cèrnia

(meno comune cèrna), sf. [sec. XIX; latino tardo acernía, risalente al greco ácherna]. Nome di diverse specie di Osteitti della famiglia dei Serranidi appartenenti specialmente ai generi Epinephelus e Polyprion, tutti di grandi dimensioni, diffusi nei mari tropicali e temperati. Il corpo, ricoperto da scaglie cicloidi, è tozzo e massiccio, dalla testa molto grande in cui si apre la bocca enorme armata di numerosissimi denti piccoli e acuminati, disposti in più serie. La pinna dorsale è unica, con una prima porzione sostenuta da robusti raggi spinosi e una seconda retta da raggi molli; tutte le altre pinne sono ben sviluppate. Nel Mediterraneo la specie più nota è la cernia comune o cernia gigante (Epinephelus guaza), dal colore bruno-rossastro con macchie chiare, che può raggiungere la lunghezza di 1,5 m e il peso di 60 kg; vive sui fondali rocciosi a profondità variabili da pochi metri fino a oltre 200. Vorace predatrice, ha carni eccellenti e rappresenta una delle prede più ambite per i pescatori subacquei. Il genere Epinephelus è rappresentato nel Mediterraneo da altre specie, fra cui la cernia dorata (Epinephelus alexandrinus) dalla caratteristica macchia dorata sui fianchi, la cernia nera (Epinephelus caninus) che può raggiungere il peso di un quintale e la cernia bianca (Epinephelus aeneus) che predilige i fondali sabbiosi. Allo stesso genere appartengono anche le colossali cernie dei mari tropicali, fra cui Epinephelus lanceolatus ed Epinephelus jatara che raggiungono il peso di alcuni quintali. Il genere Polyprion è rappresentato da una sola specie ad ampia distribuzione geografica: la cernia di scoglio o cerniola (Polypryon americanum) che può raggiungere la lunghezza di 2 m.

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