celiachia

sf. [da celiaco]. Disturbo cronico dell'assorbimento intestinale provocato da un'intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. La malattia, nota anche come morbo celiaco, è geneticamente determinata ed è causata da una reazione immunitaria contro la gliadina, una delle proteine che costituiscono il glutine. Alla reazione consegue un'infiammazione cronica che danneggia la parete intestinale con scomparsa dei villi intestinali, evenienza che induce una sindrome da malassorbimento. Proprio per questa sua caratteristica, che determina ritardi di crescita, la celiachia è stata a lungo considerata una patologia di interesse pediatrico. Alcune ricerche hanno invece evidenziato che la celiachia può comparire a qualsiasi età e non sempre si presenta in modo palese, anche se è più frequente la diagnosi nei primi anni di vita quando inizia l'alimentazione con cibi che contengono glutine. L'incidenza di questa intolleranza è stimata, per l'Italia, in un soggetto ogni 100/150 persone. La malattia viene sospettata in presenza di alcuni sintomi come steatorrea, diarrea, dolori addominali, ritardo nella crescita, anemia. In seguito si possono riscontrare bassa statura, ritardo nello sviluppo sessuale, sterilità, osteoporosi, aborti ripetuti, linfoma intestinale. Le forme di celiachia possono essere molteplici. La diagnosi si basa sulla presenza nel sangue di anticorpi contro la gliadina AGA (anticorpi antigliadina di classe IgA e IgG) e gli EMA (anticorpi antiendomisio di classe IgA). Viene impiegato anche un test per il dosaggio di anticorpi di classe IgA, gli anti-transglutaminasi. La conferma della diagnosi si ottiene con una gastroscopia associata a una biopsia di un frammento del digiuno. La forma tipica di celiachia (a esordio infantile) ha come sintomatologia diarrea e arresto di crescita (dopo lo svezzamento), quella atipica si presenta tardivamente con sintomi prevalentemente extraintestinali (per esempio anemia), quella silente ha come peculiarità l'assenza di sintomi eclatanti e quella potenziale (o latente) si evidenzia con esami sierologici positivi ma con biopsia intestinale normale. La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l'unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute. Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dalla dieta alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare.

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