convòglio

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sm. [sec. XVII; dal francese convoi, da convoyer, scortare].

1) Gruppo di navi mercantili che navigano sotto scorta navale: navigare in convoglio. Per estens., gruppo di veicoli incolonnati che procedono verso lo stesso luogo: un convoglio di automezzi militari. In particolare, l'insieme della locomotiva e dei vagoni a essa agganciati, treno: “era squillata la cornetta del capotreno e il convoglio si era mosso” (Palazzeschi); carro funebre seguito da un corteo, funerale. § L'uso del convoglio risale al sec. XV, quando i trasportatori inglesi di lana decisero di scortare le loro navi sulla rotta dal golfo di Biscaglia alla Gran Bretagna, per difenderle da pirati e corsari. Attuata durante le guerre napoleoniche, l'adozione dei convogli è stata generalizzata nel sec. XX., nel corso delle due guerre mondiali, in tutte le zone di mare in cui più intensa era la pericolosità dell'offesa subacquea o navale. Si è poi rilevato che il convogliamento costituiva anche la migliore forma di difesa contro l'offesa aerea, soprattutto quando era possibile includere nella scorta una nave portaerei. La composizione delle scorte varia, naturalmente, secondo il tipo di offese prevedibili: nei tempi moderni i convogli sono scortati con naviglio antisommergibile e antiaereo, salvo aggiungere unità pesanti quando vi sia il pericolo di attacchi da parte di navi di superficie.

2) Gruppo di persone condotte verso uno stesso luogo: un convoglio di feriti.

3) Anticamente, scorta armata, accompagnamento a scopo protettivo.

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