Lessico

sf. [sec. XIII; dal greco harmonía].

1) Concordanza di suoni o consonanza di voci o di strumenti musicali gradita all'orecchio: “da indi sì come viene ad orecchia / dolce armonia da organo...” (Dante).

2) Per estensione, felice accordo delle parole di una poesia, di una prosa: “né... udrò più il verso / e la mesta armonia che lo governa” (Foscolo); l'armonia è il motivo dominante di tutta la poesia leopardiana;armonia imitativa, artificio usato dagli scrittori per rendere quasi musicalmente, con un abile gioco delle vocali e delle consonanti e con la stessa lunghezza o brevità delle parole, l'effetto di ciò che vogliono esprimere. Così il Parini cerca di riprodurre il guaire della “vergine cuccia”: “aìta! aìta / parea dicesse”.

3) Proporzione; rispondenza, accordo di più parti fra loro: “in questo mondo che è composizione e armonia” (Jahier); armonia di colori, accordo ottenuto dal sapiente accostamento di toni diversi. Fig., corrispondenza di idee, di sentimenti: essere in armonia con qualcuno, in perfetto accordo; anche equilibrio interiore: “il mio supplizio / è quando / non mi credo / in armonia” (Ungaretti).

4) Ramo della scienza musicale che studia la formazione e l'impiego degli accordi: trattato di armonia; vedi armonia (musica).

Filosofia

Nozione fondamentale nel pensiero greco, l'armonia esprime la concezione organica dell'universo, la razionalità immanente alla natura. Teorizzata esplicitamente dalla filosofia dei pitagorici nella speculazione sul numero e la relazione, la nozione viene ripresa e portata sul piano della morale da Platone e ancora si ritrova nella concezione finalistica dell'universo di Plotino. Nella filosofia moderna l'armonia prestabilita è la soluzione proposta da Leibniz al problema della comunicazione delle sostanze. Le monadi, sostanze spirituali, sono chiuse in sé e non possono influenzarsi reciprocamente. È solo per l'armonia prestabilita, coordinata originariamente da Dio, che, pur seguendo ognuna la propria legge, si trovano sempre in accordo tra loro. Nella filosofia contemporanea la nozione di armonia è stata impiegata soprattutto nelle diverse correnti dello spiritualismo.

Linguistica

Armonia vocalica, fenomeno di tipo assimilatorio che consiste nell'adattamento, totale o parziale, delle vocali atone (specialmente postoniche) al timbro della vocale tonica, per cui a una vocale tonica palatale debbono corrispondere vocali palatali, e viceversa a una vocale tonica velare debbono corrispondere vocali velari. Questo fenomeno è molto sviluppato nelle lingue turche e ugrofinniche; così, per esempio in ungherese varia il vocalismo del suffisso indicante il plurale in rapporto al vocalismo della parola: il sostantivo kez, mano, fa al plurale kez-ek, mentre il sostantivo haz, casa, fa al plurale haz-ak.

Religione

Armonia evangelica, sostanziale accordo, che si riscontra nei quattro Vangeli canonici, specialmente nei Sinottici (San Matteo, San Luca, San Marco). L'argomento fu trattato una prima volta da Eusebio di Cesarea, nella sua opera Evangelici Canones, dove opera una sinossi in senso cronologico; più tardi Taziano, nel Diatessaron, dimostrò la concordanza dei quattro testi con un paziente lavoro di accostamento dei diversi passi.

Bibliografia

Per la filosofia

F. K. Bock, Das Gesetz der Harmonie, Vienna, 1941; L. Stefanini, Storia dell'estetica: I, L'antichità, Padova, 1948; L. Spitzer, Il concetto di “armonia universale” da Boezio al Petrarca, in “Convivium”, pag. 513-519, Bologna, 1956; E. Wortmann, Platons “göttliche Harmonie”, Bad Godesberg, s. d.; A. Rostagni, Il verso di Pitagora, Genova, 1982.

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