Lessico

sm. [sec. XIX; dall'inglese cyclone, che risale al greco kýklos, cerchio, giro]. Tipo di perturbazione atmosferica. Per estensione, evento o periodo catastrofico caratterizzato da estrema confusione e dal sovvertimento dei consueti costumi di vita: trovarsi nell'occhio del ciclone, nel pieno di una catastrofe; il ciclone della guerra. Fig., persona turbolenta e irrequieta, che con la sua esuberanza provoca scompiglio: quel bambino è un vero ciclone.

Meteorologia: generalità

"Per l'origine ed evoluzione del ciclone e per l'onda ciclonica a completo sviluppo vedi disegni al lemma del 6° volume." . Circolazione rotatoria delle masse d'aria atmosferica "Per l’origine ed evoluzione del ciclone e per l’onda ciclonica al suo completo sviluppo vedi i disegni a pg. 354 del 6° volume." con un verso di rotazione attorno alla verticale locale alla superficie terrestre che, visto dallo spazio, è lo stesso verso della rotazione terrestre. Pertanto il ciclone è una circolazione che ruota in senso antiorario nell'emisfero nord e in senso orario nell'emisfero sud, mentre all'equatore rimane indefinita. Poiché tale circolazione viene generata da situazioni meteorologiche depressionarie (aree di bassa pressione) e a sua volta genera aree di bassa pressione atmosferica, il termine ciclone è diventato, nell'uso corrente, sinonimo di bassa pressione. Sulle carte meteorologiche i cicloni vengono identificati attraverso lo studio dell'andamento delle isobare al suolo e delle isoipse in quota. Al suolo le isobare si presentano come linee chiuse a forma quasi circolare o ellittica con valori di pressione decrescenti dalla periferia verso il centro. In quota le isoipse, riferite a una determinata superficie barica, si presentano generalmente con una particolare configurazione a U o a lingua, detta saccatura, e solo raramente e in certe situazioni particolari di forti correnti occidentali in quota possono assumere, a seguito di cut-off, a basse latitudini o ad alte latitudini forma circolare o ellittica. Esistono due tipi di cicloni che presentano notevoli differenze per origine, struttura ed evoluzione: il ciclone extratropicale e quello tropicale.

Meteorologia: cicloni extratropicali

Sono caratteristici delle regioni temperate in cui si ha frequentemente instabilità atmosferica, presentano dimensioni molto vaste e si spostano da W verso E (i cicloni che interessano l'Europa provengono in prevalenza dall'America Settentrionale e dall'Atlantico). Il loro percorso è notevolmente irregolare, specialmente sopra i continenti dove possono essere deviati dalle catene montuose; anche la velocità di spostamento è molto variabile (con massimi di 1000 km al giorno). Il ciclone porta in genere cattivo tempo, cielo nuvoloso, intense precipitazioni e venti che possono essere molto violenti dato il forte gradiente barico orizzontale. I cicloni extratropicali trovano un'adeguata spiegazione nella teoria frontologica della scuola meteorologica norvegese che parte dalla considerazione del fronte polare, cioè della superficie di discontinuità generata dall'incontro delle masse d'aria calda subtropicale con l'aria fredda polare: il ciclone si origina quando il fronte polare subisce, per cause varie, una perturbazione, che si propaga come un'onda lungo il fronte stesso. Spostandosi verso E, la deformazione si approfondisce in modo che nell'ansa dell'onda resta imprigionata una massa di aria calda (settore caldo); il fronte polare allora si spezza in due parti: fronte caldo e fronte freddo. L'aria fredda s'incunea sotto quella calda provocandone l'ascesa; quando il fronte freddo raggiunge il fronte caldo tutta l'aria calda è ormai sollevata dal suolo, la depressione progressivamente si attenua e il fenomeno ciclonico lentamente si esaurisce (ciclone occluso). Le nubi e le precipitazioni che accompagnano il ciclone presentano aspetti caratteristici: nella zona prefrontale si ha formazione di cirri e cirrostrati; nella zona del fronte caldo si formano nubi basse che danno precipitazioni persistenti; nel settore caldo il tempo può essere abbastanza bello con scarse piogge, temperatura moderata e sensibilità limitata; nella zona del fronte freddo si formano nembi e cumulo-nembi con piogge e venti di grande intensità. Forma opposta al ciclone extratropicale è l'anticiclone.

Meteorologia: cicloni tropicali

Sono intense depressioni, di limitata estensione, che si producono sugli oceani ai margini delle regioni tropicali, di preferenza nella tarda estate e in autunno. Il ciclone tropicale si può pensare come un grande vortice in cui l'ascesa dell'aria si mantiene per il calore liberato dalla condensazione dell'umidità dell'aria calda tropicale. Il diametro di questi cicloni è di qualche centinaio di chilometri; intorno alla zona centrale (occhio del ciclone), dove regna calma assoluta, i venti spirano con velocità che raggiungono e superano anche i 200 km/h, in senso antiorario nell'emisfero boreale, in senso orario in quello australe. L'occhio del ciclone è un nucleo caldo, del diametro di poche decine di km, con pressioni molto basse: è sede di correnti discendenti e di dissoluzione di nubi, mentre ai margini si eleva un potente strato di nubi, detto muraglia di nubi, esteso anche fino al limite della tropopausa. L'occhio del ciclone ha sezione minore a bassa quota in quanto l'attrito sulla superficie del mare attenua la forza centrifuga, mentre in quota si allarga a imbuto. I cicloni si spostano con velocità medie comprese tra 25 e 40 km/h seguendo traiettorie paraboliche, dirigendosi dapprima verso W e poi, giunti al margine superiore della zona delle alte pressioni tropicali, verso E. Talvolta il movimento verso W permane e i cicloni investono allora aree continentali dove, sebbene si estinguano rapidamente, provocano danni a volte assai ingenti. Il ciclone tropicale è indicato con nomi diversi nelle varie regioni: nei mari della Cina, tifone; nelle Indie occidentali, hurricane (uragano); nell'Oceano Indiano, ciclone; nelle Filippine, baguio; in Australia, willy-willy.

Tecnologia industriale

Apparecchio usato nell'industria per separare particelle pesanti da una corrente fluida. Il ciclone è detto pneumatico se il fluido è aeriforme, idraulico se il fluido è liquido. In ogni caso è costituito essenzialmente da un cilindro, il cui fondo ha di solito la forma di un imbuto, nel quale è inviato a forte velocità, con direzione tangenziale, il fluido contenente le particelle da separare. Per effetto della forza centrifuga le particelle, più pesanti del fluido, aderiscono alla parete cilindrica per poi ricadere nel fondo conico da cui periodicamente vengono estratte. Il fluido depurato esce dalla parte superiore del ciclone, a velocità più bassa di quella d'entrata per non trascinare le particelle separate. I cicloni pneumatici sono comunemente impiegati come depuratori, nelle camere a polvere, per l'abbattimento delle polveri provenienti da processi industriali. I cicloni idraulici sono usati per esempio nell'industria mineraria per separare dalle torbide i minerali utili, eventualmente classificandoli in base alla loro densità.

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