autorespiratóre

sm. [auto-+respiratore]. Apparecchio portatile che, in ambiente irrespirabile, fornisce aria od ossigeno per consentire la respirazione, usato per esempio nelle immersioni subacque. È detto anche autoprotettore. Esistono tre tipi fondamentali di autorespiratori: a ossigeno, ad aria e a miscela. Gli autorespiratori a ossigeno più usati sono del tipo ad atmosfera chiusa, detti RO (a riserva di ossigeno), nei quali l'ossigeno compresso è contenuto in una bombola dotata di valvola riduttrice di pressione, e provvisto di manometro di controllo; l'assorbimento dell'anidride carbonica espirata è ottenuto mediante soda caustica. Un sacco-polmone è collegato, mediante tubo di gomma flessibile, alla maschera facciale con boccaglio e occhiali o, per esempio negli scafandri, a un casco che avviluppa la testa. Il vantaggio principale di questi apparecchi consiste nella notevole autonomia che permettono; per contro, nell'uso subacqueo, non consentono di scendere a grande profondità dato che la respirazione di ossigeno a pressione elevata può provocare la perdita di coscienza. Vi sono anche apparecchi di tipo PO (a produzione di ossigeno) nei quali l'ossigeno viene liberato da reazioni chimiche. Vengono usati per esempio nelle miniere e in generale quando sia necessario operare in atmosfera nella quale la percentuale di ossigeno è molto bassa. Negli autorespiratori ad aria, contenuta in bombole alla pressione di ca. 150-200 atm, viene prelevata attraverso un tubo flessibile collegato a uno speciale erogatore che fornisce aria alla pressione adatta all'inspirazione; l'aria respirata viene poi scaricata all'esterno: l'apparecchio è quindi a ciclo aperto. Nell'uso subacqueo l'autorespiratore ad aria permette di raggiungere profondità di una sessantina di metri, ma non è dotato di grande autonomia. Richiede inoltre di effettuare soste di decompressione durante la risalita allo scopo di evitare embolie dovute alla liberazione di azoto che, a pressione elevata, è disciolto nel sangue. Gli autorespiratori a miscela funzionano sul medesimo principio dei precedenti ma utilizzano una miscela di gas (per esempio ossigeno, elio e azoto) in proporzioni diverse da quelle dell'aria. In tal modo si evitano i pericoli dell'iperossia dovuta all'uso di ossigeno puro e dell'embolia dovuta alla presenza di elevate quantità di azoto nell'aria. Di questo tipo sono gli autorespiratori, detti più propriamente inalatori, utilizzati dai piloti aeronautici, che consentono di regolare la pressione dell'aria respirata nel volo ad alta quota: sono costituiti schematicamente da una maschera che copre naso e bocca collegata con tubo flessibile al serbatoio sotto pressione munito di regolatore automatico.

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