catino

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sm. [sec. XIII; latino catīnus].

1) Recipiente di forma tronco-conica, in plastica, metallo o terracotta, usato per lavare stoviglie o per lavarsi le mani e il viso, un tempo e ancora oggi nelle campagne adibito anche a contenitore di vivande: “In un catino ... bramosamente mangiava” (Boccaccio); per estensione, ciò che può essere contenuto nel recipiente.

2) Sorta di grande vassoio sistemato nel centrotavola e da cui nelle famiglie contadine si usava servirsi tutti insieme durante il pasto: “Un catino d'insalata” (Pavese). Fig.: trovare il diavolo nel catino, arrivare quando le vivande sono esaurite (dall'usanza di dipingere sul fondo del vassoio l'immagine del diavolo, che era appunto messa in evidenza dalla mancanza del cibo).

3) In architettura, semicalotta che conclude superiormente un'abside o una nicchia; più in genere, qualsiasi struttura concava anche irregolare.

4) Pianura circondata da colline; bacino; conca valliva.

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