Lessico

sm. [sec. XIII; dal latino codex-ĭcis, tavoletta per scrivere, raccolta di leggi].

1) Ant., l'insieme delle tavolette cerate su cui si scriveva. Per estens. libro manoscritto composto di più fogli.

2) Raccolta di norme giuridiche emanate dal potere legislativo: codice civile, penale. In particolare, raccolta di leggi relative a una determinata materia: codice postale; codice della strada, l'insieme di norme di polizia che disciplinano la circolazione stradale; quello in vigore è stato approvato con decreto del presidente della Repubblica il 15 giugno 1959. Per antonomasia, lo stesso codice penale: violare il codice, commettere reato; inciampare nel codice, compiere un'azione punibile; avere il codice in tasca, conoscerlo perfettamente.

3) Per estensione, raccolta non ufficiale di norme legislative concernenti una data materia: codice tributario, amministrativo. Anche complesso di norme private, di vario contenuto e non aventi carattere giuridico: codice della cortesia, cavalleresco, del galateo. Codice diplomatico, raccolta sistematica di documenti riguardanti una persona, un ufficio, una città e simili.

4) Sistema di simboli e di caratteri o successione di impulsi elettrici usati per comunicazioni particolari o segrete: codice cifrato, vedi cifra; codice dei segnali, in marina, raccolta degli elementi e delle norme relative all'uso dei sistemi di segnalazione ottica, acustica, radiotelefonica e radiotelegrafica. Assai importante è il Codice internazionale dei segnali, di uso generale a bordo delle navi, nelle stazioni terrestri, ecc.

5) In biologia, il codice genetico indica la corrispondenza tra la sequenza di basi nucleotidiche dell'RNA messaggero e la sequenza degli amminoacidi nelle catene proteiche.

6) In psicologia, test di codice, reattivo mentale in cui si chiede al soggetto o di tradurre qualcosa in un codice di cui gli vengono forniti i principi, o di tradurre da un codice a lui ignoto, sulla base di alcuni indizi forniti.

7) Nella teoria dell'informazione, repertorio dei significati adottati convenzionalmente ai fini della trasmissione di un messaggio. Significanti sono, per esempio, i suoni diversi matita, crayon, pencil, Bleistift nei riguardi dell'identica cosa significata. Anche, sistema di associazione di combinazioni di elementi di un insieme finito di segnali, con un elemento di un alfabeto finito.

8) Nell'America precolombiana, lunga striscia di carta (Maya, Aztechi) o di pelle di cervo (Mixtechi) piegata a ventaglio e racchiusa tra due copertine di legno. Sulla superficie, ricoperta da uno spesso strato di calce bianca, si disegnavano in nero le figure e i glifi, che poi venivano dipinti a vivaci colori. I codici mixtechi e aztechi sono interessanti e anche divertenti perché sono illustrati con un certo umorismo; molto più curati quelli maya, che rispecchiano l'armonia compositiva propria di quel popolo.

Cenni storici

Anticamente con il termine latino caudex poi contratto in codex si indicavano le tavolette in legno ricoperte di cera usate per scrivere. Successivamente il termine designò l'unione di più tavolette e infine un libro a fogli rilegati contrapposto al volumen, cioè ai fogli avvolti a rotolo. L'uso dei codici si diffuse dal sec. I d. C. e permase fino all'invenzione della stampa. A seconda delle loro caratteristiche i codici hanno assunto nomi diversi: opistografici, quelli in cui il verso dei fogli fu utilizzato per scrivervi un testo diverso da quello del recto; autografi, quelli che contengono opere scritte di pugno dall'autore; adespoti, in cui non appare il nome dell'autore; palinsesti o rescritti, nei quali a un primo testo raschiato o lavato venne sovrapposto un nuovo testo; acefali, quelli che sono mancanti dei primi fogli; mutili, quelli che mancano dei fogli interni. In alcuni casi i codici hanno notevole valore artistico; ne esistono infatti di miniati con scritte in oro, di età bizantina, carolingia, romanica e gotica: Bibbie, libri d'ore, salteri, evangeliari, ecc. Circa gli autori materiali, mentre nell'antica Roma i codici erano redatti da schiavi colti, nel Medioevo, con l'istituzione di vere scuole di scrittura, le trascrizioni vennero effettuate da monaci in conventi o abbazie che possedevano locali, chiamati scriptoria, destinati esclusivamente alla copiatura dei codici.

Diritto

Nella storia del diritto, ogni sorta di raccolta o compilazione di norme giuridiche che possono essere ordinate sia cronologicamente sia sistematicamente. Nel diritto moderno, a seguito dell'assunzione da parte dello Stato dell'esclusivo potere di dettare norme giuridiche, il termine codice indica un nuovo e completo testo legislativo contenente un organico sistema di norme in una determinata materia. § Codice gregoriano, raccolta di costituzioni imperiali, quasi esclusivamente rescritti, composta da un privato, Gregoriano, sotto il regno di Diocleziano, negli anni 291-292. Trattava prevalentemente di diritto privato e raccoglieva rescritti dall'epoca dei Severi fino a Diocleziano, ordinati in 15 libri, divisi a loro volta in titoli, all'interno dei quali le singole costituzioni erano disposte in ordine cronologico. Tale raccolta ci è nota solo in via indiretta, in quanto utilizzata in compilazioni successive: Codice giustinianeo, Vaticana Fragmenta, Collatio mosaicarum et romanarum legum, Leggi romano-barbariche. § Codice ermogeniano, raccolta di rescritti dell'imperatore Diocleziano relativamente agli anni 293-294, compiuta con molta probabilità dal giurista Ermogeniano, cui sono pure attribuiti 6 libri iuris epitomarum. Secondo un'ipotesi abbastanza fondata si tratterebbe di un'integrazione del precedente Codice gregoriano: in effetti il Codice ermogeniano risulta composto di un unico libro, diviso in titoli che, in linea di massima, ripetono la successione di materie riscontrabile nel primo. Identico è pure il modo di trasmissione del testo. § Codice teodosiano, raccolta di costituzioni imperiali, in 12 libri, ordinata da Teodosio II. Il codice fu pubblicato nel 438 e conteneva la raccolta di costituzioni a carattere generale (leges generales sive edicta) emanate da Costantino in poi. Tali costituzioni, alleggerite del superfluo, modificate e adattate alle mutate esigenze, erano ordinate cronologicamente all'interno dei titoli. Rimase in vigore, in Oriente, fino all'emanazione del Codice giustinianeo; in Occidente, anche in epoca successiva. § Codice giustinianeo, raccolta di costituzioni imperiali, disposta da Giustiniano e realizzata in due successive edizioni. La prima, Novus codex iustinianeus, a noi non pervenuta, fu pubblicata nel 529: in base alle testimonianze delle fonti doveva contenere, opportunamente modificate e adattate, tutte le costituzioni ancora in vigore, scegliendole sia dalle precedenti compilazioni – Codice gregoriano, ermogeniano, teodosiano e Novelle post-teodosiane – sia dalla massa di quelle successivamente emanate fino alla data di pubblicazione della raccolta stessa. La seconda edizione, che ci è stata conservata, Codex repetitae praelectionis, fu pubblicata nel 534, a seguito di una rielaborazione e aggiornamento della prima, apparsa ben presto inadeguata, sia a seguito della pubblicazione delle Istituzioni e dei Digesti, sia per l'abbondante produzione legislativa degli anni intermedi, in gran parte collegata alla preparazione ed esecuzione delle due opere succitate. Il codice comprende 12 libri, divisi in titoli, che osservano l'ordine cronologico. § In Italia vigono attualmente il Codice Civile, il Codice Penale, il Codice di Procedura Penale, il Codice Penale Militare di pace, il Codice Penale Militare di guerra e il Codice della navigazione. Il Codice Civile è il testo legislativo che regola i rapporti giuridici privati. Pubblicato (su progetto di V. Scialoja e M. D'Amelio) con decreto 16 marzo 1942, n. 262, è entrato in vigore il 21 aprile 1942. Consta di 2969 articoli più le disposizioni per l'attuazione e le disposizioni transitorie emanate con decreto 30 marzo 1942, n. 318. Leggi successive hanno modificato, tra l'altro, i contratti agrari e di locazione, introdotto il divorzio dal 1970 e abbassato la minore età da 21 a 18 anni anni nel 1975. Il Codice Civile consta di 6 libri: delle persone e della famiglia, delle successioni e delle donazioni, della proprietà e degli altri diritti reali, delle obbligazioni e dei contratti, del lavoro, della tutela dei diritti. Il Codice Penale attualmente vigente in Italia, pubblicato con decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, è entrato in vigore il 1º luglio 1931 e ha preso il nome dal giurista Rocco, allora guardasigilli, che lo propose. Consta di 734 articoli in 3 libri: dei reati in generale, dei delitti in particolare, delle contravvenzioni in particolare. Ha subito, nel dopoguerra, numerose modifiche conformi ai principi della nuova Costituzione. Il Codice di Procedura Civile (a cui collaborarono Carnelutti, Redenti, Calamandrei, Azzariti e Conforti) fu approvato con decreto 28 ottobre 1940, n. 1443, ed è entrato in vigore il 21 aprile 1942. È stato profondamente innovato nel dopoguerra, soprattutto con le leggi n. 581 del 1950, n. 533 del 1973 (nuovo processo del lavoro e previdenziale) e n. 353 del 1990. Consta di 831 articoli in 4 libri: disposizioni generali, processo di cognizione, processo di esecuzione, procedimenti speciali. Il Codice di Procedura Penale, emanato il 19 ottobre 1930 è stato sostituito dal nuovo Codice di Procedura Penale approvato con il D.P.R. 22 settembre 1988, n. 447 ed entrato in vigore un anno dopo. Esso è diviso in 11 libri: soggetti, atti, prove, misure cautelari, indagini preliminari e udienza preliminare, procedimenti speciali, giudizio, procedimento davanti al pretore, impugnazioni, esecuzione, rapporti giurisdizionali con autorità straniere. Consta di 746 articoli. I codici penali militari comprendono il Codice Penale Militare di pace e il Codice Penale Militare di guerra, entrambi approvati con R.D. del 20 febbraio 1941 ed esecutivi dal 1º ottobre 1941. Importanza fondamentale ha il Codice Penale Militare di pace che fissa i principi del diritto penale militare, definisce i reati militari stabilendo le relative pene e tratta della procedura penale militare. Accanto a reati che possono essere commessi soltanto da militari (disobbedienza, insubordinazione, diserzione, furto militare, ecc.), il codice prevede reati che possono essere commessi anche da persone estranee alle forze armate (spionaggio, ingiurie o violenza alle sentinelle, attività sediziosa, ecc.). Il Codice Penale Militare di guerra si occupa di reati specifici del tempo di guerra (abbandono di comando, resa, reati contro la legge e gli usi di guerra, ecc.) e inasprisce le pene previste dal codice di pace. Il Codice della navigazione contiene la disciplina unitaria e sistematica della navigazione marittima, per acque interne e aerea, oltre che le disposizioni penali e disciplinari di chi, cittadino o straniero, è al servizio di una nave o di un aeromobile italiani. Il suo testo è stato approvato con il R.D. del 30 marzo 1942, n. 327 ed è composto da 1331 articoli.

Diritto canonico

Il primo corpo di leggi rappresentante il diritto universale della Chiesa romana, il Codex Iuris Canonici, fu promulgato il 27 maggio 1917; constava di 5 libri: norme generali (de normis generalibus); persone (de personis); cose (de rebus); procedura (de processibus); crimini e pene (de delictis et poenis). Dopo un lungo periodo di studi effettuati da un'apposita Commissione Pontificia istituita nel 1963 da Giovanni XXIII per dare attuazione soprattutto a decreti del Concilio Vaticano II, il 25 gennaio 1983 (entrando in vigore il 27 novembre dello stesso anno) è stato promulgato da Giovanni Paolo II il nuovo Codex di diritto canonico. Esso consta di 7 libri: norme generali (de normis generalibus); il popolo di Dio (de populo Dei); la funzione di insegnare della Chiesa (de Ecclesiae munere docendi); la funzione di santificare della Chiesa (de Ecclesiae munere sanctificandi); i beni temporali della Chiesa (de bonis Ecclesiae temporalibus); le sanzioni nella Chiesa (de sanctionibus in Ecclesia); i processi (de processibus). Si tratta di un complesso di disposizioni veramente imponente che ha inteso, pur nel più assoluto rispetto della tradizione, prendere atto del novum che negli ultimi decenni del sec. XX è penetrato nella Chiesa. Ciò spiega il lungo periodo di tempo (ca. venti anni) che è occorso per l'elaborazione del testo, il quale è stato sottoposto al vaglio di numerosi organismi interni della Chiesa prima di essere perfezionato in via definitiva.

Ottica: fotografia

Alla fine degli anni Ottanta del sec. XX è stato introdotto e adottato da tutti i fabbricanti di pellicole il codice DX. Consiste in due serie di 6 aree di 5,5×7 mm, sull'involucro metallico della cartuccia 135 (per pellicola 24×36 mm) che segnalano, alle macchine fotografiche dotate di adatti tastatori, la sensibilità e la lunghezza (espressa in numero di pose) della pellicola contenuta nel caricatore. Le due serie di 6 tastatori (ma la maggior parte delle macchine “legge” solo il codice della sensibilità) rilevano se ciascuna delle 6 zone è conduttrice o no, ricavando la sensibilità della pellicola, che viene comunicata al circuito elettronico di controllo dell'esposizione, e il numero di pose disponibile, che, nelle macchine motorizzate, determina la durata del riavvolgimento automatico della pellicola dopo l'ultimo scatto. In assenza del codice DX sul caricatore, le macchine munite di tastatori (se non consentono, in alternativa, l'impostazione manuale della sensibilità) impostano un valore compreso tra 25 e 100 ISO.

Economia

Il codice generale delle aziende di credito, predisposto dall'Associazione Bancaria Italiana, intende attuare un'uniforme identificazione di ciascuna banca e delle proprie filiali. Il codice per ogni azienda è composto da quattro cifre di cui la prima indica la categoria, la seconda, terza e quarta (da 001 a 999) indicano il numero distintivo. Per quanto riguarda le filiali, ogni banca ha a sua disposizione tutti i numeri compresi tra 0001 e 9999. Il codice di filiale segue quello della banca senza separazione. § Codice Italiano Cambi, codice in uso presso l'Ufficio Italiano Cambi per precisare le caratteristiche di ogni moneta estera. È in dotazione anche presso tutte le aziende di credito. § Codice fiscale, stringa di caratteri con cui l'Anagrafe Tributaria identifica ciascun cittadino e associazione; è costituito, per le persone fisiche, da 16 caratteri alfanumerici, in cui i primi tre caratteri, alfabetici, sono generalmente le consonanti del cognome, i secondi tre le consonanti del nome, quindi altri cinque caratteri rappresentano l'anno (le prime due cifre), il mese (la lettera alfabetica) e il giorno di nascita (le altre due cifre, aumentate di 40 per i cittadini di sesso femminile), i successivi quattro caratteri (una lettera alfabetica e tre cifre) il Comune, o Stato estero, di nascita, e, infine, l'ultima lettera alfabetica il controcodice di verifica; per società, associazioni ed enti il codice è la partita IVA attribuita al momento dell'inizio attività; recentemente, il codice viene utilizzato anche da altre Amministrazioni dello Stato per individuare le persone fisiche (per esempio, nel Servizio Sanitario Nazionale).

Elettronica

Codice dei colori, codice per la marcatura dei componenti elettronici soprattutto usato per i resistori a impasto e i condensatori ceramici, che consiste nell'indicare i valori della resistenza o della capacità per mezzo di una serie di anelli colorati stampigliati sul corpo del componente . Per i resistori, il codice dei colori è riportato nella tabella; i primi tre anelli da sinistra indicano il valore nominale in Ϛ della resistenza, il quarto la tolleranza in % del valore nominale, il quinto (facoltativo) può indicare il coefficiente di temperatura oppure la classe di affidabilità. Per esempio, la sequenza di anelli rosso, giallo, rosso, oro, identifica un resistore di 2400 Ϛ con tolleranza 5%. Sui condensatori ceramici sono riportati solo i tre anelli che indicano il valore nominale espresso in pF, e si leggono con lo stesso codice dei resistori. Per altri componenti i codici usati non sono sempre standardizzati. Il codice dei colori presenta il vantaggio di permettere una facile identificazione del componente, specialmente se questo è di piccole dimensioni o è montato in posizione poco accessibile.

Filosofia del linguaggio

Sistema di segni convenzionali, ammessi entro un linguaggio formale o utilizzati nell'ambito di una lingua naturale. Nei linguaggi formali elementari, un codice (o “alfabeto”) conterrà almeno: i segni che indicano le costanti descrittive del linguaggio (nomi individuali e predicati), le costanti logiche (connettivi), le variabili e i simboli ausiliari (parentesi, segni di interpunzione, ecc.), le regole di formazione delle parole (successioni di elementi del codice o “formule”). Quando le variabili sono vincolate (cioè ricadono sotto il campo d'azione dei quantificatori ammessi nel linguaggio) le formule del codice sono “proposizioni”. È un risultato importante della logica delle proposizioni il fatto che essa riveli una struttura di tipo booleano, cioè che essa sia esprimibile come un'algebra che opera sopra gli unici elementi neutri “0” e “1”: ciò apre la possibilità di esprimere gran parte degli asserti scientifici mediante codici di tipo binario. In accezione più ampia, la nozione di codice non è limitata ai sistemi di segni atti a costituire formule e proposizioni; si daranno codici iconici, acustici, o costituiti da altri tipi di segnali fisici percepibili o misurabili; si daranno poi codici come sistemi di meta-regole applicabili ai diversi linguaggi, che selezioneranno stili, generi o ambiti disciplinari distinti. Dato un codice, non si pone soltanto la questione della sua struttura sintattica, ma anche e soprattutto la questione della sua interpretazione, cioè dei significati che le sue parole codificano. In tale quadro, assume notevole rilevanza il problema della traduzione dei codici (transcodifica). Una concezione ingenua, di tipo platonico, vorrebbe che la traduzione sia garantita dalla costanza del riferimento: due codici sono inter-traducibili perché le loro formule significano – a coppie – la stessa cosa. In realtà, i significati attribuibili a un codice non dipendono soltanto dalle relazioni che le sue formule istituiscono con qualche dominio esterno al codice, ma anche da quelle interne che le formule del codice istituiscono tra loro, all'atto della fondazione. La natura di tali relazioni interne varia, in genere, da codice a codice: pertanto, una traduzione radicale è possibile solo se è disponibile un manuale di traduzione convenzionale, che colleghi – nella loro interezza – i codici da tradurre.

Informatica

Sistema di simboli per rappresentare dati o istruzioni in un sistema di elaborazione o per registrarli nei diversi supporti. Sulla base dei tipi di simboli usati, un codice può essere alfabetico o numerico o misto, e, a seconda della rappresentazione impiegata, binario, ottale, decimale, esadecimale, ecc. (numerazione). In particolare è detto codice di macchina un sistema di combinazioni di cifre binarie che il calcolatore riconosce come dati da elaborare o istruzioni di programma da eseguire. È detta invece codice operativo la parte iniziale di un'istruzione che ne contraddistingue il tipo e la funzione. Il codice operativo è il primo elemento che l'elaboratore elettronico prende in esame per controllare se l'istruzione è possibile, cioè se è prevista nel repertorio delle istruzioni. Per la perforazione di dati su schede e su bande si sono sviluppati i codici di perforazione, tra i quali i più diffusi per schede perforate risultarono: il codice Hollerith (IBM) per schede di 80 colonne di 12 righe ciascuna; il codice Bull strutturalmente analogo all'Hollerith; e il codice Remington per schede di 90 colonne di 6 righe ciascuna. Per trasmettere a distanza dati e informazioni, sono utilizzati i codici di trasmissione, l'impiego dei quali è determinato essenzialmente dalla linea di trasmissione utilizzata. Normalmente il collegamento avviene su linee telegrafiche o telefoniche, pubbliche e private, impiegando i relativi codici normalizzati. In generale, ogni linguaggio di programmazione o di descrizione di dati associa particolari codici a significati particolari, per esempio i codici di errore per indicare l'esito di determinate operazioni.

Telecomunicazioni

Codice di trasmissione, insieme dei simboli (gruppi di lettere dell'alfabeto, successioni di impulsi elettrici, ecc.) mediante i quali è possibile la trasmissione di messaggi. All'infuori di codici particolari impiegati in circuiti di trasmissione chiusi, cioè circoscritti a un ben preciso ambito di utilizzazione (per esempio per la segnalazione delle prenotazioni ferroviarie in una rete nazionale), i codici vengono definiti ed emanati con validità internazionale da uno speciale organo, il Comité Consultatif International Téléphonique et Télégraphique (CCITT), con sede a Ginevra, che provvede anche ad aggiornare i codici esistenti: il codice Morse, il codice Baudot e il codice CCITT n. 2, che deriva dal codice Baudot. Nel codice Morse le lettere sono rappresentate da sequenze di punti (emissioni di breve durata) e di linee (emissioni di durata equivalente a tre punti) separati da intervalli di tempo equivalenti a un punto fra gli impulsi elementari di ogni lettera, a tre punti fra due lettere successive, a cinque punti fra due parole successive. Già dal 1990 il codice Morse non era più l'unico sistema di comunicazione utilizzato sulle navi. La constatazione che il suo uso diminuiva costantemente ha portato alla sua abolizione nel gennaio 1997. Il codice Baudot, detto anche codice a cinque unità, utilizza, per rappresentare lettere e segni, successioni di cinque segnali di lavoro o di riposo della stessa durata . Le possibili combinazioni dei segnali sono 32: utilizzando due di queste (dette rispettivamente "cambio lettere" e "cambio cifre") per indicare se una data combinazione deve essere indicata come lettera alfabetica o come simbolo di altro genere (per esempio una cifra), rimangono disponibili per la trasmissione telegrafica 60 simboli differenti (non tutti vengono però utilizzati). Analogo al codice Baudot è il codice CCITT n. 2, che lo ha sostituito in campo internazionale e viene usato nelle telescriventi. Tale codice utilizza sempre cinque unità di codifica, ma in luogo delle segnalazioni di spazio fra lettere e cifre usa unicamente due emissioni di riposo e di lavoro, rispettivamente all'inizio e alla fine di ogni lettera, di durata diversa da quella delle altre cinque emissioni che compongono ogni elemento del codice. Vi sono inoltre alcune differenze nella corrispondenza tra le combinazioni di segnali e i simboli alfabetici e numerici. § Codice alfabetico civile internazionale , lista di termini foneticamente noti le cui iniziali corrispondono a ciascuna lettera dell'alfabeto. Viene usato per migliorare la comprensione di messaggi o di termini inusuali o anche di difficile riproduzione fonetica data la limitata banda di frequenze (300÷3000 Hz) impiegata internazionalmente per la trasmissione di messaggi in fonia. § In aeronautica, codice Q, codice impiegato nelle telecomunicazioni aeronautiche per agevolare e semplificare le comunicazioni fra aeromobile e stazioni a terra e viceversa. Viene denominato così in quanto le sue voci sono costituite da gruppi di tre lettere delle quali la prima è sempre la Q.

Biologia

Il codice genetico è un codice particolare che indica la corrispondenza tra la sequenza di basi nucleotidiche dell'RNA messaggero e la sequenza degli amminoacidi nelle catene proteiche. La sequenza di basi dell'RNA in grado di determinare la posizione di un determinato amminoacido è costituita da una tripletta, cioè da tre dati. Nella struttura dell'RNA ci sono quattro diverse basi (adenina, uracile, citosina, guanina), quindi si hanno 64 (43) possibili triplette; ma poiché gli amminoacidi sono ca. 20, dobbiamo ammettere che alcune triplette servano come informazioni particolari, quali “inizio della catena”, “termine della catena”, e che altre siano dei “non senso”. Poiché l'RNA messaggero è la copia delle informazioni localizzate a livello del DNA cromosomico, il quale presenta una costituzione analoga a quella dell'RNA (tranne che al posto della base uracile contiene la base timina), esiste anche una corrispondenza, per quanto indiretta, tra le sequenze di basi (triplette) del DNA e i singoli amminoacidi.

Codice a barre

È un sistema di identificazione automatica dei beni di consumo, per mezzo di codici e simboli, accettato a livello internazionale. Al sistema EAN (European Article Numbering), creato nel 1977 da 12 Paesi europei, tra i quali l'Italia, aderiscono anche molti Paesi extraeuropei. A ogni prodotto viene attribuito un codice di identificazione composto da 13 cifre, indicate sia con numeri che con le caratteristiche "barre", destinate alla lettura ottica. Le prime due cifre identificano il Paese produttore; le successive cinque il produttore; le altre cinque il prodotto e l'ultima è una cifra di controllo. Poiché a ogni numero di codice corrisponde un solo prodotto, la lettura del codice mediante gli appositi lettori ottici elettronici, alla cassa dei negozi, consente di scaricare automaticamente dalla contabilità di magazzino i vari articoli, e di fornire all'acquirente il conto dettagliato della spesa. Il negozio, o supermercato, usufruisce inoltre di altri vantaggi: si elimina l'applicazione del prezzo sui singoli prodotti (il cui prezzo è memorizzato da un elaboratore centrale, e può essere facilmente modificato in caso di necessità); si eliminano i possibili errori di marcatura e lettura del prezzo; il lavoro di cassa è più veloce e senza errori; grazie all'elaborazione automatica dei dati sono possibili, in tempo reale, l'inventario, il controllo delle scorte e vari tipi di analisi. Il codice può essere applicato anche ai prodotti venduti a peso in quanto le moderne bilance possono stampare etichette recanti il peso, il prezzo unitario e l'importo di ogni confezione, in chiaro e in codice. Esistono inoltre codificazioni speciali che vengono usate per gli imballi multipli (a 13 o 14 cifre, per indicare il lotto e la data di produzione, quella di scadenza, ecc.); per i libri (di 10 cifre) e per tipi particolari di beni di consumo. Nel corso degli anni il codice a barre ha seguito un'evoluzione costante: se il progresso tecnologico ha consentito la disponibilità di apparecchiature per la stampa e la lettura sempre più efficienti, la stessa simbologia del codice a barre si è ampliata per soddisfare nuove esigenze applicative. Ciò ha portato all'introduzione di nuovi codici, come per esempio quello farmaceutico italiano (codice 32), impresso per legge sulle confezioni delle specialità medicinali per uso umano circolanti in Italia; il codice 49, per componenti elettronici miniaturizzati, e il Codablock, usato in particolare nei settori farmaceutico, della gioielleria e dei componenti elettronici. Dato lo scarso spazio a disposizione, il codice 49 presenta una struttura formata da una serie di ranghi sovrapposti, con un considerevole incremento della densità di informazione. Il Codablock è riuscito a estendere la capacità di codificazione inserendo ben 1364 caratteri in un solo simbolo. Successivamente è stata introdotta una simbologia intesa ad aumentare al massimo la densità di informazione, senza al contempo cercare di ridurre le dimensioni assolute dell'etichetta, come nel codice PDF 417, in cui PDF è l'acronimo di Portable Data File. Infatti questo codice è un vero e proprio file di dati portatile, applicabile su qualsiasi prodotto o documento, in grado di essere stampato e letto con apparecchiature a basso costo. Il codice PDF 417 consente di codificare fino a 927 caratteri ASCII o 1854 caratteri alfanumerici o 2738 caratteri solo numerici. Dato che i modi di codifica sono in parte liberi, è possibile a ogni utilizzatore inserire nell'etichetta dati particolari come, per esempio, codice prezzo, peso, istruzioni per la consegna, o addirittura sequenze di istruzioni come un ciclo di lavorazione o di manutenzione. Le tecniche di compattazione dei dati lasciano inoltre prevedere la possibilità di inserire immagini codificate, come per esempio uno schema di montaggio, nell'etichetta che accompagna un prodotto. Se i codici ad alta densità di informazione si diffonderanno, il lettore di codice diventerà una periferica standard su molti PC; al contempo, fra i programmi di stampa disponibili comparirà anche il software per la produzione di filedi dati portatili: basterà scrivere con un word processor, o prelevare da un foglio elettronico o da un data base, le informazioni richieste perché un convertitore le trasformi automaticamente nella simbologia desiderata.

Bibliografia

Per il diritto

M. Abate, S. Vasta, I codici penali e di procedura penale e le leggi complementari, Piacenza, 1976; M. Abate, Il codice di procedura civile e le leggi complementari, Piacenza, 1979; R. Cantagalli, L. D'Ambrosio, P. L. Vigna, I quattro codici annotati, Ostia Antica, 1990; N. Irti, L'età della decodificazione, Milano, 1990.

Per il diritto canonico

R. Bertolino, Tutela dei diritti nella Chiesa, Torino, 1983; E. Cappellini, La normativa del nuovo Codice, Brescia, 1983; R. Corbellini, Il sinodo diocesano nel nuovo codice iuris canonici, Roma, 1986; E. Gambari, I religiosi nel codice, Milano, 1986.

Per la biologia (codice genetico)

R. R. Gates, Human Genetics, New York, 1948; J. Brachet, Biochemical Cytology, New York, 1957; A. Müntzing, Gentic Research, Stoccolma, 1961; C. Auerbach, Introduzione alla genetica, Verona, 1963; L. L. Dunn, Evolving Genes and Proteins, New York, 1965; E. W. Sinnot, L. C. Dunn, T. Dobzhansky, Principi di genetica, Padova, 1965; J. Randal, L'eredità biologica, Bologna, 1966; E. Borek, Il codice della vita, Torino, 1967; J. D. Watson, Biologia molecolare, Bologna, 1967; J. D. Watson, La doppia elica, Milano, 1968; J. Barrai, Genetica, Padova, 1987.

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