Descrizione generale

sm. [da comparare]. Strumento per misurare lunghezze mediante confronto con campioni; secondo gli scopi, i comparatori, che hanno strutture e dimensioni diverse oltre a essere basati su differenti principi fisici, possono apprezzare differenze di lunghezze da un centesimo a un milionesimo di millimetro. Un comparatore di alta precisione è costituito da un massiccio banco a guide parallele, lungo il quale possono essere spostati e fissati i sostegni di due microscopi forniti di reticolo; sul piano superiore del banco, che è mobile e può spostarsi in senso longitudinale e trasversale, si fissano un regolo campione e il corpo di cui si vuole misurare la lunghezza. Si dispongono i microscopi in modo da collimare contemporaneamente le due estremità del segmento da misurare, si porta successivamente sotto i microscopi il regolo campione e si esegue su di esso la misurazione, utilizzando le divisioni dei reticoli per apprezzare le frazioni di divisione del regolo campione. Se il corpo di cui si misura la lunghezza è contenuto in un termostato a temperatura regolabile, si può determinare la dilatazione termica lineare della sbarra da cui si deduce il coefficiente di dilatazione; il comparatore funziona allora da dilatometro. Meno precisi dei precedenti sono i comparatori a quadrante (o a minimetro), apparecchi tarati nei quali un indice descrive un giro di quadrante ogni volta che un'asta munita di cremagliera, che fa ruotare una serie di ingranaggi destinati a moltiplicare l'indicazione dello spostamento, si solleva di un millimetro; il quadrante può essere diviso in 100 parti uguali (comparatore centesimale) o in 1000 parti uguali (comparatore millesimale); su un altro quadrante più piccolo una lancetta segna i millimetri interi (in genere non più di 10). Fissato il minimetro su un sostegno a una determinata altezza, si pone sotto la punta dell'asta mobile il pezzo da misurare; fatta la lettura, si sostituisce il pezzo in esame con blocchetti campione posti l'uno sull'altro: dalla misura ottenuta si ricava, per differenza, la misura del pezzo in esame. Nei comparatori ad amplificazione ottica, un tastatore muove uno specchio che riflette l'immagine di un reticolo graduato su un oculare dove è anche visibile un indice fisso; questi comparatori permettono di valutare spostamenti inferiori al millesimo di millimetro. Nei comparatori ad amplificazione pneumatica si misura con un manometro adatto la pressione esistente in una camera nella quale affluisce aria con portata costante, mentre la portata che defluisce dipende dalle dimensioni del pezzo in esame. Anche con questi ultimi è possibile misurare scarti dimensionali dell'ordine del millesimo di millimetro con grande precisione, dato che non vi sono organi meccanici in movimento e sottoposti a usura. Nei comparatori ad amplificazione elettrica o elettronica, gli spostamenti del tastatore vengono tradotti in variazioni di correnti o di tensioni che possono essere notevolmente amplificate permettendo di rilevare scostamenti dell'ordine di qualche centesimo di micron. Comparatori complessi possono essere costruiti unendo, su banchi opportuni, comparatori ad amplificazione ottica e meccanica, che con adatte attrezzature possono essere usati per misure di lunghezze e di angoli.

Elettronica

Circuito che esegue il confronto delle ampiezze dei segnali di tensione applicati ai suoi due ingressi, fornendo in uscita un segnale amplificato di segno concorde a quello della differenza degli ingressi. Funzionalmente simile all'amplificatore differenziale, ne differisce per una più curata esecuzione nei riguardi della rapidità di risposta. I comparatori odierni sono realizzati sotto forma di circuiti integrati, con eccellenti prestazioni elettriche: l'errore di confronto tra i due segnali può essere inferiore a 1 mV e la rapidità di risposta è di poche decine di nanosecondi.

Astronomia

Comparatori a guizzo (inglese blink comparator), strumenti che fanno apparire in rapida successione, agli occhi di un osservatore, due lastre fotografiche ritraenti la stessa zona di cielo. Se le due lastre sono state ottenute in epoche diverse, nell'oculare dello strumento appariranno fisse le stelle che non hanno mutato la propria posizione nell'intervallo di tempo fra le due osservazioni, mentre le stelle dotate di moto proprio appariranno alternativamente in posizioni diverse. Con questo metodo Clyde W. Tombaugh, nel 1930, fu in grado di rintracciare il pianeta Plutone. Lo stesso strumento permette la ricerca di stelle variabili, in quanto queste appaiono alternativamente di dimensioni diverse.

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