carburazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIX; da carburo].

1) Processo fisico di creazione di una miscela esplosiva composta di aria e di vapori di benzina per l'alimentazione di motori a combustione interna ad accensione comandata mediante scintilla.

2) In metallurgia, fenomeno consistente in un aumento del tenore di carbonio sulla superficie di un materiale metallico e in particolare di un acciaio. È quindi sinonimo di cementazione carburante. La carburazione può avvenire anche quando l'atmosfera del forno in cui vengono trattati i pezzi è ricca di carbonio: questo tipo di carburazione, spesso dannosa e non desiderata, si può evitare realizzando nei forni di riscaldo, quando è possibile, atmosfere a composizioni chimiche definite (atmosfere controllate) o effettuando il riscaldamento in bagni di miscele di sali fusi, anch'essi a composizione controllata e tale da non alterare la composizione chimica superficiale dei pezzi.

3) Nella lavorazione di manufatti ceramici, fenomeno che produce porosità e colorazione nera o grigia. Il difetto è causato dall'atmosfera riducente che durante la cottura dà luogo a carbonio libero proveniente dalla reazione 2CO —→ CO₂+C e dalla decomposizione in carbonio e idrogeno degli idrocarburi presenti nel forno.

Tecnica

La carburazione viene effettuata di solito per mezzo del carburatore, che consente di intervenire con precisione sulla dosatura di una portata molto piccola di benzina, agendo sulla portata dell'aria che, essendo molto più elevata, risulta di più semplice regolazione. Le proporzioni stechiometriche della miscela aria-vapore di benzina sono di sedici parti di aria e una di benzina. Nella carburazione viene sfruttato il principio secondo cui la quantità di liquido che evapora dipende dalla sua tensione di vapore, in relazione alla pressione che regna nell'ambiente in cui avviene l'evaporazione. Agli effetti del miglior rendimento di un motore, la carburazione della miscela deve poter variare al variare del regime del motore. Infatti, quando il motore marcia al minimo dei giri, è minima anche la quantità di miscela richiesta; di qui l'aspirazione di una minima quantità di benzina. Quando invece il motore è in avviamento per la partenza, c'è bisogno di una miscela ricca di benzina e quindi di un dispositivo che la procuri. In presenza di brusche accelerate del motore, quando cioè gli si chiede un'improvvisa variazione di regime in aumento in un tempo breve, tende a crearsi, per un fenomeno di inerzia dell'evaporazione della benzina, un improvviso impoverimento della miscela; di qui la necessità di compensare lo squilibrio della miscela. Infine, quando al motore si richiede la piena potenza, la quantità di miscela deve aumentare. La regolazione automatica della composizione e della quantità assoluta di miscela avviene nel carburatore mediante appositi organi (getto del minimo, starter, valvola a farfalla, ecc.). Oltre al carburatore, ancora il dosatore più usato per i motori d'automobile, in questi ultimi tempi si è adottato il sistema di iniezione di benzina direttamente nel cilindro mediante una pompa meccanica a portata variabile, sensibile, per mezzo di opportuni dispositivi, sia al carico richiesto di volta in volta dal motore sia alla velocità di rotazione di questo (vedi iniettore e iniezione). Le continue restrizioni dei limiti di emissione dei gas inquinanti da motori a ciclo Otto e il problema di ridurre i consumi di carburante impongono una carburazione che si scosta da quella richiesta dai motori stessi per ottenere la massima efficienza. La tendenza generale è di alimentare i motori con miscele prossime al rapporto stechiometrico, modificando opportunamente le camere di combustione e l'anticipo di accensione per ossidare completamente la carica, che con questi titoli presenta difficoltà di innesco e rallentamento della velocità di propagazione del fronte di fiamma. Vengono anche effettuati tentativi a livello sperimentale di carburazioni molto più magre del rapporto stechiometrico, cioè tendenti a 20 : 1, con lo scopo di ridurre le emissioni di ossido di azoto e ottenere gas di scarico con una buona percentuale di ossigeno caldo, che favorisce una definitiva ossidazione degli idrocarburi incombusti prodotta in un reattore termico o catalitico.

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