codificazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIX; da codificare].

1) Atto ed effetto del codificare.

2) Nelle telecomunicazioni, emissione di informazioni, mediante impiego di adatto codice, realizzata a mezzo di appositi apparati detti codificatori.

3) Nei sistemi di elaborazione: A) traduzione di un programma per la soluzione di un problema, in una sequenza d'istruzioni in linguaggio accettabile dall'elaboratore. B) Sistema atto a individuare, in modo certo e inequivocabile, per mezzo di un insieme di più cifre costituenti un numero (codice numerico) o cifre e lettere (codice alfanumerico) prodotti, persone, o qualsiasi altro raggruppamento più o meno omogeneo. I numeri e le lettere del codice vengono scelti in modo da rappresentare quelle caratteristiche del soggetto codificato che potranno essere oggetto di successive elaborazioni: per esempio, età, sesso, luogo di nascita e residenza per le persone; lingua, editore e titolo per un libro. Esempi di codificazione numerica sono il codice di avviamento postale e il codice a barre, che individua molti prodotti industriali; il codice fiscale è invece di tipo alfanumerico. La codificazione consente l'elaborazione automatica, per mezzo del calcolatore elettronico, di quei dati, relativi alle persone o ai prodotti codificati, che sono contenuti nel numero di codice.

Cenni storici

L'esigenza di unificare il diritto per potergli dare il massimo di obiettività, sottraendolo all'arbitrio delle caste dominanti, e per farne un elemento unitivo nei confronti dei cittadini, fu sentita fin dall'antichità: i Babilonesi, già nel sec. XVIII a. C., potevano vantare il Codice di Hammurabi; in Grecia le varie póleis si erano date leggi proprie, che nella loro peculiarità potevano rappresentare ciascuna un piccolo codice; a Roma, durante la repubblica, i principi del diritto erano stati raccolti nelle “Dodici Tavole”; più tardi l'imperatore Giustiniano fece raccogliere tutto il diritto romano dalla Scuola giuridica di Berito e si ebbe il monumentale Corpus Iuris Civilis, dove il fondamento rimane romano, ma è sensibile l'apporto del diritto greco. Il Codice giustinianeo fu portato in Occidente con la Pragmatica Sanctio del 554 e dopo le invasioni barbariche ebbe il ruolo di testo fondamentale per tutto il Medioevo. In tanti secoli però la molteplicità delle norme aggiuntesi resero il Codice inagibile, per cui unanime fu la richiesta di un “nuovo Giustiniano”. § Lo sviluppo della codificazione nei tempi moderni prende le mosse nella seconda metà del sec. XVII con la formazione del primo codice civile europeo, emanato in Danimarca da re Cristiano V nel 1683, che ebbe vigore anche in Norvegia e in Islanda. Successivamente anche altri Stati europei procedettero all'emanazione di codici. Così il Regno di Sardegna con Vittorio Amedeo II promulgò nel 1723-29 le “Leggi e Costituzioni di Sua Maestà”. La Svezia nel 1734, la Baviera nel 1756 e la Prussia nel 1794 emanarono anch'esse dei codici, mentre l'Austria con Giuseppe II nel 1786 pubblicava una prima parte di codice civile destinata al diritto di famiglia. Tuttavia queste compilazioni non erano idonee a risolvere il problema della certezza del diritto, in quanto non abrogavano varie leggi e consuetudini locali che, restando in vigore, ne impacciavano l'interpretazione. L'esigenza di pervenire a un diritto certo e valido per tutti i cittadini, particolarmente sentita come principio di uguaglianza sociale, fu resa concreta nel corso della Rivoluzione francese con la delibera, da parte della Convenzione (1790), di procedere alla compilazione di un codice. Dopo numerosi tentativi da parte del Cambacérès, che vide bocciati i suoi progetti di codice nel 1793 e nel 1795, solo nel 1800 Napoleone nominò una commissione per la redazione di un codice civile. Tale commissione era presieduta da Trouchet, primo presidente della Cassazione, e aveva quali membri Portalis, commissario delle prede, Bigot, commissario del governo presso la Cassazione, e Maleville, consigliere della Cassazione, il quale redasse il testo del nuovo progetto di codice. Neppure questo, peraltro, giunse a termine in quanto lo stesso Napoleone, nel corso dell'iter legislativo, decise di ritirarlo. Subito dopo però lo stesso primo console formò nuovamente la commissione, partecipò personalmente alle discussioni e giunse alla definitiva formulazione del codice civile, che, composto di 2281 articoli, fu pubblicato il 21 marzo 1804. Esso, pur con varie modifiche, nella sostanza è tuttora in vigore in Francia. Il codice francese, detto prima “Code civil français” e poi “Code Napoléon”, ha costituito la base a cui si sono ispirati quasi tutti gli Stati europei e la totalità di quelli dell'America Meridionale. Da esso sono derivati i vari codici degli ex Stati italiani, emanati dopo la Restaurazione. Ricordiamo in particolare quello del Regno delle Due Sicilie (26 marzo 1819), del Ducato di Parma (23 marzo 1820), del Regno di Sardegna (16 gennaio 1827) modificato dal Codice albertino del 20 giugno 1837. Con la proclamazione del Regno d'Italia si affermò l'esigenza dell'unificazione del diritto italiano. Dopo vari tentativi, che portano i nomi dei ministri Cassinis e Miglietti, finalmente verso la fine del 1863 giunse a conclusione il progetto definitivo di Codice Civile, composto di 5 libri. Nel 1865 fu emanato anche il Codice di Procedura Civile, che entrò in vigore assieme al Codice Civile in tutto il territorio dello Stato il 1º gennaio 1866. Assai laboriosa fu anche l'emanazione del Codice Penale che, dopo numerosi progetti, venne promulgato, quale primo Codice Penale del Regno d'Italia, il 30 giugno 1889. I codici in vigore sono sette: il Codice Civile del 1942, più volte oggetto di modifiche; il Codice di Procedura Civile del 1940, innovato con le leggi 14 luglio 1950, n. 581, 11 agosto 1973, n. 533, 26 novembre 1990, n. 353; il Codice Penale del 1930, anch'esso più volte modificato; il nuovo Codice di Procedura Penale approvato con D.P.R. 22 settembre 1988, n. 447; il Codice della navigazione approvato con R.D. 30 marzo 1942, n. 327; il Codice Penale Militare di pace del 20 febbraio 1941 e il Codice Penale Militare di guerra pubblicato nella stessa data.

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