antidegenerativo

agg. e sm. [anti-2+degenerativo]. Farmaco capace di combattere le manifestazioni involutive che nei diversi tessuti dell'organismo si esprimono attraverso la diminuzione del volume (atrofia) e del numero (aplasia) delle cellule, oppure con la presenza in esse di componenti anomali di origine esterna (infiltrazione) o di natura catabolica (degenerazione). Gli antidegenerativi costituiscono uno dei più impegnativi argomenti di ricerca biochimica e farmacologica, data la grande diffusione delle malattie di tipo degenerativo che colpiscono soprattutto il fegato e l'apparato cardiocircolatorio. Tra gli antidegenerativi epatici si possono ricordare la colina, la fosforilcolina, la metionina, le vitamine del gruppo B, l'omocisteina, le metilxantine (teofillina, caffeina, teobromina), l'acido tioctico. Per prevenire e combattere le manifestazioni involutive che interessano i vasi sanguigni delle sezioni arteriosa, capillare e venosa vengono attualmente impiegati farmaci di varia natura, tra i quali particolare importanza hanno gli antidegenerativi antiarteriosclerotici: colestiramina, clorfibrato, acido nicotinico, eparina ed eparinoidi, estrogeni, piridinol-carbammato, vitamine A, E e B6.

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