céra¹

Indice

Lessico

sf. [sec. XIII; latino cēra].

1) Sostanza organica secreta dalle ghiandole addominali delle api; per analogia, ogni composto con caratteristiche affini, di origine naturale: cera vergine, purissima, estratta direttamente dai favi; cera per modellare, cera per pavimenti. Con sensi particolari: cera di Spagna, ceralacca; cera da scarpe, lucido per calzature; cera da innesti, mastice con cui si chiude il taglio degli innesti; cera fossile, ozocherite. In loc. fig.: appiccicato, incollato con la cera, poco saldamente; struggersi come la cera, di cosa che si consuma in breve tempo o di persona che per malattia o tormento deperisce a vista; viso di cera, pallidissimo; proverbio: “chi ha capo di cera non vada al sole”, chi è fragile o debole non affronti fatiche o pericoli.

2) Per estensione: A) modello di questa sostanza, da cui si ricava la forma in una particolare operazione di fonderia, detta appunto “a cera persa”. È uno dei più antichi procedimenti di fusione largamente adottato in Europa, Africa, Asia e America precolombiana, soprattutto per ottenere oggetti artistici in leghe a basso punto di fusione. Il modello viene eseguito in cera e poi rivestito con materiale di formatura, originariamente argilla; si provvede quindi all'eliminazione della cera per semplice riscaldamento, ottenendo una forma estremamente fedele all'originale, nella quale si cola il metallo. B) Tavoletta cerata su cui gli antichi Romani scrivevano con lo stilo. C) Rilievo plastico, statuetta fatta di tale sostanza (vedi ceroplastica): museo delle cere. Anche con valore collettivo, oggetti di tale sostanza (candele, torcetti, ecc.): fabbrica di cera, venditore ambulante di cera. D) Fig. poet., il corpo umano, la materia di cui sono fatte le cose del mondo, malleabile secondo la volontà divina: “la mondana cera” (Dante).

3) In zoologia, membrana che riveste la base della parte superiore del becco di diversi uccelli (per esempio pappagalli) e ne circonda le narici.

Chimica

Le cere sono costituite da esteri di acidi grassi superiori (acido palmitico, cerotico, montanico, ecc.) con alcoli superiori alifatici, quali l'alcol miricilico, cetilico, cerilico. Alla categoria delle cere appartengono anche gli estolidi delle Conifere, sostanze grasse formate da catene di ossiacidi superiori uniti mediante legami esteri. Nelle cere sono in genere presenti anche idrocarburi, alcoli, acidi grassi, chetoni, ecc., sostanze che determinano in gran parte i caratteri organolettici. Le cere presentano tutte un basso punto di fusione (40-80 ºC), una consistenza più o meno molle e sono insolubili in acqua. Oltre alla cera delle api esistono altre cere animali (per esempio lanolina, spermaceti; cere rivestono inoltre la parete cellulare dei micobatteri, responsabili dell'acidoresistenza di tali specie microbiche). Anche le piante secernono cera (per esempio la cera carnauba) che forma uno strato di rivestimento alla superficie delle foglie, dei frutti, dei fiori, proteggendo tali strutture dalla disidratazione e dagli effetti nocivi dei raggi solari. Vanno infine ricordate le cere minerali, tra cui la cera montana, che si estrae con opportuni solventi dalle ligniti. La cera d'api viene prodotta in speciali strutture ghiandolari presenti nell'addome delle api e si ricava dalle cellette dei favi; in commercio si distingue in cera gialla o cera vergine, massa gialla, untuosa, di consistenza molle e odore aromatico, e cera bianca, ottenuta da quella gialla per fusione e decolorazione. La cera bianca è incolore, inodore, di consistenza dura. Pure o mescolate con materiali di più basso costo (paraffina di petrolio, stearina, ecc.), le cere sono impiegate per la fabbricazione delle candele, del lucido da scarpe, della cera per pavimenti, nella preparazione di isolanti elettrici e come lubrificanti; in campo farmaceutico per la preparazione di creme e unguenti ad azione protettiva della pelle. Per la loro proprietà di adsorbire acqua le cere vengono inoltre incorporate nelle creme cosmetiche ad azione idratante ed emolliente. In tecnica farmaceutica le cere trovano applicazione per la copertura e la lucidatura dei confetti mentre il loro impiego per la preparazione di medicamenti iniettabili ad azione-ritardo è oggi del tutto abbandonato. § Cera del Giappone, nome improprio dato alla sostanza grassa che si ricava dai frutti di varie piante del genere Rhus, alberi dell'Asia orientale e sudorientale, usata per sofisticare la cera d'api. § Cera microcristallina o cera di petrolio. Sostanza pastosa che si ricava per raffinazione di alcune frazioni di oli lubrificanti. È costituita da un aggregato di piccolissimi cristalli immersi in una matrice oleosa. La cera microcristallina viene usata in sostituzione delle cere naturali soprattutto per materiali isolanti e come idrofugo per la carta. § Cere sintetiche, prodotti artificiali di composizione chimica varia (idrocarburi paraffinici, siliconi, poliglicoli, ecc.) e di caratteristiche fisico-chimiche simili a quelle delle cere naturali, di cui hanno le stesse applicazioni.

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