apòstolo

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; dal greco apóstolos, inviato].

1) Titolo dato ai dodici discepoli scelti da Gesù Cristo per il proseguimento della sua missione redentrice: il principe degli apostoli, San Pietro; anche qualcuno dei primi evangelizzatori: l'apostolo delle genti, cioè dei gentili non ebrei, San Paolo. Per estensione, evangelizzatore di un Paese pagano, missionario: l'apostolo del Giappone, San Francesco Saverio. Fig., chi si dedica con ardore e passione alla divulgazione di dottrine morali, filosofiche, politiche: Mazzini fu un grande apostolo della libertà.

2) "Per la collocazione degli apostoli nella struttura dello scafo vedi disegno al lemma del 2° volume." Ciascuno degli scalmi di forma particolare "Per la collocazione degli apostoli nella struttura dello scafo vedi il disegno a pg. 279 del 2° volume." , presente di norma nella struttura delle navi con scafo in legno munite di prora a forme piene. Gli apostoli sono fissati alle due facce laterali della ruota allo scopo di costituire il supporto delle teste delle tavole del fasciame. Sulle navi del passato erano dodici, sei per lato, da cui appunto il loro particolare nome.

Cristianesimo

Gli apostoli sono dodici all'inizio e per numero rimangono sempre tali sino alla fine (Marco 6,7; Luca 9,1; Matteo 10,5; Atti 6,2). Essi hanno la funzione di governare la nuova Chiesa (Matteo 19,21; Apocalisse 20,4); sono annunciatori del vicino regno di Dio (Matteo 10,7); partecipano alle sofferenze del Cristo per essere alla fine glorificati con lui (Marco 6,7); operano miracoli; vincono le forze demoniache nel mondo; sono apportatori di benedizione (Matteo 10,13). Dopo la morte di Gesù, diventano i testimoni della sua resurrezione e i suoi vicari in senso più stretto (Giovanni 13,20; 17,18) e perciò eleggono i diaconi (Atti 6,1-6) e i presbiteri (Atti 14,23); provvedono al governo dei fedeli con prescrizioni riguardanti la dottrina e la disciplina della Chiesa nascente, improntando il loro apostolato del carattere universale voluto dal Cristo e perpetuandolo attraverso i loro successori legittimi. Un carattere particolare ha l'apostolato di San Paolo: egli si proclama apostolo per elezione di Cristo e di “Dio Padre” sulla via di Damasco e afferma di averne tutti i titoli per “aver visto Gesù” (I Corinti 9,1), di essere stato testimone della sua resurrezione (I Corinti 15,5-8), di essere stato istruito da Cristo stesso (Galati 1,13), di compiere miracoli (II Corinti 12,12), di aver subito privazioni e persecuzioni (II Corinti 6,3), di aver avuto come gli altri apostoli visioni e rivelazioni (II Corinti 12,1).

Iconografia

Sia l'arte monumentale sia la suppellettile liturgica, fin dalla prima età cristiana, si arricchirono delle immagini degli apostoli. Ancora prima del sec. III, in affreschi, rilievi di sarcofagi, vetri dorati, gli apostoli appaiono come testimoni al Cristo che compie miracoli. Tra il sec. III e il IV (affreschi delle catacombe romane, mosaici di S. Pudenziana a Roma, della cappella di S. Aquilino in S. Lorenzo a Milano e in sarcofagi romani) gli apostoli in gruppo circondano la cattedra del Cristo: di aspetto giovanile, indossano tuniche e palli clavati e come attributo portano il rotulo (rotolo). Nel sec. IV la loro presenza è velata attraverso simboli (come colombe, agnelli, ecc.). In seguito i modi di rappresentazione si uniformeranno al tipo del filosofo antico, con o senza barba, recante il rotulo e, raramente, il simbolo del martirio. Caratteri fisionomici particolari distinguono solitamente solo tre degli apostoli: Pietro, Paolo (spesso raffigurati insieme) e Andrea. Nella ricca casistica delle scene della vita di Cristo in cui compaiono gli apostoli, la più famosa e ampiamente rappresentata, specie nel Rinascimento, è l'Ultima Cena.

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