Lessico

Sf. [sec. XIII; latino chorda, dal greco chorde, corda di minugia].

1) Elemento molto flessibile, con sezione circolare, di lunghezza in genere notevole, costituito da fili, in fibre vegetali oppure sintetiche, spessi e resistenti (lignuoli o trefoli) che, uniti e ritorti a più capi, vengono avvolti tra loro in spire. Detta fune, sebbene questo termine sia più proprio per gli analoghi elementi in fili metallici, si usa per legare, sostenere, trainare, ecc.: corda di canapa, di rame; corda sottile, resistente; scala a corda o di corda, fatta di funi robuste; corda dei muratori, il filo a piombo; scarpe di corda, con la suola di tale materiale. In varie loc. fig.: tagliar la corda, fuggire di nascosto, andarsene alla chetichella; regger la corda a qualcuno, aiutarlo a compiere un'azione disonesta, fargli da complice; dar corda, concedere a qualcuno ampia libertà di fare o dire, incoraggiarlo: se continui a dargli corda non la smetterà più.

2) Con accezioni specifiche: A) corda su cui i funamboli compiono i loro esercizi: “corre le fiere e fa i giochi sulle corde” (Pavese). Fig., tenere, lasciare uno sulla corda, tenerlo nell'incertezza, nell'ansia. B) Cordone che gli appartenenti a certi ordini religiosi portano ai fianchi; per estens., cintura. C) Capestro, corda per impiccare. Fig., essere con la corda al collo, avere la corda al collo, trovarsi in una situazione senza uscita, non aver scampo; mettere la corda al collo a uno, imporgli condizioni assai gravose; proverbio: “Non parlar di corda in casa dell'impiccato”, non toccare argomenti che possano risultare imbarazzanti per chi ascolta. D) Nel pugilato, funi (di diametro non inferiore a 2 cm e ricoperte di stoffa) che, tese tra quattro pali e disposte in tre ordini, delimitano il ring: mettere l'avversario alle corde, sopraffarlo; fig., metterlo in difficoltà. E) Robusta funicella tesa fra le due estremità dell'arco allo scopo di tenderlo e di scagliare la freccia. Fig., tendere troppo la corda, esagerare, eccedere.

3) Filo sottile ed elastico che, sottoposto a vibrazione, produce suono. Teso di norma su una cassa armonica, può essere di lino, minugia, metallo, seta, nylon. Dal modo di eccitare le corde (pizzicandole, percuotendole con martelletti, sfregandole con crini) prendono nome e struttura le famiglie di strumenti: a corde pizzicate (con le dita, come per esempio l'arpa, o con accessori, come il mandolino, il clavicembalo ecc.), a corde percosse (come il pianoforte), ad arco (come il violino, il violoncello, ecc.). A corde di diversa lunghezza corrispondono suoni di altezza diversa: negli strumenti che, come il violino o la chitarra, hanno solo un numero limitato di corde, queste vengono accorciate artificialmente con la pressione delle dita. Fig. essere come una corda di violino, assai sensibile o assai teso, nervoso; far vibrare la corda sensibile a qualcuno, parlargli di ciò che gli sta più a cuore; toccare la corda dell'orgoglio, della pietà, della commozione, accennare a cosa capace di destare in qualcuno tali sentimenti; toccare una sola corda, insistere sullo stesso argomento.

4) Trama di un tessuto: questo abito mostra la corda, è logoro, consumato. Fig.: argomenti che mostran la corda, privi di vigore, di efficacia, di novità.

5) In alcuni orologi a muro, catena che regge i pesi. Per estensione: dar la corda all'orologio, caricarlo.

6) Supplizio della corda, supplizio in uso dal sec. XIII al XVIII: al condannato venivano legate le mani dietro la schiena con una corda che passava per una carrucola fissata al soffitto; tirata la corda, il condannato rimaneva sospeso in aria e lasciato in questa posizione per un tempo determinato o veniva fatto cadere a tratti (tratti di corda) tante volte quante stabilite dal giudice.

7) In meccanica, corda vibrante, filo che compie piccole vibrazioni trasversali intorno a una configurazione di equilibrio rettilinea; la descrizione matematica di queste vibrazioni è data dall'equazione delle corde vibranti di d'Alembert.

8) In anatomia e in embriologia, con rif. alla lunghezza e alla sottigliezza dell'elemento, nome di varie formazioni allungate più o meno filiformi.

9) In marina, nelle costruzioni delle antiche navi in legno, robuste travi longitudinali che correvano sopra i bagli, facenti anche parte del fasciame del ponte. Sulle navi in acciaio, ciascuno dei due corsi longitudinali di lamiera, sistemati sui bagli di quei ponti inferiori o delle sovrastrutture che sono ricoperti unicamente in legno.

10) In geometria, ogni segmento che abbia gli estremi su di una data figura geometrica: corda di un angolo, corda di un cerchio.

11) In aeronautica, corda alare, lunghezza del segmento che va dal bordo d'attacco al bordo d'uscita di una sezione alare.

12) In una struttura ad arco, distanza misurata in orizzontale, al livello delle imposte, fra i lati interni di due piedritti.

Anatomia

Corda timpanica, ramo del nervo facciale, a funzione sensoriale e motoria, che si unisce poi al linguale; provvede all'innervazione dell'orecchio medio, della lingua e delle ghiandole salivari. Corde vocali, quattro pieghe mucose del segmento mediano del laringe, poste due per lato; sono dette corde vocali vere quelle inferiori, che delimitano la glottide e hanno funzione fonatoria; sono dette pieghe ventricolari o corde vocali false le due corde superiori, che non prendono parte alla fonazione. Corda testicolare, sinonimo di cordone spermatico.

Embriologia

Corda dorsale o notocorda, organo di sostegno che percorre lungo l'asse longitudinale l'embrione dei Cordati; nella sezione trasversale dell'embrione si osservano, dorso-ventralmente, il tubo neurale, la corda dorsale e il tubo digerente. È costituita da tessuto cordoide o vescicoloso (di origine mesodermica), con cellule di grandi dimensioni, a contatto tra loro, turgide, ricche di glicogeno. Questo fa sì che il tessuto sia rigido e possa svolgere funzioni di sostegno; queste funzioni permangono solo in alcuni Vertebrati inferiori adulti (Ciclostomi e Ganoidi) e nelle forme giovanili di Teleostei e Anfibi. Nei Vertebrati superiori, invece, la corda viene rapidamente ridotta dallo sviluppo dello scheletro cartilagineo e, successivamente, osseo, con la formazione delle vertebre, tanto che nell'uomo adulto essa è rappresentata solo da poche cellule nel nucleo polposo dei dischi intervertebrali. La corda ha origine dalla piega mediana dell'endoderma nella gastrula dell'anfiosso e degli Anfibi Urodeli, mentre deriva da un prolungamento endodermico del nodo di Hensen nell'embrione dei Mammiferi.

Simbologia

La corda è presente, come simbolo cosmico, in miti tibetani anteriori all'avvento del buddhismo; in essi si parla di una corda che collegava il cielo e la terra, favorendo la discesa degli dei tra gli uomini fino a quando, con la “caduta” dell'uomo e l'apparizione della morte, la corda fu tagliata. Nello sciamanismo siberiano è viva la credenza che per mezzo di una corda l'anima dello sciamano possa salire al cielo.

Sport

Nell'alpinismo, la corda è utilizzata per la formazione delle cordate e nelle tecniche di assicurazione; costruita in canapa, manilla, seta, fibre artificiali si presenta in due tipi fondamentali: corda da roccia (a tre poli ritorti) e corda da ghiaccio (a tre poli intrecciati). In particolare, discesa a corda doppia, manovra che consente di superare pareti a strapiombo con il recupero della corda usata: la manovra è usata secondo tecniche che prendono il nome dai loro ideatori (metodo Piaz, metodo Comici, ecc.). § Nella palla a muro e nella pelota, linea orizzontale tracciata sul muro d'appoggio (rispettivamente a 1,50 e 0,90 m da terra) al di sopra della quale deve essere lanciata la palla per essere valida al gioco. Nell'atletica leggera, bordo interno della pista, rilevato dal suolo di 5 cm. Nel ciclismo, linea segnata sulla pista a 20 cm dal bordo interno: su essa vengono misurate le distanze e reca un segno di riferimento ogni 10 m. Nella ginnastica, piccolo attrezzo per salti o saltelli, costituito da una funicella recante due manopole alle estremità. Il salto alla corda è anche un gioco di agilità e coordinazione di movimenti. La si fa girare con le braccia tese e quando passa sotto i piedi si salta, a piè pari o a passo alternato, da fermi oppure correndo. Si pratica anche come gioco di gruppo e in questo caso la corda deve essere lunga almeno 4 m.

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