Lessico

Sm. (pl. -ghi) [sec. XIII; dal greco katálogos, da katalégō, enumerare].

1) Elenco sistematico di elementi omogenei (come nomi, titoli, voci di bilancio, oggetti celesti quali stelle, nebulose, quasar, ecc.) o anche di genere diverso riuniti per un preciso scopo comune, con eventuale aggiunta di didascalie illustrative (catalogo ragionato): compilare un catalogo, spuntare il catalogo; catalogo degli acquisti. Per estensione, il registro o il libro che contiene l'elenco: catalogo di francobolli, con la rassegna delle emissioni annuali; consultare il catalogo di una mostra artistica.

2) Fig., per lo più scherzoso, elenco verbale, enumerazione prolissa e noiosa: “Il catalogo delle proprie colpe” (Pratolini); mi espose il catalogo dei suoi illustri antenati.

3) Nell'antica poesia, specialmente greca, poema la cui stesura segue lo schema catalogico: Catalogo delle donne.

Biblioteconomia

Elenco dei libri contenuti in una biblioteca. Può essere cartaceo e digitale (per il sistema di calalogazione digitale italiano v. SBN). Nella biblioteca pubblica il catalogo ha la funzione di accertare: se la biblioteca possegga un determinato libro di cui siano indicati l'autore e il titolo (per le opere anonime il solo titolo); quali opere di un determinato autore e quali edizioni di una determinata opera possegga la biblioteca. Questo tipo di catalogo, che è detto catalogo per autori o catalogo alfabetico per autori, è fondamentale per la funzionalità della biblioteca. Nelle biblioteche sono poi presenti altri tipi di cataloghi, alcuni riguardanti una sola parte del materiale che vi si trova (per esempio, cataloghi di manoscritti, di incunaboli, di carte geografiche ecc.), altri riguardanti tutto il materiale della biblioteca considerato da un altro punto di vista: tra questi il più importante è il catalogo per soggetti, nel quale le schede bibliografiche sono ordinate, sempre alfabeticamente, secondo l'argomento dell'opera; ma sono pure usati il catalogo sistematico o classificato e il catalogo a dizionario.

Filatelia

Pubblicazione che elenca e descrive i francobolli di uno o più Paesi oppure i bolli e gli annullamenti usati in varie epoche nei diversi Stati. I cataloghi più diffusi hanno anche la funzione di prezzari e pertanto riportano una quotazione per ogni francobollo o serie di francobolli. Esistono cataloghi generali che elencano, descrivono e quotano i francobolli emessi in tutto il mondo dal 1840 a oggi (i più noti sono l'Yvert et Tellier francese, il Michel tedesco, lo Stanley Gibbons inglese, lo Scott statunitense) e cataloghi dedicati ai francobolli di uno o di alcuni Paesi. Quanto all'impostazione, i cataloghi possono essere specializzati, se tengono conto delle varietà di filigrana, di dentellatura e di altre caratteristiche che possono presentarsi in un dato francobollo; semplificati se si limitano all'elencazione e descrizione dei francobolli-tipo. I recenti orientamenti della filatelia hanno trovato un riflesso anche nella pubblicazione di numerosi cataloghi, impropriamente detti tematici, nei quali i francobolli sono catalogati in base al soggetto che raffigurano.

Astronomia: generalità

Un catalogo si distingue eminentemente dagli atlanti e dalle altre compilazioni in quanto è il risultato di osservazioni, o dell'elaborazione diretta di osservazioni, o la raccolta di dati provenienti da più osservazioni compiute da diversi osservatori, anche in differenti Istituti, opportunamente elaborate. Un catalogo riporta, degli oggetti celesti elencati, un certo numero di caratteristiche; innanzitutto identifica gli oggetti stessi attribuendo a ciascuno di essi un nome (per i più brillanti) o un numero, nonché le rispettive coordinate celesti che li identifichino in maniera univoca (la maggior parte dei cataloghi astronomici elenca gli oggetti secondo la rispettiva ascensione retta), riferite a un determinato anno. I più antichi cataloghi riportavano unicamente la luminosità delle stelle; l'approfondirsi delle conoscenze astronomiche ebbe come conseguenza, a partire dal secolo scorso, la pubblicazione di cataloghi che riportavano anche il tipo spettrale, il moto proprio, la velocità radiale, la parallasse e così via; attualmente vengono pubblicati cataloghi che riportano una sola delle caratteristiche indicate, quale risultato di osservazioni pluriennali, mentre le altre vengono riportate a solo scopo di identificazione: esempio più caratteristico sono i cataloghi fondamentali, per i quali le coordinate delle stelle elencate sono il dato più importante in quanto sono utilizzati come riferimento per la determinazione delle coordinate di stelle non comprese in essi. Le coordinate stellari variano, però, nel corso del tempo, sia periodicamente, per effetto dei fenomeni di precessione, nutazione, parallasse, aberrazione, sia secolarmente, per effetto del moto proprio della stella: opportune formule permettono di passare dall'epoca d'osservazione a un'epoca di riferimento per la preparazione del catalogo (in genere si usa come epoca di riferimento il 1900,0, il 1950,0, il 2000,0, ecc.) e, quindi, anche dall'epoca del catalogo all'epoca di utilizzazione dello stesso. L'impiego sempre più diffuso degli elaboratori elettronici ha reso quasi obsoleti i cataloghi nel senso classico, intesi cioè come volumi su cui è riportato il risultato di laboriosissime elaborazioni, conseguenti a innumerevoli confronti fra le caratteristiche stellari esaminate; gli elaboratori hanno infatti drasticamente ridotto (se non annullato) i tempi di elaborazione, permettendo a ogni Istituto di disporre in tempo reale, oltre che delle coordinate corrette, anche di un catalogo costruito sulle proprie esigenze (o specializzazione), basato eventualmente su tutti i dati storici disponibili opportunamente valutati e soppesati "Per approfondire vedi Gedea Astronomia vol. 1 pp 228-231, 232-233, 308-309, 313; vol. 2 pp 86-91; vol. 4 pp 66-71." "Per approfondire vedi Gedea Astronomia vol. 1 pp 228-231, 232-233, 308-309, 313; vol. 2 pp 86-91; vol. 4 pp 66-71" .

Astronomia: cenni storici

Il più famoso e il più antico catalogo tramandato fino a noi, peraltro solo in frammenti, è quello di Ipparco (sec. II a. C.), sebbene si abbiano notizie di cataloghi compilati ad Alessandria nel secolo precedente da Aristillo e Timocari, sulle osservazioni dei quali si basò Ipparco stesso. Il secondo catalogo pervenutoci, trascurando un rifacimento del catalogo di Ipparco dovuto a Tolomeo, è quello di 1018 stelle pubblicato dal principe e astronomo tartaro Ulugh Begh a Samarcanda nel 1437 e compilato con l'aiuto di grandi strumenti murali. Un terzo famoso catalogo, anch'esso compilato senza l'aiuto di telescopi, è quello di Tycho Brahe del 1572 (e pubblicato nel 1602), comprendente 1005 stelle. L'ultimo catalogo di stelle osservate senza telescopio è quello di 1564 stelle di J. Hevelius, nel quale per la prima volta furono usate le notazioni di J. Bayer per indicare le diverse stelle di una costellazione (una lettera grecaseguita dal genitivo latino del nome della costellazione). Il primo catalogo stellare compilato in seguito a osservazioni con telescopi è quello del 1679 di E. Halley, contenente 341 stelle osservate a Sant'Elena nel 1677-78. Più importante è però il successivo catalogo (1712) di J. Flamsteed, contenente le posizioni di 2934 stelle, riferite al 1725. L'introduzione degli strumenti meridiani consentì di migliorare la precisione delle misure. Con questi strumenti furono preparati il catalogo di 3222 stelle di J. Bradley (pubblicato nel 1817 da F. W. Bessel), quello di 9766 stelle boreali di N. L. Lacaille (1763) e quello di 47 390 stelle di J. J. Lalande del 1801. Fra i più recenti, quello di 7646 stelle di G. Piazzi (1814) e quelli di Bessel, comprendenti complessivamente oltre 60.000 stelle. Sulla base di questi ultimi cataloghi, l'Accademia delle Scienze di Berlino preparò, fra il 1826 e il 1859, un atlante in 24 fogli, raffigurante tutte le stelle fino alla 9a magnitudine. Nel 1862 F. W. Argelander iniziò le osservazioni per il celebre BD, Bonner Durchmunsterung, catalogo di posizioni approssimate e atlante di stelle con l'identificazione della rispettiva grandezza, completato poi da E. Schönfeld. Il BD fu esteso a Córdoba, in Argentina, anche alle declinazioni australi. Contiene le posizioni e le magnitudini di oltre 324 000 stelle fino alla 9a magnitudine circa, indicate dalla rispettiva declinazione seguita da un numero progressivo, crescente con l'ascensione retta. Nella stessa epoca in cui era completato il BD, unico grande atlante stellare preparato in base a osservazioni visuali, si andava anche concretando l'idea di un catalogo stellare fondamentale che raggruppasse fra loro più cataloghi individuali. A. von Auwers nel 1879 pubblicò un primo catalogo del genere (siglato FK, Fundamental Katalog), più tardi revisionato e rielaborato da Auwers stesso (1907), con la sigla NFK (Neuer Fundamentalkatalog); A. Kopff nel 1934 rielaborò le 405 posizioni stellari dei precedenti cataloghi e le pubblicò sotto il titolo di Dritter Fundamentalkatalog (abbreviato in FK3); nel 1962, infine, ancora Kopff e W. Fricke esaminarono 158 cataloghi individuali e pubblicarono il Vierter Fundamental.

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