appendicite

sf. [da appendice+-ite]. Infiammazione acuta dell'appendice cecale. È per lo più dovuta a un'ostruzione del lume provocata da un accumulo di feci, alla quale segue l'arrivo di germi responsabili dell'infezione. Può essere favorita da particolarità anatomiche di posizione dell'appendice. Colpisce prevalentemente fra i 15 e i 30 anni e più frequentemente il sesso maschile che quello femminile. In relazione al tipo di alterazione anatomica si distinguono: l'appendicite catarrale, la forma più lieve, con iperemia, edema, infiltrazione leucocitaria della mucosa, suscettibile ancora di una regressione spontanea; l'appendicite purulenta, con essudato corpuscolato che blocca il lume con successiva formazione di un empiema; l'appendicite flemmonosa, con infiltrazioni diffuse, strati profondi invasi da essudato purulento, peritoneo circostante facilmente congesto; l'appendicite gangrenosa, "Per due esempi di affezioni di appendicite vedi disegni al lemma del 2° volume." con distruzione della parete per ostruzione dell'arteria appendicolare: ha allora un decorso particolarmente rapido con tendenza alla diffusione dell'infezione al peritoneo (vedi peritonite). La sintomatologia comune a tutte le forme acute è rappresentata da dolore addominale, nausea, vomito, febbre, contratture di difesa dei muscoli della fossa iliaca destra. Terapia d'elezione degli attacchi appendicolari acuti è l'appendicectomia; nelle forme meno gravi l'attacco può regredire anche con la sola somministrazione di antibiotici. Attacchi appendicolari di moderata intensità possono recidivare a vari intervalli di tempo, con remissione completa della sintomatologia fra un attacco e l'altro. L'applicazione della borsa di ghiaccio o l'uso di analgesici mascherano temporaneamente la sintomatologia, senza tuttavia modificare il quadro clinico che invece si aggrava subdolamente.

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