armadillo

sm. [sec. XVIII; dallo spagnolo armadillo, dim. di armado, armato]. Nome comune delle 20 specie di Mammiferi Cingulati, tutti appartenenti alla famiglia dei Dasipodidi, caratterizzati da una robusta corazza che ne ricopre gran parte del corpo, interrotta solo nella parte centrale da una serie di anelli scheletrici che permettono a questi animali di arrotolarsi su se stessi a scopo di difesa. La corazza deriva da placche cornee presenti nei giovani, alcune delle quali si ossificano durante lo sviluppo, saldandosi tra loro. Gli armadilli hanno capo allungato, con cranio alquanto depresso, muso prominente con bocca stretta, occhi piccoli, orecchie brevi, tronco massiccio, di larghezza più o meno uniforme, coda cilindro-conica mai molto lunga. Gli arti, brevi e robustissimi, hanno 5 dita, armate di poderosi unghioni, specie gli anteriori, conformazione correlata allo scavo delle tane. La loro lunghezza varia dai soli 13 cm del clamidoforo troncato (Chlamyphorus truncatus) ai 100 cm (più 50 di coda) e ai 60 kg di peso del tatù o armadillo gigante (Priodontes giganteus). Gli armadilli, solitari o a coppie o in piccole bande, vivono al suolo e sono abilissimi scavatori. Si nutrono di insetti e di vari vegetali, specie di parti sotterranee di piante. Vivono nelle Americhe, specie in quella Meridionale, frequentando soprattutto regioni aperte, come le pampas, o zone aride; qualche specie vive anche in foresta. La famiglia è suddivisa nei generi Chaetophractus, Euphractus, Zaedyus, Priodontes, Cabassous, Tolypeutes, Dasypus, Chlamyphorus e Burmeisteria.

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