Lessico

agg. e sm. [sec. XIX; dal greco anáisthētos, insensibile]. Relativo all'anestesia: farmaco anestetico, che provoca anestesia. Anche fig., che tranquillizza: quella notizia è stato un vero anestetico.

Farmacologia

I farmaci anestetici producono a livello del sistema nervoso un complesso di modificazioni funzionali reversibili a cui è legata la perdita temporanea della sensibilità dolorifica. Tale condizione è ottenibile con farmaci dalle caratteristiche molto eterogenee che permettono l'adeguamento della medicazione anestetica sia al tipo di procedura chirurgica sia alle caratteristiche del soggetto che è sottoposto all'intervento operatorio. Dalla scoperta delle proprietà anestetiche dell'etere e del protossido d'azoto avvenuta alla fine del sec. XVIII, la farmacologia degli anestetici ha compiuto progressi fondamentali. Ne è derivata l'adozione di composti sempre più attivi e più sicuri, oltre all'utilizzazione di farmaci che, pur non possedendo di per se stessi potere anestetico, migliorano notevolmente le condizioni operative dell'anestesia generale (pre-anestetici, miorilassanti). I farmaci anestetici si dividono in locali, generali e pre-anestetici. Gli anestetici locali hanno come capostipite una sostanza naturale, la cocaina, che è stata quasi totalmente sostituita da numerosi analoghi di sintesi (lidocaina, procaina, tetracaina, benzocaina, ecc.). Gli anestetici generali producono nel paziente sia perdita della sensibilità che della coscienza e inoltre provocano un rilasciamento muscolare molto utile durante l'esecuzione di interventi chirurgici. Gli anestetici generali vengono classificati in anestetici gassosi inorganici (protossido d'azoto o gas esilarante), anestetici gassosi organici (ciclopropano, etilene), anestetici organici liquidi volatili (cloroformio, etere etilico, alotano, che sono essenzialmente idrocarburi), eteri e loro derivati alogenati. I pre-anesteticisono degli anestetici iniettabili e vengono impiegati per preparare il paziente all'anestesia generale attenuando la stato ansioso ed emozionale. Riducono inoltre alcuni effetti collaterali degli anestetici generali (salivazione, bradicardia, vomito postanestesia). I pre-anestetici comprendono tiobarbiturici (tiopentale, tioamilale, butalitale), barbiturici (esobarbitale, metoesitale), non barbiturici (chetamina, propanidide, alcune benzodiazepine come il flunitrazepam e alcuni derivati steroidici privi di attività ormonale come l'alfadolone acetato e l'alfassalone).

Meccanismi d'azione degli anestetici

Benché in questi ultimi anni siano stati chiariti numerosi aspetti della fisiologia del sistema nervoso centrale e del periferico, il meccanismo d'azione degli anestetici è ancora sostanzialmente oscuro. Secondo le teorie più recentemente elaborate e i numerosi studi condotti sull'argomento, l'anestesia sarebbe essenzialmente una reazione aspecifica uniforme a fenomeni di carattere chimico-fisico che alterano la funzione delle cellule nervose, come, per esempio, modificazioni della permeabilità di membrana o della stessa struttura superficiale. Questi fenomeni potrebbero determinare, solo secondariamente, il blocco dei processi metabolici cellulari per un periodo di tempo limitato durante il quale l'agente anestetico raggiunge nel tessuto nervoso concentrazioni sufficientemente alte. Una conferma indiretta della validità di questa teoria consiste nel fatto che l'azione dei farmaci anestetici non appare solamente limitata alle cellule nervose ma interessa anche elementi cellulari di qualsiasi tipo.

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