Lessico

sm. [sec. XIII; da atteggiare]. Modo di disporre la persona; l'assumere, o l'ostentare, una fisionomia espressiva; anche posa, finzione: atteggiamento scomposto; atteggiamento minaccioso; prese un atteggiamento languido; la sua freddezza è solo un atteggiamento. Fig., disposizione mentale o spirituale; comportamento: il tuo atteggiamento verso l'amore è puerile; l'atteggiamento religioso di Dante; qual è l'atteggiamento del governo nella crisi?

Ginnastica

La figura che assume l'atleta, o parte del suo corpo, indipendentemente dai suoi rapporti con gli attrezzi. L'atteggiamento è lungo o in estensione, quando la posizione è rettilinea; breve o in flessione, quando il corpo, o l'arto, è piegato; torto, ruotato o in torsione, quando la posizione si raggiunge mediante movimento sull'asse; raccolto, quando si sia eseguita una completa flessione dell'arto o di più arti e del busto; a squadra, quando il busto forma un angolo retto con gli arti inferiori. L'atteggiamento è totale quando si riferisce al complesso del busto e degli arti inferiori. Quando le parti del corpo assumono contemporaneamente diversi atteggiamenti semplici, si ha un atteggiamento combinato.

Medicina

Disposizione del corpo, o solamente di alcune sue parti, che si mantiene per un certo periodo di tempo ed è la conseguenza di un atto volontario o di una decisione di tipo inconscio o subconscio; può essere difettoso o scorretto nei bambini in età scolare per cattive posizioni nei confronti del banco che si accompagna a cifosi, lordosi o scoliosi; può essere viziato in conseguenza di processi patologici dell'apparato scheletrico, muscolo-tendineo e articolare; infine può essere scorretto per cause professionali (un lavoro che costringe a una posizione obbligata per un lungo periodo di tempo). Atteggiamento del feto: rapporto delle singole parti del feto fra loro; normalmente la testa è flessa sul tronco, la colonna vertebrale leggermente curvata, le cosce sono flesse sull'addome, le gambe sulle cosce, le braccia o sono incrociate sul petto o allungate ai lati.

Psicologia: generalità

Disposizione a produrre determinate risposte simboliche nei riguardi di altri individui, di situazioni o di oggetti. L'atteggiamento si distingue dall'opinione in quanto mentre il primo indica la disposizione ad agire (per esempio atteggiamento aggressivo), la seconda indica una convinzione intellettuale (per esempio pregiudizio razziale). Spesso i due elementi non sono tra loro correlati, infatti si può riscontrare un atteggiamento aggressivo anche in persone che sostengono l'importanza di tolleranza e bontà. Gli atteggiamenti entrano a far parte della personalità dell'individuo, pur essendo più facilmente modificabili di altri tratti della personalità. In questa integrazione si ha una profonda influenza reciproca tanto che l'intero comportamento viene condizionato in ogni suo aspetto dalla presenza di un certo atteggiamento. Notevole interesse si è posto nell'analisi dei fattori che concorrono alla nascita e alla trasformazione degli atteggiamenti: per alcuni autori questi vengono appresi durante l'infanzia per imitazione degli atteggiamenti dei genitori e modificati sotto la spinta ad adeguarsi, per conformismo, agli atteggiamenti condivisi dal gruppo sociale in cui si vive, anche sotto l'influenza dei mass media. Per altri, alla formazione degli atteggiamenti, come di altri tratti della personalità, concorrono bisogni e meccanismi di difesa psicologici. Per esempio un atteggiamento sottomesso può essere frutto di una formazione reattiva contro tendenze aggressive rimosse. Una teoria che ha destato un certo interesse sulla formazione degli atteggiamenti è quella della dissonanza cognitiva, secondo cui le contraddizioni che possono esistere tra le proprie credenze e azioni e la conoscenza della realtà generano uno stato di profonda insoddisfazione, da cui può nascere un atteggiamento sviluppato dall'individuo proprio per risolvere tale stato. Così, in un esempio classico, una persona che ritenga che tutti gli uomini devono essere uguali, di fronte alle disuguaglianze esistenti nella società potrà sviluppare un atteggiamento di disprezzo nei riguardi dei diseredati, che sarà portato a ritenere inferiori. Un problema di notevole interesse è quello relativo alla classificazione degli atteggiamenti. A questo scopo sono state studiate delle “scale” (tra cui ricordiamo in particolare quella di Guttman).

Psicologia: l'atteggiamento come norma sociale

La nozione di atteggiamento, mutuata dalla psicologia sociale di W. G. Allport e introdotta in sociologia fra le due guerre con lo sviluppo degli studi dedicati alle relazioni etniche nel contesto nordamericano, è stata successivamente in larga misura adottata nelle ricerche di mercato e nelle tecniche pubblicitarie. Con atteggiamento, si indica infatti la predisposizione a reiterare sentimenti, preferenze, orientamenti all'azione in presenza di alcuni stimoli sociali (nelle situazioni pubbliche, nelle relazioni politiche, nei gusti), sino a costituire una vera e propria norma di comportamento per gli appartenenti a un determinato gruppo. L'acculturazione è, nella ricerca sull'immigrazione polacca negli USA di Thomas e Znaniecki, un esempio di atteggiamento acquisito a scopo di integrazione. G. H. Mead collega più strettamente atteggiamento, ruolo e comunicazione. La percezione degli atteggiamenti da parte dei soggetti sociali è indagata con specifici strumenti, come le scale di Thurstone, di Guttman e di Likert. Si tratta di tentativi di misurazione empirica frequentemente impiegati nella ricerca sul campo e che rinviano ad approcci teorici come quello cognitivo – basato sulla descrizione –, valutativo – giudizio di merito sull'atteggiamento considerato – e comportamentale od ottativo (se l'atteggiamento è auspicato o respinto).

Veterinaria

Nell'esame clinico degli animali viene data grande importanza semiologica al rilievo di atteggiamenti particolari assunti spontaneamente dall'animale. Tali rilievi, talvolta patognomonici, sono comunque di grande utilità nella formulazione di una diagnosi.

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