compagnìa di ventura

truppa mercenaria guidata da un condottiero operante in Europa nei sec. XIV-XVI. Ha origine nelle milizie assoldate nel Medioevo in Francia, Inghilterra e Germania da sovrani e da grandi feudatari. Dopo le prime fasi della guerra dei Cent'anni, durante le tregue che lasciavano le milizie mercenarie senza soldo, tali compagnie ebbero modo di farsi conoscere anche in Italia. Al loro sviluppo contribuirono anche i magnati delle ricche città italiane del sec. XIV, che preferivano non distrarsi dalle loro proficue attività per assolvere il servizio militare verso il Comune, assoldando milizie mercenarie. Ben presto anche i feudatari versarono un contributo in danaro con il quale il sovrano potesse prendere al suo servizio soldati di mestiere. Dapprima le compagnie di ventura operanti in Italia furono costituite quasi esclusivamente da stranieri e fra i capi rimasero famosi Werber di Urslingen, Giovanni di Montréal (detto fra' Moriale), Konrad von Landau (detto il conte Lando), John Hawkwood (Giovanni Acuto). Successivamente si cominciarono a costituire compagnie di ventura anche di italiani, prima fra tutte, nel 1377, la compagnia di S. Giorgio, guidata da Alberico da Barbiano. Illustri uomini di guerra furono capitani di ventura, come Jacopo dal Verme, Facino Cane, Erasmo da Narni detto il Gattamelata, Bartolomeo Colleoni, Braccio da Montone, Muzio Attendolo detto lo Sforza, Francesco Bussone conte di Carmagnola. Le compagnie di ventura scomparvero nel sec. XVI con l'affermarsi degli Stati nazionali, ma anche per il sempre maggior consolidamento di formidabili fanterie atte a fronteggiare con successo gli uomini a cavallo.

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