assalto

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; da assaltare]. Atto ed effetto dell'assaltare: andare, muovere all'assalto, avviarsi ad aggredire il nemico; dare l'assalto, assalire; prendere d'assalto, espugnare; sostenere l'assalto, fermare il nemico; d'assalto, di forza. Spesso fig.: sostenere l'assalto delle polemiche; cedere sotto l'assalto dei ricordi; reggeva bene all'assalto delle domande; cogliere una persona d'assalto, di sorpresa; prendere d'assalto un tram, un locale, affollarvisi facendo ressa; riuscire al primo assalto, alla prima prova. Con accezioni specifiche: A) Nella scherma, ciascuna azione d'attacco condotta da uno schermidore per colpire l'avversario. B) Ultima fase dell'attacco durante la quale l'attaccante si porta d'impeto sull'obiettivo a contatto fisico con il nemico.

Tattica militare

Prima dell'invenzione delle armi da fuoco e fino a quando le stesse non ebbero raggiunto una considerevole regolarità e rapidità di tiro, l'assalto era eseguito da formazioni dense, su ampio fronte e costituiva l'atto finale del combattimento. La falange macedone assaliva nella sua tipica formazione rigida e pesante; la legione romana, sebbene più articolata e manovriera della falange, non conosceva il combattimento in ordine sparso. Nel Medioevo l'assalto di fanteria altro non era che un disordinato scontrarsi che si frantumava poi in singole zuffe. Soltanto verso il sec. XV cominciò a comparire un certo ordine nelle formazioni di fanteria che raggiunsero la massima precisione e coesione nell'assalto con i battaglioni svizzeri e con i tercios, famosi reggimenti spagnoli. Ancora nel sec. XVIII e, in parte, nel XIX, la fanteria assaliva in formazioni chiuse, a passo cadenzato. L'attacco in ordine sparso compare verso la metà dell'Ottocento soprattutto sotto l'influenza delle campagne coloniali francesi, per imporsi poi definitivamente con la guerra franco-prussiana del 1870-71 nella quale furono per la prima volta usate le mitragliatrici, micidiali contro le formazioni fitte. Oggi l'assalto è condotto da formazioni rade e veloci armate di armi automatiche, bombe a mano, lanciafiamme. La posizione da assaltare è tenuta, fino all'ultimo, sotto il fuoco dell'artiglieria (tiro al di sopra delle truppe amiche) o degli aerei per impedire al nemico di reagire con il proprio fuoco. I reparti destinati all'assalto, giunti a una distanza tale da poterla coprire con un solo balzo, impegnano direttamente e violentemente il nemico, cercando di impedirgli ogni reazione. Arma formidabile d'assalto era stata in passato anche la cavalleria, che usava assalire con la tradizionale carica, condotta in quella veloce andatura chiamata “carriera”. In relazione allo sviluppo delle armi da fuoco anche le formazioni di cavalleria adottate per la carica hanno subito un'evoluzione. Dai pesanti squadroni usati fino al sec. XVII si è via via passati a formazioni sempre meno dense per limitare le conseguenze della crescente velocità e precisione delle armi da fuoco, fino alla definitiva scomparsa della cavalleria decretata dalla seconda guerra mondiale. Nella guerra moderna, ove il terreno lo consenta, l'assalto è affidato a mezzi corazzati in formazioni aperte per sottrarsi all'azione delle armi controcarro avversarie e degli aerei da combattimento.

Furono ideati e armati per portare l'offensiva direttamente nei porti nemici. Un primo esempio si ebbe nei brulotti usati nell'assedio di Anversa (1586), ma un loro largo impiego si nota solo nella prima guerra mondiale, specialmente da parte della Marina militare italiana, che impiegò barchini cingolati per superare gli sbarramenti e torpedini semoventi (ben nota la mignatta di R. Rossetti, che penetrò con successo nel porto di Pola). Durante la seconda guerra mondiale si ebbero veri e propri reparti di mezzi d'assalto. In Italia fu perfezionato il barchino, guidato da un solo assaltatore, che lo portava fino a qualche centinaio di metri dal bersaglio e poi l'abbandonava; il barchino silurante, che fu protagonista di brillanti azioni; l'MTL, motoscafo che in vicinanza del bersaglio liberava due mezzi d'assalto subacquei e poi si autoaffondava; l'SLC, siluro a lenta corsa noto con l'appellativo di “maiale”, guidato da due uomini, che arrivavano fin sotto la carena della nave nemica e vi fissavano una forte carica di tritolo. Dei tanti successi dei mezzi d'assalto, basta citare l'operato dei barchini a Suda (Creta) nel 1941 e dei “maiali” alla base di Alessandria (1941), ad Algeri (1942) e a Gibilterra (1940; 1943).

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora