cool jazz

loc. angloamericana (volg., jazz freddo; propr., jazz calmo) che indica una variante bianca del bebop. Ha un precedente nello stile quieto e flautato del sax tenore nero Lester Young, che per primo (1936) propose un jazz non già focoso (hot), bensì sommesso e lieve (cool). Quando esplose il bebop (1945), alcuni musicisti bianchi lo combinarono con la lezione di Young, rendendolo più controllato e cameristico: il loro maestro, il pianista Lennie Tristano, si spinse verso un cool jazz europeizzante, geometrico, talora dissonante e scontroso. Nel 1948 il cool jazz venne di moda, divulgato in una veste più amabile dall'orchestra di Woody Herman; il pianista George Shearing ne ideò perfino una versione melodica da night club. Ma i capolavori del cool jazz rimangono le pagine più ardite e sperimentali di Tristano e della Tuba Band, un gruppo di razza mista diretto dal trombettista Miles Davis. Una via di mezzo tra sperimentalismo e facili atmosfere fu aperta (1952) dal baritonista Gerry Mulligan, il cui successo finì per trasformare il cool jazz in un nuovo stile, il californiano o West Coast. Poco dopo il cool jazz passò di moda, ma ebbe ancora alcuni praticanti isolati: Tristano, il pianista John Lewis, l'arrangiatore Gil Evans (spesso con Davis), il clarinettista Jimmy Giuffre. La loro musica preziosa e intellettuale non ha avuto seguaci. Un fortunato volgarizzatore del genere è stato il pianista Dave Brubeck.

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