culti, Scuòla dei-

indirizzo negli studi giuridici sorto in Italia alla fine del sec. XV nell'ambito della rinascita umanistica. Ebbe inizio come interesse di letterati ed eruditi per il Corpus iuris di Giustiniano, inteso non già come testo di diritto vigente, ma come monumento di quell'antichità che era oggetto d'indagine appassionata; si valse perciò della filologia e dell'indagine storica, quali nuovi strumenti tipici, ed ebbe a iniziatori due umanisti, A. Poliziano e L. Bolognini. Solo nel sec. XVI, però, col milanese A. Alciati, che univa la preparazione del giurista a quella dello storico e del filologo, si realizzò la scuola “culta del diritto”; con il passaggio poi del maestro in Francia, la scuola trovò Oltralpe un centro stabile di affermazione e d'irradiazione, così da qualificarsi come mos gallicus iura docendi (in antitesi con il mos italicus seguito dalla giurisprudenza italiana), e generando tutta una serie di studiosi insigni quali Zasio, I. Cuiacio, Ottomano, Donello, F. Duareno, ecc. Il contributo della “scuola culta” si concretò quindi in un'innovazione, metodologica e programmatica, dell'interpretazione giuridica rispetto alla corrente di pensiero seguita in Italia, ancorata alla glossa, al commento e all'indirizzo pragmatico.

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