Lessico

sm. [sec. XVI; accr. di carta].

1) Tipo speciale di carta spessa e resistente per usi particolari. Fig., di cartone, costruito artificialmente, finto; uomo di cartone, persona senza carattere, fantoccio.

2) Disegno preparatorio per dipinti, mosaici, arazzi, vetrate, eseguito dall'artista a chiaroscuro o a colori su carta consistente con le stesse dimensioni dell'opera definitiva per essere poi riportato sulla superficie da illustrare. Anche disegno analogo, destinato a essere riprodotto su stoffe e tessuti.

3) Cartonianimati, forma poco corretta (derivata dall'inglese cartoon, vignetta) in luogo di disegni animati.

Tecnica e tipologia

Il cartone è un prodotto industriale ottenuto in modo analogo alla carta dalla quale differisce per lo spessore (da 0,3 mm in su) e il peso (in media 400-1200 g/m²). Viene impiegato per imballaggi e scatolame, nella legatoria e per vari altri usi industriali. I cartoni vengono suddivisi in cartoni compatti, a macchina oppure a mano, e cartoni ondulati; la materia prima utilizzata è la pasta di legno, di paglia, di stracci (per lo strato di copertura), di cartaccia; vengono realizzati per accoppiamento di più strati, per cui è possibile fabbricare tipi speciali di cartone, con spessori superiori a 2 mm (per esempio cartone per fustellare, con 5-6 mm di spessore) e grammature superiori ai 3500 g/m² (per esempio cartone di legno, con grammatura di oltre 3700 g/m²). I cartoni compatti a macchina sono quelli ottenuti con un solo passaggio su una macchina piana o in tondo o mista, dalla tina di macchina fino alla bobinatrice o alla tagliatrice. Quelli a mano sono fabbricati su macchine in tondo facendo avvolgere su apposito cilindro, del formato richiesto, il nastro continuo fino allo spessore desiderato; il tubo di cartone viene poi tagliato e passato alla seccheria; si ottiene così un cartone di notevole spessore. Il cartone ondulato si ottiene mediante particolari macchine in grado di fabbricare contemporaneamente il nastro piano e quello ondulato e di incollarli fra loro. I tipi di cartone sono vari: cartoni impermeabilizzati (bitumato, asfaltato, catramato, ecc.), usati per coperture, rivestimenti, contenitori impermeabili; cartoni cuoio, usati per scatolami resistenti, in cartotecnica e, misti a pasta di ritagli di cuoio, quali succedanei per suole e tacchi di scarpe; cartoni legno, usati per imballaggio e, paraffinati, per piatti di cartone; cartoni duri, rigidi, impermeabili, usati per carrozzeria, per arredamento, per valigie, per l'industria tessile (cartoni Jacquard, presspan), per usi elettrotecnici (presspan), per cassette, ecc.; cartone grigio, cartone calandrato usato in legatoria, per imbutiture, per scatole; cartone paglia, di pasta di paglia, usato in cartotecnica per raccoglitori, scatole di lusso, ecc.; cartone per stereotipia, usato nell'industria della stampa per la riproduzione stereotipica di composizioni tipografiche: viene fabbricato con paste di stracci e cartaccia in quanto deve essere poroso, morbido, elastico e resistente alla temperatura di fusione della lega di piombo.

Arazzi

Nell'arte dell'arazzo il cartone serve da modello e da guida durante l'esecuzione. Se l'arazzo è fatto ad alto liccio, il cartone viene collocato alle spalle del tessitore che ne vede l'immagine riflessa in uno specchio. Nella lavorazione a basso liccio, il cartone sta sotto il telaio e l'arazziere controlla il disegno spostando i fili della catena. L'uso del cartone, per gli arazzi come per gli affreschi, divenne costante solo a partire dal Rinascimento quando la speculazione teorica assegnò al momento della progettazione un'importanza fondamentale. Ricordiamo, tra i più celebri, i cartoni di Raffaello per gli Atti degli Apostoli, quelli di Rubens per le Storie di Costantino, ecc.

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