aptoglobina

sf. [da apto-+(emo)globina]. Glicoproteina del siero che ha spiccata affinità per l'emoglobina. Il complesso che si forma è sufficientemente voluminoso da evitare che l'emoglobina venga perduta attraverso il filtro renale; ne segue invece la rimozione mediante il sistema reticoloendoteliale dell'addotto tra le due proteine. In tal modo si previene una significativa perdita di ferro con le urine. All'esame elettroforetico su carta l'aptoglobina migra a livello della frazione α₂-globulinica del siero. La concentrazione dell'aptoglobina nel siero varia in rapporto all'età e a numerose condizioni patologiche. Praticamente assente nel corso della vita fetale e neonatale, essa si dosa al di sotto dei valori normali nelle malattie emolitiche, nelle epatopatie, in alcune infezioni (malaria). Aumenta invece durante processi infiammatori, distruttivi e riparativi tessutali. La distribuzione e la concentrazione delle aptoglobine nel siero sono regolate per via genetica e appaiono molto omogenee in alcune razze e popolazioni. Nell'uomo l'aptoglobina esiste in tre varianti genetiche, caratterizzate da un loro proprio quadro elettroforetico.

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