Lessico

sm. [sec. XIII; latino medievale caballus, cavallo castrato da lavoro].

1) Mammifero perissodattilo (Equus caballus) della famiglia degli Equidi che vive ormai quasi esclusivamente allo stato domestico: cavallo da sella, da tiro, da corsa; cavallo docile, bizzarro, ombroso; cavallo baio, pezzato; cavallo al trotto, al galoppo; salire, montare a cavallo; scendere, smontare da cavallo; andare a cavallo, cavalcare; a cavallo, in sella, in groppa; essere a cavallo, sulla groppa di un cavallo (anche fig., essere prossimi allo scopo prefisso, aver superato la fase critica di una prova); anche riferito ad altri animali o a oggetti: a cavallo di un mulo; stare a cavallo di una sedia; in figurazioni mitologiche: cavallo alato, munito di ali (Pegaso); cavallo marino, pesce con testa e torso equini.

2) In loc. estensive e fig.: febbre da cavallo, altissima; dose da cavallo, massiccia, eccessiva (detto specialmente di medicinali); a ferro di cavallo, di struttura o disposizione che ne ha la caratteristica forma irregolarmente semicircolare; il cavallo di S. Francesco, il bastone usato da viandanti e pellegrini per appoggiarsi camminando; scherzoso: viaggiare con il cavallo di S. Francesco, a piedi; proverbi: “a caval donato non si guarda in bocca”, i doni vanno accettati per quello che sono senza critiche sul loro valore; “campa cavallo che l'erba cresce!”, per commentare eventi giudicati lontani o speranze irrealizzabili; “l'occhio del padrone ingrassa il cavallo”, gli affari vanno meglio se l'interessato li segue di persona.

3) In loc. specifiche: A) cavallo a dondolo, giocattolo costituito da un cavallino di cartapesta, legno o altra materia, montato su due strisce ricurve che gli consentono di dondolare. B) Cavallo di battaglia, propriamente cavallo addestrato appositamente per il combattimento; fig., l'opera che un cantante o attore preferisce interpretare sapendo di dare in essa il meglio della propria arte; più in genere, la prova o il campo in cui si riesce meglio. C) Cavallo di ritorno, propr. cavallo di carrozza tornato al punto da cui era partito; fig., notizia fatta artificiosamente pervenire da lontano per aumentarne l'importanza o che ritorna alla fonte dopo una lunga catena di comunicazioni; argomento polemico che si ritorce contro il suo autore; in linguistica, voce passata a un'altra lingua e poi reintrodotta in quella originaria di solito in forma diversa e con evoluzione di significato. D) Cavallo di Troia, il leggendario cavallo di legno lasciato dai Greci che simulavano il ritorno in patria e accolto dai Troiani entro le mura; nel suo ventre erano celati i guerrieri che durante la notte poterono aprire ai compagni le porte della città. Fig., dono subdolo, offerto con secondi fini; persona che s'introduce in un'associazione, in un gruppo politico, ecc., con lo scopo dissimulato di crearvi disordine e scompiglio.

4) Per metonimia, anticamente, per lo più al pl., combattente a cavallo: “sette compagnie di cavalli co' loro capi” (Bembo).

5) Per analogia: A) parte dei calzoni e delle mutande corrispondente al punto in cui le gambe si uniscono; inforcatura. B) In alcuni mazzi di carte italiane, figura di uomo a cavallo, corrispondente alla donna delle carte francesi. C) Pezzo del gioco degli scacchi. Presente nel numero di 2 per ogni colore, il cavallo occupa le caselle comprese tra quelle della torre e dell'alfiere di re e di donna (cavallo di re e cavallo di donna). Il suo passo composito può essere descritto come una combinazione di avanzamenti rettilinei ortogonali o rettilinei e obliqui; in sostanza procede obliquamente in ogni direzione secondo la diagonale di un rettangolo di 3×2 caselle, verso una casella libera d'altro colore, senza tenere conto dei pezzi che vi si frappongono (“salto del cavallo”). D) Nel gioco della roulette, la puntata che copre due caselle consecutive sul tappeto verde (5/4, 5/6, 5/2, 5/8 = i cavalli del 5). E) Una delle figure degli arcani minori nel gioco dei tarocchi: si dispone tra la donna e il fante. F) Nella ginnastica, attrezzo di appoggio compreso tra i grandi attrezzi. È costituito da un corpo cilindrico (lungo 1,80 m, diametro 35-75 cm) imbottito, con quattro gambe allungabili. Dotato di due maniglie, è utilizzato per esercizi di appoggio degli arti superiori combinati con passaggi di una o di ambedue le gambe tese. Senza maniglie, serve per volteggi in lungo e in traverso, simili a quelli eseguiti sulla cavallina.

6) Abbreviazione nell'uso corrente di cavalli-vapore: potenza di quindici cavalli.

7) Moneta di rame di 1,80-0,80 g coniata nel 1472 da Ferdinando I d'Aragona dapprima nella sola zecca di Napoli e successivamente in quasi tutte le altre zecche del regno. Porta al recto il busto di Ferdinando I e al verso un cavallo passante con la leggenda Equitas rex regni. La sua coniazione, unitamente a quella dei multipli da 2, 3, 4, 6, 9 cavalli, continuò con tipi vari, salvo brevi interruzioni, fino al 1815, quando il cavallo fu sostituito dal tornese, del valore originario di sei cavalli.

8) Cavallo di Frisia, cavalletto di legno rivestito di filo spinato, usato per barricate, sbarramenti e come elemento di rinforzo di fortificazioni campali. È stato impiegato per la prima volta dai Fiamminghi nella guerra di Fiandra, contro la cavalleria spagnola.

9) Cavallo marino, altro nome del tricheco.

Zoologia

I numerosi resti fossili rinvenuti in America, Europa, Asia e Africa offrono preziose informazioni sull'origine del cavallo. Secondo alcuni autori sarebbe comparso prima nell'America settentrionale e di qui sarebbe passato in Asia e poi in Europa. L'Eohippus dell'Eocene inferiore dell'America è forse la forma più antica e si può considerare come il progenitore dei cavalli americani. Aveva dimensioni ridotte (poco superiori a quelle della volpe) e l'arto anteriore fornito di 4 dita con il terzo già marcatamente più sviluppato degli altri. Dall'Eohippus si passò attraverso forme diverse all'Equus caballus fossilis estinto in America, dove il cavallo è stato poi reimportato dagli Spagnoli, ma emigrato in Europa dove gradatamente assunse le forme attuali. Resti delle dita scomparse sarebbero la castagna (placca cornea in corrispondenza dell'avambraccio) e lo sperone (placca cornea in corrispondenza del nodello). Con la scomparsa delle dita laterali, il dito medio sopporta tutto il peso del corpo e l'animale raggiunge il massimo rendimento in velocità. Durante questa evoluzione, dovuta probabilmente all'adattamento a sempre nuove necessità ambientali, si osserva anche una modificazione della tavola dentaria e della forma dei denti (dentatura da erbivoro). Numerosi sono i reperti fossili del genere Equus rinvenuti in Europa e in Asia nelle stratificazioni quaternarie. Sono in genere forme primitive monodattili dalle quali sarebbero derivati diversi tipi come l'Equus caballus robustus o delle steppe, l'Equus caballus pumpellii o del deserto e l'Equus caballus nehrighi, ritenuto l'antenato del pony inglese. Attualmente il cavallo è presente allo stato selvaggio solo con una forma asiatica, il cavallo di Przevalski (Equus caballus przewalskii, secondo alcuni autori da ritenere una specie distinta, Equus przewalskii), che però non è stato capostipite dei cavalli domestici, derivanti probabilmente da una sottospecie affine, il tarpan, ora estinta. Il cavallo di Przewalski, scoperto in Asia centrale nel 1879, ha complessione robusta, statura piuttosto piccola, testa massiccia, orecchie piccole e porta una vistosa criniera di folti crini, sempre eretti e mai ricadenti come nelle razze domestiche. Il manto è di color giallastro o giallo rossastro più o meno chiaro, con una banda dorsale; la criniera, la folta coda e le estremità degli arti nere. Oggi è molto raro, sia per la caccia sia per il disturbo arrecato ai branchi dagli animali domestici, e vive in una ristretta area dell'Asia centrale sugli Altaj, nella Mongolia occidentale e nella Zungaria. Allo stato semiselvaggio, si trova, nell'America settentrionale e nelle pampas, il mustang.

Zootecnia: generalità

"Per la struttura del cavallo vedi disegno al lemma del 5° volume." Il cavallo domestico è in genere un animale di grossa taglia, variabile sensibilmente a seconda delle razze, pur mantenendo proporzioni costanti "Per la struttura del cavallo vedi pg. 83 del 6° volume." . La testa è magra e allungata con occhi grandi e vivaci, orecchie appuntite e mobili; il collo è lungo, compresso in senso trasversale, provvisto di criniera sul margine superiore; il tronco è nell'insieme breve e rotondeggiante con petto ampio e ventre moderatamente sviluppato; la coda è munita di crini per tutta la sua lunghezza e termina con un ciuffo; gli arti lunghi, ben modellati e robusti, poggiano su un solo dito la cui estremità è munita di zoccolo arrotondato. Il mantello ha pelo solitamente liscio e di colore variabile; la formula dentaria definitiva comprende 20 denti per ogni mascella (6 incisivi, 2 canini, 6 premolari e 6 molari); nella femmina normalmente mancano i canini. Sia il maschio sia la femmina sono idonei alla riproduzione all'età di 2-3 anni; mentre il primo è sempre disponibile all'accoppiamento, la femmina lo è solamente nel periodo del calore che coincide, in genere, con i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno. La durata della gravidanza varia da 331 a 365 giorni. § Non si può dire con precisione in quale epoca il cavallo sia stato addomesticato dall'uomo, ma è certo che sin dai tempi più remoti le genti dell'Asia centrale si servivano del cavallo e che probabilmente l'impiego di questo animale si è diffuso dal continente asiatico a quello africano e in Europa. L'allevamento del cavallo richiede particolari cure sin dai primi istanti di vita. Appena nato, il puledro viene allattato dalla madre e in genere solo dopo circa 8 settimane si alternano al latte materno piccole quantità di avena e gradatamente anche di crusca. Talora lo svezzamento, che deve sempre essere graduale, viene iniziato già dopo 5 settimane. I principali metodi di allevamento del cavallo sono: brado, stallino e semibrado. Il primo è diffuso specialmente nei Paesi che hanno vaste aree pianeggianti e climi adatti, come per esempio gli Stati Uniti: consiste nel lasciare gli animali completamente liberi senza preoccuparsi neppure della riproduzione. L'allevamento stallino è caratterizzato dal tenere le bestie entro ricoveri e stalle: è generalmente riservato ai cavalli da tiro pesante; in Italia è tipico delle campagne a coltura intensiva come quelle della Lombardia, del Veneto, del Piemonte e della Toscana. Quello semibrado o misto consiste nel tenere gli animali nei ricoveri o scuderie durante l'inverno, lasciandoli nella bella stagione liberi al pascolo entro zone recintate; è il metodo più adatto per i cavalli purosangue o mezzosangue. Secondo lo scopo per cui vengono allevati, i cavalli hanno esigenze specifiche e richiedono cure particolari; i cavalli da competizione per il salto degli ostacoli vengono per esempio tenuti nelle scuderie solo di notte e si abituano anche ai rigori invernali, mentre quelli da caccia vengono tenuti all'aperto d'estate e rinchiusi nelle scuderie d'inverno. In generale comunque la maggior parte dei cavalli, anche se tenuta al coperto, ha bisogno ogni giorno di alcune ore di pascolo. L'alimentazione è rappresentata generalmente da avena addizionata a crusca, paglia e fieno; i mangimi concentrati contenenti sostanze minerali e vitamine utili allo sviluppo dell'animale vanno sempre alternati al fieno; indispensabile è la costante disponibilità di acqua fresca. Per quanto riguarda i purosangue, il loro allevamento richiede lo studio e la conoscenza approfonditi delle razze e dei loro ascendenti. Particolari cure vengono quindi rivolte alle fattrici e ai puledrini. Per quanto concerne l'ammansimento e l'addestramento, essi devono essere iniziati sin dai primi mesi di vita e richiedono molta pazienza, dolcezza e cure infinite se si vuole ottenere un buon cavallo adatto allo scopo per cui viene allevato. Anche per l'allenamento si devono osservare norme particolari, specie per i cavalli destinati allo sport. Le principali malattie che possono colpire i cavalli sono l'adenite equina, l'anemia infettiva, la morva, le malattie di tipo influenzale, il morbo coitale maligno.

Zootecnia: razze

"Per le principali razze di cavalli vedi tabella al lemma del 5° volume." La classificazione maggiormente seguita è quella morfologico-funzionale "Per le principali razze di cavalli vedi la tabella a pg. 83 del 6° volume." basata sul rapporto fra i diametri longitudinali e trasversali. Si distinguono quindi i tipi dolicomorfo, mesomorfo e brachimorfo. Nelle razze dolicomorfe si ha la prevalenza dei diametri longitudinali: sono animali dall'andatura veloce e temperamento vivace, forme eleganti e alto grado di consanguineità; appartengono a questo gruppo i cavalli da corsa e da tiro leggero (purosangue arabo, purosangue inglese, maremmano, salernitano, della Calabria e della Puglia, siciliano, sardo, lipizzano, trottatore americano, criollo, ecc.). Le razze mesomorfe presentano equilibrio dei diametri longitudinali e trasversali. Comprendono animali per lo più di origine meticcia con forme armoniche e arti robusti: in essi esiste un certo equilibrio fra velocità di andatura e potenza; vi appartengono i cavalli utilizzati per l'agricoltura, il tiro di veicoli leggeri, ecc. (hunter, hackney, anglo-normanno, avelignese, pony, ecc.). Le razze brachimorfe hanno prevalenza dei diametri trasversali; hanno temperamento calmo, presentano notevole sviluppo delle masse muscolari, grande mole ed elevata contrazione muscolare; vi appartengono i cavalli utilizzati nell'agricoltura, nel traino di veicoli pesanti, ecc. (belga, bretone, percheron, boulonnais, shire horse, clydesdale, suffolk e norico).

Gastronomia

La carne di cavallo, spesso ingiustamente sottovalutata, è in realtà un alimento energetico, sanissimo, gustoso, di digeribilità eccezionale e pertanto consigliabile a bambini, atleti, convalescenti. Altro vantaggio di questa carne è l'assoluta assenza di tenie o di altri parassiti dannosi per l'uomo. La carne del vannino o cavallino si presta a tutte le preparazioni adatte al vitello, benché sia più rossa; la carne degli animali adulti è più saporita e nutriente e si adatta specialmente alla preparazione di bistecche e di tartare.

Simbologia

Il valore simbolico del cavallo è in varie religioni essenzialmente in relazione con il regno dei morti, come appare evidente, per esempio, nella mitologia nordica, in cui Wotan cavalca alla testa della “schiera selvaggia” dei morti sul cavallo a otto zampe Sleipnir. Esso è inoltre animale oracolare (come il cavallo Xanto, che preannuncia la morte di Achille: Iliade, libro XIX), epifania divina (Poseidone appare in forma di cavallo), animale sacrificale (a Roma in onore di Marte; in Grecia in onore di Poseidone). Il caso più importante è forse l'asvamedha, il grande sacrificio del cavallo dell'induismo vedico.

N. Lugli, Il cavallo: origini, razze, attitudini, Novara, 1972; R. Baroncini, Conosci il tuo cavallo, Assago, 1988; E. Berner, Il cavallo, Bologna, 1988; Autori vari, Il cavallo. Guida pratica d'equitazione, Novara, 1991.

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