Lessico

sf. [sec. XIII; latino cura].

1) Interessamento sollecito e attento verso qualche cosa o qualcuno; attenzione, riguardo: aver cura delle proprie cose, della propria salute; prendersi cura di qualcuno, provvedere alle sue necessità; in particolare.: cure parentali; cura dei figli, vedi assistenza familiare; la persona o cosa che costituisce oggetto di attenzione e sollecitudine: i figli sono la sua unica cura; non darsi cura di qualche cosa, disinteressarsene; custodire qualche cosa con cura, con riguardo, con tutte le cautele. Impegno, diligenza, accuratezza: lavorare con cura, esaminare con cura; affanno, preoccupazione, per lo più al pl.: aver gravi cure. Attività, occupazione: “guarì, e si rimise... alle cure di prima” (Manzoni); a cura di, curato da, per opera di: edizione a cura di alcuni noti studiosi.

2) Procedimento terapeutico che si avvale di mezzi farmacologici, fisici o climatici, adatto a rimuovere o a migliorare uno stato patologico (vedi anche terapia): non si trova la cura per il raffreddore; cure termali; cure dimagranti, con riduzione dell'apporto calorico al fine di determinare una riduzione di peso corporeo; cura dietetica, regolamentazione della dieta con adeguato apporto in lipidi, proteine, carboidrati, ecc., per diverse patologie (insufficienza renale, diabete, ipercolesterolemia, ecc.); cura della fame, digiuno rigido per il trattamento di alcuni stati patologici; cura della mente, psicoterapia; cura radicale, trattamento completo e definitivo o trattamento chirurgico esteso; cura della sete, restrizione dell'apporto idrico; casa di cura, clinica. Anche l'uso ripetuto o continuato di un medicamento: fare la cura del cortisone. L'opera prestata dal medico: ha in cura molti ammalati.

3) Nel diritto romano, vigilanza su alcune manifestazioni di vita sociale, affidata in età repubblicana all'edilità curule, sotto il controllo dei consoli, e, durante il principato, ad alti funzionari imperiali, sotto il controllo dello stesso principe. Per il diritto moderno, vedi curatela.

4) Cura d'anime, il complesso di diritti e di doveri che competono al titolare di un ufficio ecclesiastico; in particolare, l'esercizio dei diritti e dei doveri riferentisi al bene spirituale delle anime (predicazioni della parola di Dio, istruzione catechistica, amministrazione dei sacramenti).

Religione

Nel cattolicesimo la cura d'anime compete ai diversi gradi del sacerdozio secondo la sua gerarchia di ordine e di giurisdizione: per diritto divino al pontefice compete la cura d'anime ordinaria, immediata, plenaria e universale per tutta la Chiesa e per i singoli fedeli; ai vescovi limitatamente alla propria diocesi; ai vicari e ai prefetti apostolici con la stessa ampiezza dei vescovi ma per diritto ecclesiastico; ai parroci, ai cappellani, ai curati e vicari autonomi compete la cura d'anime ordinaria ma parziale nei limiti stabiliti dal diritto canonico. § Nel protestantesimo gli “evangelici” intendono per cura d'anime l'azione disinteressata e silenziosa con cui la comunità cristiana si occupa dei propri membri. Codesta azione consiste nel portare consiglio ai disorientati, consolare gli ammalati e gli afflitti, indirizzare gli instabili, riportare alla comunità coloro che se ne sono allontanati. Figura principale della cura d'anime è il predicatore, detto comunemente “pastore”; tuttavia, tenuto conto del sacerdozio universale dei credenti, tutti i battezzati che ne abbiano la “vocazione”sono chiamati a questa cura.

Etologia

Le cure parentali sono l'insieme dei moduli di comportamento specifici dell'allevamento e della protezione della prole. Sono in particolar modo caratteristiche di specie che hanno prole numericamente scarsa e che quindi necessita di protezione particolare perché possa, nella sua totalità o quasi, superare i pericoli a cui l'individuo giovane è più facilmente esposto. In altre specie lo stesso problema è risolto con la produzione di un grande numero di individui a ogni generazione, i quali vengono poi in gran parte eliminati durante il corso dello sviluppo, cosicché solo pochi raggiungono l'età riproduttiva. Le cure parentali compaiono abbastanza raramente tra gli Invertebrati, gli Anfibi e i Rettili, sono presenti in molte specie di pesci ossei e rappresentano praticamente la regola tra Uccelli e Mammiferi. A partire dalle specie in cui non è presente alcun modulo di cura della prole, su fino all'uomo (che in molti casi prolunga le cure alla propria prole fino a quando questa ha superato da molti anni la maturità sessuale), esiste tutta una gamma di comportamenti diversi, dal più semplice, come è nel caso della femmina del pesce emicromide (Hemichromis bimaculatus), che si limita a ripulire un punto della roccia su cui deporrà le uova, fino ai più complessi. Questi ultimi si protraggono più a lungo nel tempo, come nel caso di molti uccelli e mammiferi; in alcuni casi, nei Felidi o nei Primati, alle primitive funzioni di nutrizione e protezione si aggiungono quelle dell'addestramento e della trasmissione culturale di informazioni. Caratteristica dell'insieme dei comportamenti di cura della prole è che sono costanti all'interno della specie sebbene presentino notevoli varietà tra specie diverse e che vivono in ambienti diversi. Fanno parte delle cure parentali i comportamenti di alimentazione, allarme, allevamento, incubazione delle uova, leccamento, difesa, protezione dalle intemperie, ecc., che in alcuni casi assumono aspetti particolari: per esempio, in alcune famiglie di Pesci è presente il fenomeno dell'incubazione orale delle uova da parte del maschio; vi è poi il comportamento di difesa del nido degli Uccelli Caradri, che recitano una vera e propria pantomima all'avvicinarsi di un mammifero predatore (vedi diversione). Quando la cura parentale non è limitata alle uova, ma si rivolge al neonato, subentra tutto un insieme di comportamenti che contengono una quantità di elementi comunicativi fra genitore e figlio; se poi ambedue i genitori partecipano all'allevamento, vi è un ricco scambio di segnali anche tra questi, come per esempio le cerimonie di saluto e acquietamento, che numerosi uccelli compiono al momento di darsi il cambio alla cova o comunque quando uno dei partner giunge al nido. Le cure parentali possono essere considerate un comportamento altruistico, poiché non portano vantaggio diretto all'individuo che le effettua, tuttavia sono favorevolmente selezionate in quanto chi le compie dà alla propria prole, e quindi al proprio patrimonio genetico, migliori probabilità di sopravvivenza. Altra caratteristica generale di questi moduli comportamentali è che, pur facendo parte del patrimonio di comportamenti istintivi o appresi di un individuo, compaiono solo in momenti ben precisi e hanno precise sequenze temporali. Così per esempio il comportamento di riporto, consistente nella ricerca e nel trasporto nel nido di un piccolo che se ne è allontanato, che è tipico di molti mammiferi come Roditori, Canidi, Felini, ecc., compare a un certo momento, solitamente col parto, raggiunge una sua punta massima e poi decresce fino a scomparire. In alcuni casi, soprattutto in quelle specie che hanno due o più cicli riproduttivi per stagione, quando le cure parentali hanno termine subentra un distacco che comporta l'allontanamento attivo dei giovani da parte della madre, talvolta con la comparsa in questa di moduli di comportamento aggressivo.

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