Lessico

sm. [sec. XIII; latino caput-pítis].

1) La parte superiore del corpo umano, collegata al tronco per mezzo del collo; analogamente, l'estremità o la regione anteriore del corpo di molti animali, sede dell'apparato boccale, dei centri nervosi e dei principali organi sensitivi; equivale a testa, che tuttavia prevale nell'uso comune e nella fraseologia corrente: stare col capo chino, eretto; cadere col capo all'ingiù; volgere il capo, girarlo; battere il capo (o dar di capo) nel muro, talvolta in segno di disperazione (anche fig., affrontare un compito impossibile, un'impresa disperata); da capo a piedi, lungo l'intera persona, in ogni parte del corpo, per intero. Fig.: rompersi il capo, adoperarsi faticosamente nella soluzione di un problema; restare con il capo rotto, essere sopraffatto, ridotto a mal partito; non avere dove mettere il capo, non disporre di alcun ricovero; cadere, piombare tra capo e collo, di evento spiacevole che sopraggiunge di sorpresa. In particolare, può indicare la zona solitamente rivestita di capelli, il cranio: capo bianco, con capelli canuti; tenere in capo il cappello; scoprirsi il capo, togliersi il cappello in segno di rispetto o di omaggio; mal di capo, emicrania. In varie loc. estens. e fig. relative alla posizione o alla funzione di questa parte anatomica: A) Con riferimento a moti o atteggiamenti del capo che esprimono fisicamente sentimenti e attitudini psicologiche: alzare il capo, prendere coraggio, imbaldanzirsi, acquistare animosità e spirito di rivolta; abbassare, chinare, piegare il capo, cedere, rassegnarsi, sottomettersi; scuotere, tentennare il capo, per esprimere insoddisfazione o disapprovazione. B) Come supposta sede dell'intelletto e della volontà, spesso equivale a mente, cervello: mettersi qualche cosa in capo, convincersene, fissarsi in un'idea anche sbagliata, perseverare ostinatamente per raggiungere uno scopo; non gli entra in capo, non riesce a capire; levare, togliere dal capo una cosa a qualcuno, riuscire a dissuaderlo, a convincerlo del contrario; passare per il capo, di idee strane che si affacciano inopinatamente; capo scarico, persona spensierata, mattacchione. C) Talvolta per indicare l'intera persona umana e quindi la vita stessa: giurare sul capo dei figli; lett.: pena del capo, pena capitale, condanna a morte.

2) Chi ha il comando su altre persone, chi è in posizione di superiorità gerarchica, chi detiene funzioni direttive (per analogia con la funzione principale della testa nel corpo umano); il capo di un'azienda; il capo del personale; il capo del governo, dello Stato; il capo dei ribelli. In particolare, grado della gerarchia della Marina Militare: capo di 1 classe, corrispondente al grado di maresciallo maggiore dell'esercito; capo di 2 classe, corrispondente al grado di maresciallo capo; capo di 3 classe, corrispondente a quello di maresciallo ordinario; capo, corrispondente a sergente maggiore; sottocapo, corrispondente a caporalmaggiore. Spesso in loc. ellittiche: capo famiglia, capo squadra, ecc.; anche posposto: direttore capo; ispettore capo; quindi essere a capo, comandare, dirigere: essere a capo di una industria, di una missione, ecc.; la loc. in capo indica il grado più alto di una carica: comandante in capo.

3) La parte più elevata di una cosa, sommità, cima: sporgersi dal capo della scala, scrivere in capo alla pagina. Più comune ciascuna parte finale di un oggetto esteso, quindi estremità, margine, inizio o termine: afferrare un capo della fune; “In capo al ponte i carabinieri si son fatti dei ricoveri” (Baldini); il capo della tavola, del letto; in anatomia: capo osseo, capo tendineo, le estremità rispettivamente di un osso lungo e di un tendine muscolare; in capo al mondo, in luoghi lontanissimi; da capo a fondo, dal principio alla fine, interamente; senza capo né coda, senza principio né fine (anche fig.: discorso senza capo né coda, privo di ordine logico); a capo o accapo, loc. che nella scrittura o in tipografia indica passaggio alla riga seguente; da capo. Per estensione, cosa principale o più importante: capo d'opera; in particolare, antiq., città capitale, capoluogo di una regione. Anche inizio, principio cronologico di un evento o di un periodo: capo d'anno. In loc. fig.: fare, metter capo, andare a finire, uscire, sboccare; far capo a qualcuno, rivolgersi a lui, far ricorso al suo aiuto; venire a capo di qualche cosa, concluderla positivamente, giungere allo scopo voluto; in capo a, nel volgere di, entro: in capo a un mese, a un anno, ecc.; proverbio: “cosa fatta capo ha”, cioè è conclusa e irrimediabile, non può esser cambiata.

4) Parte sporgente di un oggetto, specialmente se grossa e tondeggiante: il capo di un chiodo;capo d'aglio, il bulbo. In geografia fisica, sporgenza accentuata della terraferma nel mare: Capo Miseno, Capo Verde; anche segmento terminale di una penisola.

5) Unità singola di un insieme collettivo e omogeneo di persone, animali o cose: censimento per capo, per singoli individui; dieci capi di bestiame; svendita di capi d'abbigliamento. Poco comune nel senso di capitolo; per estensione, punto di un ragionamento, singolo argomento di un discorso: replicare all'avversario capo per capo;capo d'accusa, gli elementi di un reato in rapporto ai quali si istruisce un procedimento penale; capo d'imputazione; fig.: per sommi capi, limitandosi agli argomenti principali, in breve.

6) In araldica, una delle pezze onorevoli di primo ordine; occupa la parte superiore dello scudo per un terzo della sua altezza. In taluni casi il capo assume un nome particolare a seconda delle figure di cui è caricato: capo dell'impero, il capo d'oro caricato di un'aquila di nero; capo d'Angiò, il capo d'azzurro caricato di tre gigli d'oro posti in fascia e alternati da quattro denti di un rastrello o lambello di rosso; simile è il capo di Francia, d'azzurro caricato di tre gigli d'oro; il capo di Malta e il capo di Savoia sono di rosso caricati di una croce d'argento, ecc. Simili capi possono essere segno distintivo di una particolare devozione o di vassallaggio, o anche concessione onorifica.

Diritto: capo del governo

Secondo la Costituzione italiana, il presidente del Consiglio dei Ministri, nominato dal presidente della Repubblica con una scelta che, pur essendo libera, in genere interpreta e anticipa il voto parlamentare. Dirige la politica generale del governo e ne è responsabile; a lui spetta mantenere l'indirizzo politico e amministrativo del gabinetto; su sua proposta vengono nominati i singoli ministri che insieme al presidente del Consiglio concorrono al governo dello Stato. In alcuni regimi (in Italia, sotto quello fascista) il capo del governo ha una posizione di sostanziale priorità rispetto agli altri ministri.

Diritto: capo dello Stato

Organo che riunifica e riassume in sé i poteri dello Stato e lo rappresenta nei rapporti internazionali. Può essere costituito da una sola persona (presidente della Repubblica, re, imperatore, ecc.) o da un organismo collegiale (per esempio il Consiglio federale svizzero). Ogni Stato è libero di determinare il titolo e i poteri del suo capo. Secondo il diritto internazionale è considerato capo dello Stato colui che detiene il potere, indipendentemente dalla sua legittimità. Ogni capo dello Stato che si rechi in un Paese straniero ha diritto al riconoscimento della sua immunità sul piano giurisdizionale e fiscale. Ogni cambiamento di persona fisica nell'ufficio di capo dello Stato deve essere notificato agli altri Stati. § Secondo la Costituzione italiana (art. 87), il capo dello Stato è il presidente della Repubblica, che rappresenta l'unità nazionale. Il capo dello Stato è eletto dal Parlamento in seduta comune: oltre ai membri delle due Camere partecipano all'elezione tre delegati per ogni regione eletti dai consigli regionali, con l'eccezione della Valle d'Aosta che ha un solo rappresentante. L'elezione ha luogo a scrutinio segreto ed è necessaria la maggioranza dei due terzi dell'assemblea nei primi tre scrutini; in quelli successivi è sufficiente la maggioranza assoluta. La scelta della persona da eleggere non è condizionata dal possesso di particolari requisiti politici: essa è subordinata al possesso della cittadinanza italiana, al godimento dei diritti politici e civili, all'età (50 anni compiuti). Il capo dello Stato eletto entra in carica dopo aver prestato il giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione e rimane in carica 7 anni; il mandato è rinnovabile in favore della stessa persona data la mancanza di una norma espressa in contrario. Il capo dello Stato è titolare, secondo la Costituzione, di poteri in parte vincolanti e in parte discrezionali; i più importanti sono: sciogliere le Camere, indire nuove elezioni e il referendum popolare, promulgare le leggi, concedere la grazia e commutare le pene, conferire le onorificenze della Repubblica. Il capo dello Stato ha il comando delle forze armate e presiede il Consiglio Supremo di Difesa e il Consiglio Superiore della Magistratura. Gli atti del capo dello Stato sono controfirmati dai ministri proponenti e, qualora abbiano valore legislativo, anche dal presidente del Consiglio dei Ministri. Le funzioni del capo dello Stato, in ogni caso in cui egli non possa adempierle, sono esercitate dal presidente del Senato. § Il D.L. 16 marzo 1946, n. 98, affidando al corpo elettorale la scelta della forma istituzionale prevedeva, in caso di scelta della Repubblica, l'elezione di un capo provvisorio dello Stato da parte dell'Assemblea Costituente con i poteri concessi dalle norme allora vigenti fino all'entrata in vigore della Costituzione e poi secondo le norme stabilite dalla Costituzione repubblicana.

Scienze militari

Ogni corpo di Stato Maggiore ha avuto, fino dalla sua costituzione, un capo, il cui compito consiste nel tenere in piena efficienza l'organismo militare cui sovrintende. L'attuale ordinamento militare italiano prevede un capo di Stato Maggiore della Difesa, un capo di Stato Maggiore dell'Esercito, un capo di Stato Maggiore della Marina, un capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica. Il capo di Stato Maggiore della Difesa coordina la preparazione bellica delle Forze Armate. È il consulente tecnico del governo cui propone i vari provvedimenti per l'attuazione dei compiti affidatigli. La carica di capo di Stato Maggiore dell'Esercito fu istituita nel 1882.

Istruzione

Termine generico per indicare il responsabile dell'organizzazione didattica, educativa, amministrativa di una scuola o di un istituto d'istruzione; il termine si specifica in: preside per le scuole e gli istituti di secondo grado; presidente per gli istituti d'istruzione artistica; nei conservatori musicali, all'Accademia nazionale di danza e all'Accademia nazionale di arte drammatica le funzioni del presidente sono limitate alla parte amministrativo-finanziaria, mentre la gestione didattico-disciplinare è compito di un direttore. La loro nomina avviene per concorso fra i professori con almeno otto anni di servizio di ruolo nelle scuole.

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