colpita da maledizione; Romani, 9, 3; I Corinti, 16, 22; Galati, 1, 8: persona separata dalla comunità dei cristiani). Nel diritto canonico anatema è sinonimo di scomunica solenne, che separa totalmente colui che ne è colpito dalla società dei fedeli.

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