cicala

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(anticamente cicada), sf. [sec. XIII; latino tardo cicāla, per il classico cicāda].

1) Nome comune degli Insetti Omotteri (sezione degli Auchenorinchi) della famiglia dei Cicadidi. Le cicale sono principalmente note per il suono vibrante e intensissimo emesso, durante la stagione estiva, dagli individui di sesso maschile, grazie alla presenza di uno speciale organo costituito da due membrane tese su altrettanti anelli rigidi e azionate da fibre muscolari, nonché da due casse di risonanza situate nell'addome. Posseggono, tra l'altro, un rostro che sopravanza, in posizione di riposo, l'inserzione delle zampe anteriori; quattro ali membranose; femore delle zampe anteriori rigonfio e denticolato. Dalle uova delle cicale, introdotte in steli secchi di erbe e sotto la corteccia di alberi morti o morenti, nascono delle ninfe che si affondano nel terreno, dove pungono le radici delle piante, nutrendosi della linfa che ne fuoriesce. Le ninfe hanno zampe anteriori robustissime e atte a scavare. Il ciclo biologico dura presumibilmente 4 anni nella più grande cicala italiana, Lyristes plebejus, che supera i 3,5 cm di lunghezza; esso abbraccia addirittura 17 anni in una specie nordamericana, Magicicada septemdecim. Altre cicale che si rinvengono in Italia sono la cicala del frassino (Cicada ornis), lunga sino a 3 cm, e Tibicen vitripennis, lunga ca. 3,5 cm e dannosa al cotone.

2) Fig., persona che ciarla di continuo, in modo fastidioso: quella cicala di tua cugina mi stava quasi assordando. Anche persona che vive spensieratamente, scialacquando quello che ha senza preoccuparsi del futuro (con riferimento alla favola di La Fontaine).

3) Per estensione: A) avvisatore acustico, detto anche cicalino, dal suono tipicamente ronzante, usato sovente al posto del campanello elettrico. Costruttivamente è analogo al cicalino telegrafico, anch'esso detto, talvolta, cicala. B) Cicala dell'ancora, maniglione a forma di anello posto all'estremità libera del fuso dell'ancora, per il fissaggio della gomena o della catena. C) Ornamento d'oro che, secondo Tucidide, gli Ateniesi ricchi usavano portare sul capo prima della guerra del Peloponneso.

4) Cicala di mare, crostaceo più noto come canocchia.