carnascialésco

agg. (pl. m. -chi) [sec. XV; da carnasciale]. Che si riferisce al carnasciale, carnevalesco; canti carnascialeschi, canti che accompagnavano, nella Firenze del Quattrocento e del Cinquecento, i cortei mascherati di carri allegorici che sfilavano per carnevale. Se ne attribuisce l'invenzione a Lorenzo il Magnifico. La forma metrica è simile a quella della ballata; vi appaiono divinità mitologiche, antichi eroi, personaggi simbolici, personificazioni dei mestieri. Ne sono arrivati fino a noi ca. 400, quasi tutti caratterizzati da pesanti allusioni e doppisensi osceni. Sono per la maggior parte anonimi, ma ne scrissero anche poeti e letterati, come Poliziano, Pulci, Varchi, Machiavelli, Lasca (che ne curò la prima raccolta, 1559). Il capolavoro è il Trionfo di Bacco e di Arianna del Magnifico, nel quale è perfettamente rispecchiato lo spirito della Firenze del Quattrocento.

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