carato

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sm. [sec. XIII; arabo qīrāṭ, seme di carrubo e piccola moneta, che risale al greco kerátion, dim. di kéras, corno].

1) In metrologia: A) unità di misura di peso per preziosi, suddivisa generalmente in quattro grani, ciascuno dei quali, a sua volta, viene suddiviso in quarti, sedicesimi, ecc. Nei diversi Paesi e perfino nelle diverse città, assunse valori diversi "Per la tabella vedi il lemma del 5° volume." "Vedi tabella vol. V, pag. 417" sino a che non venne introdotto il carato metrico o carato internazionale, equivalente, nel Sistema Internazionale (SI) a 200∤10-6 kg. B) Nelle leghe, il numero di carato dà il grado di purezza del metallo espresso in ventiquattresimi: oro a 18 carati è, per esempio, una lega che in 24 parti ne contiene 18 in oro. Il simbolo del carato è K.

2) In numismatica, moneta d'argento di valore corrispondente a un ventiquattresimo di solido aureo detta siliqua. Si disse carato anche la ventiquattresima parte del bisante, ma fu solo moneta di conto.

3) Secondo la tradizione internazionale, ventiquattresima parte di proprietà di una nave mercantile (detta anche caratura), divisibile in frazioni di carato. Per estensione, quota di partecipazione al capitale di una società.

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