eclettismo o ecclettismo

Indice

Lessico

sm. [sec. XIX; da eclettico].

1) Atteggiamento di chi, in qualsiasi campo, anziché utilizzare una metodologia unica, fonde metodi e principi differenti: dar prova di eclettismo; caratteristica di chi ha gusti e interessi eterogenei. In senso spregiativo, riunione disordinata e accostamento superficiale di idee diverse.

2) In filosofia, vengono designate con il termine eclettismo concezioni composte di tesi diverse e talvolta anche contraddittorie, scelte come le più interessanti e valide fra quelle sostenute da differenti pensatori. In particolare, scuola filosofica di età ellenistica caratterizzata dalla combinazione di dottrine di differente provenienza.

3) In architettura e nelle arti figurative, tendenza a ispirarsi a fonti culturali eterogenee, scegliendo fra gli elementi ritenuti migliori e combinandoli armonicamente fra loro.

Filosofia

L'eclettismo fu l'atteggiamento filosofico dominante nel periodo ellenistico (soprattutto nel cosiddetto “stoicismo medio”, rappresentato da Panezio e Posidonio) ed ebbe il suo rappresentante forse più insigne in Cicerone. In epoca moderna tendenze eclettiche sono riscontrabili in numerosi filosofi minori dell'illuminismo settecentesco e dello spiritualismo ottocentesco (J. A. Eberhard, J. G. Feder, C. Meiner, V. Cousin).

Arte e architettura

Il termine eclettismo venne usato per la prima volta in storia dell'arte da J. J. Winckelmann a proposito dell'arte dei Carracci, ma si potrebbe parlare di eclettismo anche a proposito del favorevole atteggiamento del Vasari nei confronti di quegli artisti che si mostrano capaci di “prendere da diversi maestri di tutti il meglio”. Ma è soltanto a partire dal sec. XIX che in campo architettonico il concetto di eclettismo è andato definendosi nella sua accezione ormai divenuta emblematica e il termine viene usato sempre più per indicare quella complessa serie di fenomeni caratterizzanti gran parte dell'architettura della seconda metà dell'Ottocento. Ne sono esempio tutta una serie di opere, nelle quali si realizza uno degli aspetti fondamentali della cultura eclettica: la scelta secondo la funzione e la collocazione urbana dell'edificio di uno stile ritenuto appropriato. Edifici rappresentativi, musei, monumenti, cattedrali, stazioni ferroviarie (e non a caso più raramente abitazioni) possono essere di volta in volta in stile rinascimentale, romanico, gotico, egizio, orientale o moresco. È importante sottolineare che l'eclettismo definisce soltanto uno degli aspetti fondamentali dell'architettura dell'Ottocento, senza confondersi con altri termini tradizionali come gothic revival, classicismo e romanticismo rispetto ai quali non solo si differenzia nettamente, ma si pone spesso in posizione antitetica.

Bibliografia

S. Giedion, Spazio, Tempo, Architettura, Milano, 1954; P. Portoghesi, L'eclettismo a Roma 1870-1922, Roma, 1968.

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