Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino coactío -ōnis].

1) Costrizione, coercizione, violenza fisica o morale esercitata sulla volontà altrui; coattività. In particolare, nel diritto penale è elemento determinante e comune a vari reati: nella concussione da parte del pubblico ufficiale, nell'estorsione, nella violenza privata e nel delitto di violenza o minaccia per costringere altri a commettere un reato.

2) Forza psichica esterna (per esempio un'inevitabile suggestione) o più spesso interna e personale, che costringe all'esecuzione di determinati atti e alla loro ripetizione in modo stereotipato e spesso inadeguato alla situazione attuale, indipendentemente dalla volontà del soggetto, spesso in contrasto con essa. Mentre l'esecuzione del gesto coatto genera una temporanea soddisfazione, l'impossibilità di eseguirlo comporta una crisi di ansia. Si osserva tipicamente nelle nevrosi ossessive, e in alcune forme psicotiche. La comprensione del sintomo si ottiene attraverso l'analisi del significato simbolico dell'atto coatto. Coazione a ripetere, meccanismo psicologico inconscio a causa del quale un soggetto tende a porsi in situazioni emotivamente penose, senza essere consapevole del fatto che queste riproducono esperienze vissute in precedenza. L'interpretazione psicanalitica di questo fenomeno è ancora controversa.

3) Stato tensionale di un solido elastico, che si verifica indipendentemente dalle forze esterne.

Scienza delle costruzioni

La coazione (detta anche autotensione) è fenomeno tipico delle strutture iperstatiche, nelle quali la sovrabbondanza di vincoli impedisce quelle deformazioni che invece sono libere di verificarsi in una struttura isostatica. La coazione può essere originata da diverse cause; tra le più comuni: cedimento dei vincoli, difetti di montaggio, variazioni di temperatura. Il cedimento, per esempio, di una pila di un ponte a travata continua porta infatti a una deformazione che, per essere contrastata dalla rigidezza dell'insieme, determina l'insorgere di forti tensioni le quali, sommandosi a quelle dovute al carico, aggravano le condizioni di resistenza dell'intera struttura. Lo stesso avviene nel caso di difetti di montaggio dovuti all'inesattezza delle dimensioni degli elementi da collegare in un sistema strutturale, con conseguente tendenza allo spostamento dei punti (giunti) di contatto, che però, trattandosi di un sistema iperstatico, non sono liberi di verificarsi; esempio classico è quello di un anello metallico mancante di un segmento di circonferenza, ma con gli estremi saldati insieme: qualora esso venga tagliato si aprirà spontaneamente liberando così la tensione che lo teneva chiuso. Nel caso, infine, delle variazioni di temperatura , che sono tra le cause che più frequentemente si verificano, si prendano come esempi una trave e una volta e si vedrà che nel primo caso, se la trave viene impedita dai vincoli a deformarsi sotto l'azione della dilatazione termica e mantiene inalterata la sua lunghezza iniziale, è in pratica come se fosse soggetta a una sollecitazione di compressione di entità tale da accorciarla esattamente di quanto avrebbe dovuto dilatarsi, sollecitazione quindi che la impegna seriamente riducendone molto la resistenza; nel secondo caso la volta vincolata rigidamente subirà una dilatazione, o contrazione, di tutta la superficie che verrà così a cambiare forma e dimensioni, cambiamento che durante il giorno, a causa dell'irraggiamento solare localizzato in una certa direzione, potrà portare anche a deformazioni non simmetriche e tutte daranno luogo a sforzi interni non trascurabili. In tutti questi casi risulta evidente che gli interventi atti a eliminare le coazioni risultano in genere assai delicati e complessi. È quindi necessario rivolgersi all'impiego di strutture staticamente determinate (isostatiche) quando sia prevedibile l'insorgere di fenomeni che inducano tensioni di coazione.

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