Descrizione generale

Area destinata alla pratica di un determinato sport, in base alle esigenze del quale si caratterizzano i suoi requisiti tecnici e dimensionali: campi di atletica, di calcio, di rugby, di baseball, di hockey (a rotelle, su prato, su ghiaccio), di equitazione, di golf, di pallacanestro, di pallavolo, di tennis, di tiro (questi ultimi detti più propriamente poligoni). Più specificamente, impianto sportivo scoperto, caratterizzato dalla possibilità di potervi praticare, successivamente, o anche contemporaneamente, più sport e dalla ridotta capacità delle attrezzature e dei servizi per il pubblico. Ne conseguono un uso e, in molti casi, un'ubicazione complementari a quelli di impianti di maggiore importanza (per esempio campi di allenamento contigui a stadi), oppure legati, secondo i moderni criteri dell'urbanistica, all'incremento e alla diffusione di attività igienico-ricreative nel tempo libero (per esempio campi sportivi rionali). I regolamenti dei singoli sport fissano la forma, le misure e le caratteristiche dei vari campi. Negli sport di squadra si parla di campo proprio, avverso e neutro quando ci si riferisce, rispetto alla squadra considerata, al proprio campo sociale, a quello dell'avversaria o a quello di una terza squadra designato per l'incontro dagli organi federali o per accordo tra le contendenti. Nell'ippica, campo dei partenti è detto l'insieme dei cavalli iscritti a una corsa. Nel tennis, campo di battuta è il settore di campo in cui il giocatore alla battuta deve inviare la palla del servizio.

Caratteristiche tecnologiche-costruttive: i materiali

Oltre che per dimensioni, forma e bordature, il campo differisce, a seconda dello sport, anche per la composizione del terreno di gioco. I campi per l'atletica, il calcio, il rugby, il baseball, l'hockey su prato, l'equitazione e il golf sono generalmente all'aperto e pertanto il terreno di gioco è costituito da semplice prato, mentre pallacanestro, pallavolo, hockey, a rotelle e su ghiaccio, si svolgono solitamente al chiuso e il terreno di gioco è composto da linoleum o parquet e ovviamente da una pista ghiacciata per l'hockey su ghiaccio. Per la pallacanestro e la pallavolo si deve distinguere tra campi al coperto e all'aperto. Nel primo caso le possibili pavimentazioni sono tre: resina colata in opera, il parquet e una terza soluzione, di nuova generazione, composta da un manto in cloruro di polivinile calandrato. Nel caso di campo all'aperto la scelta del materiale si restringe alla sola resina, anche se in passato sono stati fatti dei tentativi con mattonelle di asfalto pressato di colore rosso o grigio. L'evoluzione tecnica e, parallelamente, la necessità di creare dei campi da gioco al coperto anche per gli sport su prato hanno portato alla creazione di terreni sintetici che potessero da un lato migliorare le prestazioni degli atleti e dall'altro resistere alla mancanza di luce e al maggiore calpestio. Per il tennis la terra rossa è il terreno classico, preferita dai giocatori dilettanti per la limitata velocità della palla, l'elasticità del fondo e la possibilità di scivolare liberamente senza rischio. Il campo in terra rossa si basa su uno strato portante in massicciata drenante di pezzatura variabile di uno spessore di circa 20 cm, coperto parzialmente da un secondo strato filtrante di diametro inferiore, con il quale viene realizzata la pendenza del campo. Il manto viene realizzato con terre omogenee. La pavimentazione realizzata in terra rossa è quella presa come riferimento per paragonare le caratteristiche dei nuovi materiali. Il campo da tennis in cemento poroso ha avuto una certa diffusione per la mancanza di superfici alternative adatte all'esterno e rimane quello preferito in ambienti soggetti a un alto grado di usura (scuole, condomini ecc.). Questo tipo di superficie ha bisogno di una massicciata particolarmente filtrante, in quanto il campo non sfrutterà la pendenza artificiale per il deflusso dell'acqua, ma, grazie alla sua porosità, verrà realizzato totalmente in piano, lasciando il compito di raccogliere le acque interamente alla massicciata. Il cemento viene realizzato con un impasto di spaccato di cava per circa 6/7 cm e per altri 3 cm con spaccato di basalto; la finitura è realizzata con prodotti colorati a base plastica. Il campo in cemento non richiede manutenzione. Più difficile da realizzare, il campo in erba naturale richiede una continua manutenzione del tappeto erboso; la scelta dell'altezza del pelo dell'erba modifica il gioco: infatti, mentre il pelo lungo frena la traiettoria della pallina, un pelo di uno spessore minore può restituire alla pallina l'effetto desiderato. Il campo in erba non può essere utilizzato a tempo pieno in quanto il terreno ha bisogno di riposare per lunghi periodi per rimanere in condizioni ottimali di impiego. Per questo motivo si è diffuso il manto in erba artificiale che, fornito in teli, viene montato sul posto incollando i vari teli uno con l'altro, utilizzando delle bande in rafia di polipropilene per le giunture. I vuoti tra i ciuffi di erba sintetica vengono riempiti con uno strato di sabbia, di appropriata granulometria, in modo da rendere la superficie meno sdrucciolevole e il rimbalzo della palla più lento e regolare. L'erba sintetica, che non ha suscitato un grosso interesse a causa della scarsa omogeneità nel rimbalzo della pallina, specialmente in caso di manto umido, è adottata quasi esclusivamente in campi al coperto insieme ai manti plastici di resina acrilica o gomma che impongono minori problemi di manutenzione. Le resine acriliche creano una superficie dotata di elasticità media e realizzabile su qualsiasi tipo di terreno. Molto utilizzato è anche il sintetico in gomma che crea un giusto compromesso tra un campo in terra rossa e uno in resina; la sua elasticità lo rende ottimale a una prolungata attività sportiva, in quanto, grazie a una velocità medio-bassa di rimbalzo della palla, attenua lo sforzo e quindi l'affaticamento muscolare dell'atleta. I rivestimenti sintetici sono costituiti da strati, generalmente di spessore variabile tra 1 e 3 mm, composti da resine sintetiche acriliche, poliuretaniche o da granulati di elastomeri messi in opera con una pompa a spruzzo o colati sul posto su una base in calcestruzzo. Il campo per il gioco del calcio viene normalmente realizzato con il prato inglese, ben rasato, su un sottofondo compatto altamente drenante. Il campo in erba tuttavia necessita di cure e periodi di riposo per cui si sono state sviluppate soluzioni alternative basate sul prato sintetico, un tipo di copertura già ampiamente collaudata negli Stati Uniti per le partite di football, baseball e rugby e anche per le gare di atletica. Proprio per le piste di atletica si è assistito a una lunga ricerca di soluzioni ottimali dapprima con la realizzazione di superfici in terra rossa, per poi passare a un misto di asfalto, sughero e gomma colati in opera, che prendeva il nome di tartan. Un'ulteriore soluzione adottata per anni è stata quella dei manti prefabbricati, incollati in opera. Tutti questi materiali risultano ormai obsoleti, sostituiti da granuli di gomma colati in opera e rifiniti con resine poliuretaniche, oppure da tappetini in gomma dello spessore da 1 a 3 cm incollato sul sottofondo e poi finito con resine poliuretaniche; la superficie del manto viene poi colorata in verde o in rosso e vi vengono dipinte sopra le righe delle corsie e gli altri riferimenti.

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