cachessìa

sf. [sec. XIV; dal greco kachexía]. Stato morboso caratterizzato da grave deperimento organico, debolezza fisica e psichica. L'aspetto dei pazienti è contraddistinto da dimagramento grave, assenza di tessuto adiposo sottocutaneo, atrofia della muscolatura scheletrica, pelle secca ricoperta di squame e iperpigmentata, soprattutto agli arti inferiori. In relazione alla causa che ne determina l'insorgenza si possono differenziare due tipi di cachessia, una legata a cause esogene (insufficienze alimentari qualitative e quantitative), l'altra di origine endogena (malattie infettive e parassitarie, tubercolosi, sifilide, malaria cronica, amebiasi, malattie del tratto gastrointestinale con alterazione dell'assunzione e assimilazione del cibo, eccetera). Gravi forme di cachessia si rilevano inoltre in malati di forme tumorali, a causa della compromissione di un organo importante, della presenza stessa del tessuto carcinomatoso, e della complessa interazione fra i processi metabolici del cancro e quello dell'organismo ospite, che spesso prova inoltre un'avversione nei confronti dei cibi proteici, in particolare della carne, di cui avrebbe invece bisogno.

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