Lessico

sf. [sec. XIII; dal latino cisterna].

1) Serbatoio interrato, solitamente in muratura e a forma circolare, nel quale è raccolta e conservata l'acqua piovana. Per estensione: A) serbatoio di dimensioni consistenti adibito al trasporto di acqua o altri liquidi; in tale accezione è usato con valore di agg. inv. posposto al sost. a cui è riferito: nave cisterna, natante adibito al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa, di cui i più noti sono quelli che trasportano petrolio, comunemente designati come petroliere; vagone cisterna, carro ferroviario con cassa a forma di grande recipiente cilindrico per il trasporto di materiali liquidi. B) Nelle costruzioni navali, ciascuno dei compartimenti stagni destinati a contenere acqua di zavorra o a trasportare liquidi commerciali (inglese tank). C) Contenitori metallici interrati contenenti oli minerali combustibili destinati al riscaldamento di abitazioni civili.

2) In anatomia, formazioni in cui si versano o ristagnano liquidi organici: cisterna del chilo o di Pecquet, la porzione iniziale del dotto toracico linfatico di forma ampollare in cui si versa la linfa reflua dall'intestino; cisterna della base, sono gli spazi subaracnoidei situati sulla superficie ventrale del ponte, sul chiasma e sul davanti della lamina terminale e del corpo calloso.

Tecnologia

La cisterna è costituita di norma da un vano cilindrico, o anche troncoconico, con fondo concavo per facilitare il deposito e quindi l'asportazione di sedimenti impuri. Deve essere dotata di sistemi di depurazione, controllo del livello e scarico totale per la periodica pulizia. La cisterna deve essere perfettamente stagna (la captazione avviene a mezzo pompe) e inaccessibile agli animali. Il suo uso era molto diffuso nel mondo classico e i cortili delle case greche erano spesso dotati di cisterne campaniformi scavate nella roccia. Grandiosi impianti di cisterne si ebbero in età romana sia per dare acqua a intere città o quartieri cittadini sia per altri scopi. Tra le più grandiose: la Piscina Mirabilis di Baia (a 5 navate su 48 pilastri), quella dei castra di Albano e quella di Costantinopoli (con 224 colonne).

Trasporti: marina

Le navi cisterna hanno generalmente scafi con un esteso corpo cilindrico affilato alle estremità; nella zona prodiera sono ricavati depositi e le sistemazioni per il servizio marinaresco, nella zona poppiera trovano posto l'apparato motore e tutti gli altri servizi, mentre la parte restante, suddivisa da paratie stagne trasversali e longitudinali in vari compartimenti (cisterne), è destinata al carico. Nelle sovrastrutture, spesso limitate a quelle poppiere, sono sistemati il ponte di comando (con ali di plancia estendentisi per la larghezza della nave) e gli altri locali interessanti la navigazione, nonché gli alloggi per il personale imbarcato. Sul ponte di coperta sono sistemate le stazioni per l'imbarco e lo sbarco del carico, con bocchelli ai quali vengono collegate le tubazioni per estrarre il liquido o per immetterlo nelle varie cisterne. L'apparato di propulsione delle navi cisterna è generalmente costituito da motori diesel sulle piccole e medie unità e da turbine a vapore sulle grandi. Nel caso di navigazione a nave scarica, per assicurare le necessarie qualità nautiche, viene immessa acqua di zavorra, prelevata dal mare, in una parte delle cisterne o in apposite casse, quando previste. Impianti particolari di cui possono essere dotate le navi cisterna sono per esempio quello di recupero dei prodotti della combustione dell'apparato motore per immetterli, raffreddati, nelle zone alte delle cisterne in modo da creare, al di sopra del liquido trasportato, un'atmosfera inerte e scongiurare in tal modo pericoli di esplosioni; quello di riscaldamento del carico per abbassare, quando necessario, la viscosità del liquido da sbarcare; quello di lavaggio delle cisterne con acqua calda e di esaurimento (sgottamento) della stessa mista ai residui del liquido trasportato; quello di estrazione dei gas rimasti nelle cisterne vuote, per diminuirne la concentrazione al di sotto di quella capace di formare con l'ossigeno dell'aria miscela tonante. Frequente è ormai il ricorso al calcolatore, che fornisce i dati di assetto, immersione, portata, nonché i diagrammi di sollecitazione delle strutture dello scafo alla flessione e al taglio del travenave per una determinata condizione di carico; esso può altresì dirigere automaticamente le normali operazioni di carico e scarico in base a programmi predeterminati. Navi cisterna di tipo particolare sono per esempio quelle dotate di grandi serbatoi refrigeranti per il trasporto, allo stato liquido, di gas combustibili (L.P.G., cioè Liquified Petroleum Gas, e L.N.G., cioè Liquified Natural Gas), in linguaggio non tecnico dette metaniere, e quelle per carichi liquidi e solidi, aventi generalmente cisterne laterali per il carico liquido, mentre la parte centrale è destinata a minerali o merci alla rinfusa. Questi tipi di nave hanno acquisito un'enorme importanza, specie le petroliere; sono in servizio superpetroliere da oltre 500.000 t di portata lorda mentre sono stati accantonati progetti per navi fino a 1 milione di t di portata lorda, a causa dei gravi incidenti che hanno fatto sorgere non poche perplessità nei riguardi della sicurezza delle supercisterne. Le dimensioni di queste navi hanno fatto sorgere inoltre problemi di attracco e di manutenzione e riparazione che hanno richiesto la realizzazione di opere apposite dove possibile (banchine in zone di mare con fondali sufficienti, bacini di carenaggio capaci di contenere dette navi, ecc.) o l'applicazione di soluzioni particolari, quali per esempio il travaso di tutto o di parte del carico della supercisterna a navi di dimensioni minori a una certa distanza dallo scalo, l'attracco a piattaforme (“isole artificiali”) costruite in acque sufficientemente profonde e collegate alla terraferma con le tubazioni di carico e scarico. Tutto ciò ha portato a un'inversione di tendenza per cui si preferisce costruire navi di portata e dimensioni più contenute.

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