cavare

Indice

v. tr. [sec. XIII; latino cavāre, rendere cavo, incavare].

1) Ant. o lett., scavare, formare buche o cavità asportando terra, pietre o altro materiale: “cavar un pozzo in capo d'una strada” (Tassoni).

2) Togliere, trarre, levare, specialmente in alcune loc. espressive di uso familiare: “L'arte dello scrivere è più quella del cavare che del mettere” (Baldini); in particolare, tirar fuori, estrarre: cavare metalli, cavare marmo; cavare un dente; cavare le mani di tasca; levare o tirar via, allontanare, rimuovere: cavarsi il berretto; nessuno gli caverebbe quell'idea dalla testa; cavare un amico dai guai; levar di dosso: cavarsi la giacca, i pantaloni. Anche rifl.: “cavarsi con una celia, dall'impiccio” (Manzoni).

3) Spesso fig.: cavare le parole di bocca a qualcuno, costringerlo a parlare o anche anticipare quanto sta per dire; cavare una spina dal cuore, eliminare un motivo di preoccupazione o di ansia; cavare le lacrime, commuovere, impietosire; voler cavare sangue da una rapa, pretendere l'impossibile; non cavare un ragno dal buco; cavarsi una voglia, soddisfarla. In particolare: cavarsela, uscire indenne da un pericolo o superare una prova.

4) Ricavare, ottenere.

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