displasìa

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sf. [sec. XIX; da dis-+greco plásis, conformazione]. Alterazione nella composizione cellulare di organi e tessuti che si manifesta, in genere, con fenomeni di differenziazione anomala all'interno di un tessuto. Le displasie possono prodursi in seguito a processi infiammatori cronici (verruche, polipi nasali ecc.) o ad alterazioni del sistema endocrino che comportino un'abnorme stimolazione ormonale di alcuni tessuti.

scheletriche genetiche (osteocondrodisplasie): anomalie dell'accrescimento osseo e cartilagineo che determinano uno sviluppo alterato dello scheletro, spesso con nanismo. congenita dell’anca: anomalia congenita nella formazione dell'articolazione dell'anca, indicata anche con il termine lussazione congenita dell'anca. Si tratta di un'anomalia relativamente frequente, che se diagnosticata precocemente può essere trattata e risolta facilmente mentre, se non trattata, può portare a cammino non corretto (zoppia), dolore cronico e artrosi precoce.

Segni clinici che possano far sospettare tale patologia vengono ricercati molto precocemente dal medico neonatologo o pediatra. Tra questi, in particolare il “segno dello scatto” (o segno di Ortolani, dal nome del pediatra che per primo lo descrisse negli anni Trenta ), la cui presenza indica che è possibile riportare manualmente in sede la testa del femore lussata o che è facilmente possibile lussarla all'esterno. L'esame clinico viene in genere seguito da ecografia delle anche. In caso di diagnosi tempestiva, il rientro alla normalità è in genere garantito da una terapia posturale dolce. Altrimenti, la terapia potrà consistere in un intervento manipolativo in anestesia o in intervento chirurgico.

§ La displasia dell'anca colpisce varie specie di animali, soprattutto il cane. È dovuta a uno sviluppo anomalo dell'articolazione coxofemorale, marcatamente influenzato dalla genetica e da un deficiente sviluppo per cui l'acetabolo è troppo poco profondo per dare stabilità all'articolazione e quindi al movimento. Si ha anche deformazione della testa del femore e quindi artropatia e osteoartrite. L'animale ha spesso difficoltà nell'alzarsi e nel salire le scale, passi molto piccoli del treno posteriore, andatura traballante. La cura migliore della displasia è la prevenzione. Un trattamento terapeutico delle osteoartriti infatti dà soltanto un certo sollievo ma non già una remissione dell'artropatia.

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