antitrinitari

eretici che non accettano il dogma trinitario o, secondo la Chiesa cattolica, introducono errori in esso. Il dogma fu negato già nel sec. II da Prassea, che ammetteva solo la persona del Padre (patripassiani); nel sec. III, accanto al dualismo manicheo (Bene e Male) troviamo le negazioni di Noeto e di Sabellio e quelle, più gravi, di Ario (che negava la consustanzialità del Figlio) e di Macedonio (che non ammetteva la divinità dello Spirito Santo). Questi errori furono condannati dai concili di Nicea (325) e di Costantinopoli (381). Nel Medioevo incorsero in errori contro la SS. Trinità Abelardo e Gioachino da Fiore. Il “libero esame” luterano favorì il risorgere dell'eresia, che trovò sostenitori nei “liberi spiriti” della riforma protestante, specialmente in Michele Serveto e negli italiani Lelio e Fausto Socini. Questi ultimi si fecero alfieri di un rinnovamento totale del cristianesimo sulla base delle sacre scritture e perciò negarono anche il dogma trinitario. I loro seguaci subirono gravi persecuzioni e trovarono finalmente rifugio in Transilvania, dove esistono in sparuti gruppi. La persistenza degli antitrinitari in Inghilterra è dovuta all'interpretazione largamente liberale che Arminio e i suoi seguaci fecero del “libero esame”, alla presenza di una forte corrente razionalistica e all'editto di tolleranza del 1689. Emigrati nell'America Settentrionale, alcuni gruppi diffusero con successo le loro dottrine e furono chiamati “unitari” in contrapposizione a quanti restavano fedeli al dogma trinitario. Sono ca. 100.000 con centro a Boston: applicano un'assoluta libertà di credo e la massima tolleranza in materia religiosa. Sono antitrinitari anche i seguaci di Swedenborg e gli scientisti.

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