Lessico

sm. [sec. XIII; da costare]. Spesa che è necessario sostenere per ottenere un bene o la disponibilità di un servizio: il costo di una casa; il costo di un viaggio; vendere a prezzo di costo, senza guadagno; merce di costo, di alto prezzo; il costo della vita, l'ammontare delle spese necessarie per il mantenimento di un individuo o di un gruppo familiare; vendere qualche cosa sotto costo, ricavando meno di quanto sia costata. In senso fig., sacrificio, fatica, disagio; rischio: voglio tentare a costo di rovinarmi; patto, condizione: ci riuscirò a ogni costo; a qualunque costo; a nessun costo, in nessun caso, a nessuna condizione.

Economia

La teoria del costo pieno è una teoria di determinazione dei prezzi; essa prevede che i prezzi di mercato si formino aggiungendo un margine di profitto (mark up) al costo medio di produzione. Tale margine può essere fisso o variare a seconda delle condizioni di domanda. A livello macroeconomico, tale teoria implica che l'inflazione ha un andamento analogo a quello dei costi medi di produzione (la cosiddetta cost push inflation); un suo aspetto particolare è dato dalla considerazione del salario come determinante principale dei costi medi di produzione. In tal caso, l'inflazione verrebbe per lo più a determinarsi conseguentemente alle contrattazioni sul salario tra le associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro. In termini microeconomici, la teoria in questione può essere derivata come comportamento ottimale di un monopolista che massimizza il profitto in funzione del prezzo. § I costi di aggiustamento, sono quelli che è necessario sostenere per variare la quantità disponibile di alcuni fattori nel breve periodo. Entro tale categoria vengono compresi diversi tipi di costo, tra i quali quelli di installazione, di consegna o di training. I fattori su cui si deve sostenere un costo di aggiustamento, oltre il pagamento del prezzo, sono denominati quasi-fissi. § Nel linguaggio pubblicitario, costo per contatto. § Costo di distribuzione, differenza fra il prezzo di una merce in fabbrica o al confine doganale (se importata) e quello pagato dal consumatore. È comprensivo di tutte le spese sostenute per recapitare la merce dalla fabbrica ai centri di vendita. § La teoria del costo comparato mette a confronto il costo di produzione di due o più beni di uguale specie nello stesso territorio e nello stesso tempo per offrire quello di costo minore in cambio di altri prodotti. Data l'esistenza di molti ostacoli all'unificazione dei costi nei diversi Paesi il sistema consente di commerciare con maggiori margini di profitto. La teoria ha avuto il sostegno di D. Ricardo, R. Torrens e J. S. Mill. § I numeri indici del costo della vita sono volti a misurare le variazioni dei prezzi delle merci e dei servizi consumati da un'ipotetica, tipica famiglia appartenente al ceto operaio-impiegatizio. La loro denominazione è stata, in Italia, modificata in quella di “numeri indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati”.

Economia aziendale

In economia aziendale il concetto di costo può essere definito in prima approssimazione come il valore di beni e/o di servizi acquisiti dall'azienda, rappresentandone l'investimento delle risorse monetarie utilizzate per l'acquisto, ovvero per la produzione interna degli stessi; pertanto il costo può essere anche definito l'intensità di un flusso reale in entrata (inflow reale) misurata da un flusso finanziario in uscita (outflow finanziario). Con riferimento all'economia dell'impresa, il costo può configurarsi alternativamente come costo di acquisto, nell'ipotesi in cui il fattore produttivo relativo venga acquisito all'esterno in contropartita del pagamento di una certa quantità di denaro, ovvero del sorgere di un debito, ovvero ancora della diminuzione di un credito, eventualmente incrementato con eventuali oneri accessori (per esempio, costo di trasporto, ecc.) e in costo di produzione qualora il fattore produttivo in questione venga prodotto dall'azienda stessa risultando dalla somma dei costi dei fattori originari impiegati (per esempio, gli impianti costruiti in economia all'interno dell'azienda che in seguito li utilizza). In generale, con riferimento al processo produttivo, i costi possono essere variamente classificati: così, in collegamento alla produzione, si possono distinguere i costi fissi, che non variano, entro certi limiti, al variare della quantità prodotta (per esempio, il costo degli impianti), i costi quasi-fissi che pur essendo sempre indipendenti dalla quantità prodotta, devono essere sostenuti solo se si produce una quantità positiva di prodotto; i costi variabili, che variano in stretta dipendenza della quantità prodotta (per esempio, il costo delle materie prime); nell'ambito dei costi variabili possono ulteriormente essere distinti i costi proporzionali, che variano in modo esattamente proporzionale al variare della quantità prodotta, costi progressivi, che variano in misura più che proporzionale, costi degressivi, che variano in misura meno che proporzionale, e costi regressivi, che diminuiscono all'aumentare della quantità prodotta. Seguendo il criterio della imputabilità del costo al singolo prodotto, ovvero servizio, è possibile distinguere i costi speciali, ossia quelli oggettivamente imputabili alla singola unità di prodotto e/o di servizio, e i costi comuni, ossia costi imputabili solo a una certa quantità di produzione, ovvero congiuntamente a più produzioni distinte. Infine, con riferimento alla possibilità di influire più o meno agevolmente sulla formazione dei costi, è possibile individuare i costi controllabili, ossia quelli sulla cui formazione è possibile esercitare un controllo incisivo, e costi non controllabili, ossia quelli sul cui formarsi non è possibile esercitare una piena influenza.

Ragioneria: contabilità generale

Nelle discipline ragioneristiche vengono accolte molteplici configurazioni di costi; con riferimento alla contabilità generale è possibile individuare, in base al concorrere dei costi alla formazione del reddito attribuibile al periodo, i costi di competenza (o di esercizio) che, essendo afferenti a ricavi di competenza, concorrono a formare il reddito, e costi sospesi (o capitalizzati, patrimonializzati), ossia costi sostenuti che, in attesa del conseguimento dei ricavi relativi, vengono rinviati a formare il reddito in periodi futuri; i costi di esercizio, a loro volta, risultano formati da costi di acquisizione dei fattori produttivi a fecondità semplice utilizzati nel periodo, da quote di costo dei fattori produttivi a fecondità ripetuta, ossia a utilizzo pluriennale e, quindi, ammortizzabili, e costi presunti futuri rilevati prudenzialmente in via anticipata. Per quanto attiene alla valorizzazione delle rimanenze di beni, essa può essere operata facendo riferimento alternativamente al costo storico, ossia al costo effettivamente sostenuto per l'acquisizione dei fattori produttivi, ovvero al costo di sostituzione, ossia al costo da sostenere qualora l'azienda volesse riacquisire i fattori produttivi impiegati.

Ragioneria: contabilità industriale

In contabilità industriale, le configurazioni di costo più frequentemente utilizzate sono: il costo primo, ossia la somma di tutti i costi diretti del prodotto (per esempio, materie prime e ausiliarie, manodopera diretta, ecc.); il costo industriale, derivante dalla somma del costo primo e degli altri costi industriali non direttamente imputabili (per esempio, gli ammortamenti, la manodopera indiretta, ecc.); il costo complessivo, somma del costo industriale più gli oneri commerciali e amministrativi; il costo economico-tecnico, somma del costo complessivo e dei costi figurativi, ossia relativi all'utilizzo di fattori produttivi non direttamente onerosi quali il salario direzionale dell'imprenditore, l'interesse di computo maturato sul capitale di proprietà. Sempre con riferimento alla contabilità industriale, tali configurazioni di costo possono essere riferite al costo consuntivo, effettivamente sostenuto, ovvero al costo standard, ossia valori di costi normalizzati precedentemente calcolati; inoltre le determinazioni possono includere tutti i costi di prodotto seguendo il metodo del full costing, ovvero i soli costi variabili, seguendo il metodo del direct costing.

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