céna

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sf. [sec. XII; latino cēna].

1) In senso storico, presso i Romani antichi, il pasto principale della giornata, che si iniziava nel tardo pomeriggio e si protraeva fino a notte inoltrata.

2) Ultimo pasto della giornata, consumato solitamente alla sera; l'insieme delle vivande che costituiscono tale pasto: andarono fuori a cena insieme; una cena frettolosa, abbondante, frugale; far da cena, preparare le vivande per cenare; essere a cena, cenare; dare una cena, offrire una cena sontuosa ed elegante, specialmente in occasioni mondane. Frequente il dim. cenétta, specialmente per indicare una modesta ma piacevole cena tra amici. Per estensione, l'ora della sera in cui solitamente si consuma tale pasto: verrà da te dopo cena. La Cena che riunì nel CenacoloGesù e i dodici Apostoli poche ore prima della cattura del Maestro nel Getsemani e dopo la quale avvenne l'istituzione dell'Eucarestia. Probabilmente si deve ammettere che essa fu anche la Cena pasquale, cioè la cena della pasqua ebraica che commemorava la liberazione degli Ebrei dall'Egitto. Questo tipo di banchetto sacro era praticato in tutta l'antichità e i partecipanti credevano, mangiando le carni immolate del sacrificio, di entrare in comunione con la divinità. Il nuovo rito (Eucarestia), che ad esso seguì, era segno reale della liberazione dal peccato e della nuova alleanza. Cena Santa.

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