antincrostante

agg. e sm. [da anti-2+incrostare]. Sostanza che in miscela con un liquido impedisce la formazione d'incrostazioni saline sulle pareti di contenitori metallici. Gli antincrostanti vengono aggiunti alle acque naturali usate a scopo industriale, in particolare per le caldaie nelle quali le incrostazioni riducono lo scambio termico e quindi l'efficienza, oltre a provocare pericolosi surriscaldamenti locali. Le sostanze antincrostanti più usate sono le permutiti e il fosfato trisodico che agiscono riducendo la durezza delle acque dovuta alla presenza dei solfati e dei carbonati di calcio e di magnesio responsabili delle più ingenti incrostazioni. § Nelle costruzioni idrauliche, trattamento antincrostante, operazione effettuata per evitare o eliminare incrostazioni nelle condutture. Il trattamento si esegue intervenendo preventivamente sull'acqua, cioè depurandola oppure eliminando meccanicamente le incrostazioni. Nel primo caso si provvede a ridurre la durezza delle acque; nel secondo vengono introdotti assieme all'acqua graniglia metallica o sabbia silicea che, con la loro azione meccanica sulle pareti, hanno il compito di mantenere in sospensione i precipitati calcarei, evitando che s'incrostino sulle pareti. Dei due sistemi si preferisce la depurazione preventiva delle acque, avendo il secondo lo svantaggio di generare una melma sempre in agitazione.

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