Lessico

sf. (rar. sm.) [sec. XIII; latino cínis-ĕris].

1) Residuo solido lasciato dai materiali organici al termine della combustione e formato dai loro costituenti minerali: “certe figure che faceva e disfaceva nella cenere” (Manzoni); ridursi in cenere, bruciare; fig.: ridurre in cenere, distruggere; covare la cenere, detto di chi è sempre vicino al fuoco; fuoco che cova sotto la cenere, di passione che arde in segreto, sotto una tranquilla apparenza. Anche il residuo ottenuto nei processi di calcinazione dei minerali, per esempio le ceneri di pirite, costituite da ossido di ferro, ottenute dall'arrostimento all'aria della pirite.

2) Per estensione, macerie, rovine di monumenti antichi o comunque di edifici distrutti;vestigia di una civiltà passata: “Vedeva Troia in cenere e in caverne” (Dante); le ceneri della potenza romana. Anche resti di cadaveri, spoglie mortali: “Or vo piangendo il suo cenere sparso” (Petrarca); fig.: diventar cenere, morire. Quindi, nel linguaggio religioso, l'uomo stesso, votato inesorabilmente alla morte, o la vanità delle cose terrene, destinate a scomparire.

3) Al pl., in liturgia, residuo dell'olivo benedetto imposto dal sacerdote sulla fronte dei fedeli in segno di penitenza; il rito avviene il mercoledì che precede la prima domenica di Quaresima (mercoledì delle Ceneri); per estensione, il rito stesso e il giorno in cui si celebra. Nelle antiche religioni la cenere è talora connessa a riti agresti: per esempio nell'antico Egitto venivano sacrificati sulla tomba di Osiride uomini di pelo rosso e le loro ceneri erano sparse sui campi per fertilizzarli; lo stesso rito si celebrava anche in Fenicia e vittima era lo stesso dio Tamūz (Adone). Nel cristianesimo, l'imposizione sul capo dei fedeli delle ceneri risale al Vecchio Testamento; fino al sec. XI i penitenti pubblici indossavano un cilicio e cospargevano il capo di cenere e ricevevano la penitenza. Urbano II nel Sinodo di Benevento (1091) prescrisse il rito per tutti i fedeli. L'imposizione delle ceneri è accompagnata dalla formula pronunciata dal sacerdote: “Ricordati, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai”

4) Come agg. e sm. inv., la particolare sfumatura di grigio propria della cenere: un cappotto cenere; “Nel brivido primo de l'alba / che sparge di cenere il cielo” (A. Negri).

5) Cenere radioattiva, termine talvolta usato per indicare le polveri radioattive prodotte da un'esplosione nucleare o le scorie radioattive di un reattore nucleare.

Chimica

La composizione chimica delle ceneri è diversa a seconda della natura del materiale combustibile: così, le ceneri del legno sono ricche di carbonato di potassio e contengono inoltre calcio, magnesio e silice; quelle dei carboni sono in genere ricche di silice, di silicati e di ossido di ferro; le ceneri di molti petroli contengono anche quantità non trascurabili di vanadio, tanto da essere utilizzate per l'estrazione di questo metallo; le ceneri d'ossa sono ricche di fosfato tricalcico e sono perciò usate come fertilizzanti, ecc.

Geologia

Cenere vulcanica, prodotto vulcanico piroclastico sciolto, da pulverulento a sabbioso, costituito da minuti brandelli di lava (cenere vetrosa) e da frammenti di materiale roccioso strappato dalle pareti del condotto durante la fase di eiezione nella quale si opera anche una selezione granulometrica delle ceneri, favorita dalla eventuale presenza di correnti aeree. Le ceneri sabbiose si depositano rapidamente in vicinanza del cratere mentre quelle più fini rimangono in sospensione per lunghi periodi di tempo e possono ricadere a grande distanza. Le ceneri vetrose sono inizialmente biancastre ma diventano in seguito rapidamente bruno-scure per ossidazione del ferro bivalente. Durante le piogge che accompagnano le eruzioni, le ceneri fresche, dotate di notevoli qualità cementanti, si agglomerano in grumi sferoidali detti pisoliti o gocce di pioggia pietrificate o anche lapilli concrezionari. La presenza di ceneri pisolitiche è indice certo che l'eruzione si è manifestata in ambiente subaereo.

Ecologia

Il progressivo aumento dell'impiego di combustibili di origine fossile, come carbone e petrolio, per la produzione di energia elettrica dà luogo alla produzione di ceneri (in media, il 15% della massa originaria nel caso del carbone, l'1% nel caso del petrolio) che viene in parte diffusa nell'ambiente, insieme ai gas di combustione, e in parte trattenuta in appositi filtri. Grazie a questi accorgimenti tecnologici, la quantità di cenere diffusa nell'ambiente è oggi ridotta a una frazione molto piccola (0,1%) del totale. La cenere raccolta nei filtri viene poi deposta in discariche che occupano vasti spazi e possono dare luogo a fenomeni di inquinamento in seguito al dilavamento da parte delle piogge. Per ovviare a tali inconvenienti è stato proposto di impiegare queste ceneri nella produzione di materiali da costruzione in sostituzione di alcune materie prime ricavate da attività estrattive che hanno effetti negativi per l'ambiente.

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