causale

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agg. e sf. [sec. XIV; dal latino tardo causālis].

1) Agg., che è causa di qualche cosa o deriva da una causa: principio causale; conseguenza causale; che esprime un rapporto di causa ed effetto, che indica la causa di qualche cosa: nesso causale.

2) Sf., causa; movente (di un delitto); motivo, giustificazione: indicare la causale di un versamento, di una domanda burocratica. § In grammatica, proposizione causale, proposizione dipendente che spiega la causa di quanto è detto nella proposizione reggente; è introdotta da una congiunzione causale o da una locuzione congiuntiva (perché, poiché, giacché, siccome, per il fatto che, dal momento che). La proposizione causale può essere esplicita, se il suo predicato è espresso con un verbo di modo finito (sarai lodato perché hai studiato), o implicita se il suo predicato è espresso con un verbo di modo indefinito, cioè con un infinito, gerundio, participio (sarai lodato per aver studiato; avendo studiato sarai lodato). Le proposizioni causali esplicite hanno in italiano di regola il modo indicativo; hanno il congiuntivo quando indicano una causa irreale (lo faccio non perché ne sia convinto, ma perché mi è stato comandato) o sono introdotte da espressioni come sono contento che..., mi rallegra che..., mi spiace che... (sono contento che tu abbia studiato); hanno il condizionale quando indicano una causa eventuale o possibile (non farlo perché potresti pentirtene). § In psicologia, trama causale(causal texture secondo E. C. Tolman ed E. Brunswick), particolare proprietà dell'ambiente le cui componenti sono considerate in un rapporto di reciproca dipendenza. Tale interdipendenza non va considerata in senso deterministico ma in senso probabilistico.

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