cirro

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sm. [sec. XIV; dal latino cirrus].

1) Nube alta, bianca e trasparente, a struttura fibrosa e sfilacciata, costituita da minuti aghetti di ghiaccio; si presenta in forme diverse: a ciuffi isolati, a strisce piumose, a filamenti ramificati o terminanti in ciuffi ritorti. I cirri si formano a una quota media di ca. 9000 m, spesso in corrispondenza del fronte di un'area ciclonica.

2) In botanica, organo aggrappante filamentoso, capace di attorcigliarsi attorno a un adeguato sostegno, derivato da una porzione o da un'intera foglia trasformata. I cirri vengono distinti dai viticci, che sono di origine caulinare.

3) In zoologia: A) organo copulatore di alcuni gruppi di Invertebrati fra cui Trematodi, Cestodi e Irudinei. B) Particolare appendice tattile degli Anellidi Policheti. C) Insieme di ciglia che costituiscono una struttura secondaria con funzione locomotoria nei Protozoi Ciliofori. D) Ciascuna delle appendici del tronco dei Crostacei Cirripedi. E) Ciascuna delle appendici aborali con cui le forme libere degli Echinodermi Crinoidei possono aggrapparsi temporaneamente al substrato.

4) Lett., ciocca di capelli ricciuti, ricciolo: “quell'uomo... dalla barba a cirri venerabile” (Panzini).