Lessico

sm. [da bilingue].

1) Capacità di un individuo o di una comunità di usare correntemente due lingue.

2) Divisione di uno Stato o di una regione in due gruppi linguistici.

Linguistica

Il bilinguismo si verifica specialmente nel caso delle minoranze alloglotte che vivono all'interno di una più vasta comunità sociale o politica. In tali condizioni si trovano, per esempio, i Baschi delle regioni pirenaiche della Francia e della Spagna o i Frisoni sparsi lungo le regioni costiere dell'Olanda e della Germania o sulle isole prospicienti, che, per i bisogni di una comunicazione appena superiore al ristretto ambito familiare o provinciale, sono nella continua necessità di ricorrere, rispettivamente, al francese o allo spagnolo, all'olandese o al tedesco. Questi esempi mostrano inoltre che anche lingue di scarsa diffusione e di limitate possibilità di comunicazione possono continuare a coesistere con lingue di maggior prestigio e di più ampio impiego se coloro che le parlano sentono vivi i legami con una tradizione storica e culturale in cui si identificano e alla quale non vogliono rinunciare. Quando invece questi legami si allentano, la lingua di maggior prestigio tende a sostituire l'altra. La scomparsa di una lingua è normalmente preceduta da una fase, più o meno lunga, di bilinguismo. È quanto è accaduto, per esempio, al prussiano antico, lingua baltica che ha finito per cedere alla pressione del tedesco, o, in epoca più recente, al dialetto celtico della Cornovaglia che ha subito un processo di regressione e scomparsa di fronte all'inglese.

Diritto

Nelle regioni in cui sono presenti minoranze che usano una lingua diversa da quella nazionale (per l'Italia, la Valle d'Aosta, il Trentino-Alto Adige e il Territorio di Trieste) la Costituzione (art. 6) riconosce l'uso di una lingua diversa da quella italiana. Il dettato costituzionale trova pratica attuazione nei singoli statuti regionali, che contemplano tra l'altro l'insegnamento della lingua propria alle singole minoranze nelle scuole e l'uso della stessa in tutti gli atti ufficiali ecc.

Pedagogia

In passato era diffusa la convinzione – suffragata da eminenti psico-pedagogisti – che l'apprendimento di una seconda lingua in età troppo precoce potesse causare degli squilibri nello sviluppo del pensiero e dell'attività di apprendimento del bambino. Studi e sperimentazioni accurate hanno dimostrato invece che non solo il bilinguismo precoce non comporta alcun effetto negativo sullo sviluppo del pensiero, ma che probabilmente ha numerosi effetti positivi. Basti accennare all'acquisizione di una spiccata plasticità verbale ed espressiva; una migliore comprensione della struttura della prima lingua; una maggiore apertura agli stimoli culturali provenienti dall'esterno. Nella società contemporanea appare evidente l'importanza che riveste la conoscenza di una seconda lingua, che consente una adeguata interconnessione economica, politica e culturale dei diversi Paesi. Solo ultimamente l'Italia si è allineata alle posizioni dei Paesi europei più evoluti con l'approvazione della riforma della scuola elementare che, fra le altre novità, introduce l'insegnamento di una seconda lingua.

Bibliografia

P. Christophersen, Bilingualismo, Londra, 1948; U. Weinreich, Languages in Contact. Findings and Problems, L'Aja, 1970; R. Titone (a cura di), Educazione bilingue e insegnamento delle lingue straniere oggi, Milano, 1979; J. A. Fishman, Istruzione bilingue. Una prospettiva sociologica internazionale, Bergamo, 1982.

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